Schlein firma contro il jobs act e scuote il PD

13 giorni ago

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Jobs Act - Figure 1
Foto BolognaToday

Forse per Nanni Moretti ha fatto "una cosa di sinistra" anche se nel suo film, "Aprile", il regista e attore si rivolgeva a Massimo D'Alema ("reagisci, rispondi - a Berlusconi - dì una cosa di sinistra"). Elly Schlein ha annunciato la firma dei referendum della CGIL contro il JobsAct, la riforma del lavoro attuata dal governo Renzi, entrata in vigore a giugno del 2015: "Molti del Pd firmeranno così come altri non lo faranno - ha detto la segretaria dem - io mi metto tra coloro che lo faranno, non potrei far diversamente visto che è un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie l'anno scorso. È legittimo che alcuni non firmino, siamo un partito plurale".

Punto con l'era renziana?

Non si fa attendere la reazione del "patron" della legge, Matteo Renzi: "Elly Schlein firma i referendum contro il JobsAct. La segretaria del PD firma per abolire una legge voluta e votata dal PD. Finalmente si fa chiarezza. Loro stanno dalla parte dei sussidi, noi dalla parte del lavoro. Amici riformisti: ma come fate a restare ancora nel PD?" Ha scritto i leader di Italia Viva, ex segretar PD ed ex presidente del consiglio sui social. Ma la "mossa" di Schlein sembra proprio voler tirare una riga con "l'era renziana". 

Tra Renzi e Shclein c'era già stata maretta a settembre del 2023, quando la segretario annunciò la disponibilità a raccogliere le firme per il referendum contro “il JobsAct e le leggi precarizzanti” proposto dal leader Cgil, Maurizio Landini che, naturalmente, il fondatore di Italia Viva contesta: "Da mesi dico che il PD ormai è la sesta stella del Movimento di Giuseppe Conte. E riconosco che Elly Schlein è sempre stata contraria a questa legge - ha scritto in un editoriale su Il Riformista - Ma il JobsAct è una legge che il PD ha votato:. In pratica, a qualche ragione, Renzi rinfresca la memoria ai dem che l'hanno votata e anche difesa "oggi una legge contro cui si fa un referendum organizzato dal PD. Non è fantastico?" Ma la polemica viene da lontano: a un anno dalla sua emanazione, l'allora sindaco Virginio Merola aveva firmato il referendum CGIL, no mancarono gli scioperi e le manifestazioni contro la riforma.

Secondo l'ex premier, invece, la legge "ha permesso di creare più di un milione di posti di lavoro, che ha cancellato la barbarie delle dimissioni in bianco per le donne, che ha permesso a migliaia di persone di avere finalmente un lavoro a tempo indeterminato - si legge - io sono entusiasta e rispetto quelli che invece amano il reddito di cittadinanza, il superbonus 110% e tutte le altre norme che hanno prodotto un buco miliardario nei conti pubblici: se a qualcuno queste leggi piacciono, sono contento per loro. Mi fa un po’ meno piacere per i nostri figli che pagheranno per queste follie ma è un’altra storia".

I quesiti del referendum promosso da CGIL Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi: si chiede di abrogare il Decreto Legislativo n. 23/2015, cioè uno dei decreti attuativi del cosiddetto Jobs Act, per abolire il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti. Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: si chiede di abrogare le norme che pongono un tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori delle piccole imprese. Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine: si chiede di porre un limite all’uso dei contratti a termine, abrogando alcune parti dell’articolo 19 del Decreto Legislativo 81/2015 (anche questo è uno dei decreti attuativi del Jobs Act) e un articolo del Decreto Lavoro varato nel 2023 dal governo Meloni. Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante: si chiede di eliminare la norma che, in presenza di appalti o subappalti, esclude la responsabilità solidale dell’impresa committente in caso di infortunio o malattia della lavoratrice o del lavoratore.

Hanno già fatto sapere che non firmeranno contro il deputato PD Lorenzo Guerini, e Piero De Luca, coordinatore dell'area Bonaccini, mentre hanno già firmato i leader 5 Stelle Giuseppe Conte e gli esponenti di Alleanza Versi - Sinistra, Segio Bonelli e Nicola Fratoianni.

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