Napoli, scatta l'allarme dei giudici: «Fermi 65mila fascicoli»

12 giorni ago

Nel distretto di Napoli, uno dei più complessi e articolati di tutta Italia, c’è una falla che squarcia le maglie della giustizia e diventa un vulnus grave, capace di arrecare seri danni all’intero sistema giudiziario: la carenza degli organici riconducibili alla Procura Generale, la prima per numeri e carichi di lavoro nel nostro Paese.

Nel giorno in cui si celebra l’immissione di Maria Rosaria Covelli nel ruolo di nuovo presidente della Corte d’Appello, tocca al procuratore generale facente funzioni Antonio Gialanella lanciare l’ultimo allarme: la pianta organica dei magistrati requirenti piange, e resta scoperto il 30 per cento dei posti. Gialanella rimarca anche un altro allarme: quello legato ad una criminalità organizzata che sa sempre più farsi “impresa”, e che reinveste i capitali illeciti: «Nel nostro distretto - sono sempre parole di Gialanella - è difficile tracciare un confine netto tra la comunità civile, rispettosa della legalità e il contesto criminale. A fronte di un ampio segmento di una società sana c’è anche un sistema criminale che ha fatto suo l’agire dell'imprenditoria, ma non è vero che tutto sia crimine».

Davanti al ministro della Giustizia Carlo Nordio e all’ex Guardasigilli Marta Cartabia, che con la loro presenza hanno voluto sottolineare la prestigiosa nomina affidata alla Covelli, la cerimonia si è così trasformata in una sorta di “appendice” dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, la giornata che per eccellenza segna la scrittura del “cahier de doleance” della giustizia nel distretto. Cominciamo proprio dalla Procura generale (retta dall’avvocato generale Gialanella, mentre si attende ancora che il Csm nomini il nuovo Pg). Su 23 sostituti previsti sulla carta, oggi ve ne sono in servizio 17, e la cifra a breve scenderà a 15 con due imminenti pensionamenti. Numeri che evidenziano anche una intuitiva sproporzione, se si guarda alle forze su cui può contare la magistratura giudicante della Corte d’Appello, nettamente superiori.

Va detto però anche che nell’ultimo periodo la gestione garantita da Eugenio Forgillo come presidente “facente funzioni” ha ristretto il gap riconducibile alle carenze e ai carichi di lavoro registrati nel passato. Ed è da reputare di notevole rilievo la riduzione da 57.293 processi penali pendenti nelle sezioni ordinarie nell’anno 2021 a 38.171 a fine 2023 (con riduzione di ben 4903 nel solo ultimo anno di mia direzione). Progressi sono stati registrati anche nel settore civile, dove si è passati da una pendenza di 23.146 al 30 giugno 2018 a una di 20.473 al 30 giugno 2023. Nel settore lavoro, da una pendenza di ben 31.174 procedimenti a giugno 2016, nell’ultima rilevazione per il piano di gestione 2024 si è passati - Nel 2023 - a 7.281 (tra lavoro e previdenza). In totale, dunque, sono fermi 65mila fascicoli. Nel suo intervento, il ministro Nordio ha dal canto suo ribadito che intenzione di via Arenula e dell’esecutivo è colmare i deficit relativi agli organici dei magistrati, a Napoli e nel resto d’Italia. «Per la prima volta dopo 50 anni stiamo colmando gli organici dei magistrati - ha dichiarato - con l’obiettivo di farlo entro un termine ragionevole che è il 2026».

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«Mancano 1500 magistrati - ha concluso il Guardasigilli - ma sono in corso tre concorsi e altri due sono in via di inizio. Contiamo di colmare organici che sulla carta sono insufficienti e andranno sicuramente aumentati. Soprattutto nella giustizia civile la lunghezza dei processi ci costa un paio di punti di pil, quindi puntiamo sulla mediazione in modo da deflazionare il contenzioso».

Maria Rosaria Covelli - la prima donna a conquistare la carica più alta nel distretto giudiziario napoletano - arriva con le idee ben chiare. Forte di un’esperienza ultradecennale maturata nei ranghi della magistratura e, poi, al ministero della Giustizia. Nel suo intervento ha ricordato il peso dei carichi di lavoro che gravano sui magistrati del distretto di Napoli: negli ultimi tre anni sono stati iscritti 1079 facicoli processuali solo per fatti di camorra, e nella sola Corte d’Assise d’Appello sono - ad oggi - 92 i processi pendenti. La neo-presidente ha anche assicurato il proprio impegno «per l’adeguamento del personale, in attesa di una copertura integrale della pianta organica».

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