Noemi: «E ora recito in Adorazione: anche io ho avuto un rapporto ...

4 ore ago
Adorazione

Anno 1993, un pomeriggio al doposcuola. Veronica Scopelliti, undicenne, dovrebbe fare i compiti, ma le viene da scrivere una poesia. La mostra alla maestra, che la trova carina; poi però rispedisce l’alunna al banco. «Sono un pesce nello stagno», recita la poesia, «lasciatemi guizzare».

Anno 2023, un pomeriggio su un set. Veronica Scopelliti, in arte Noemi, sei album in studio, tre dischi d’oro e 18 di platino, sette edizioni del Festival di Sanremo e un lungo elenco di premi, è al suo primo ciak. A un certo punto di una vita passata a cantare, le è venuto da recitare. Che è un altro modo per dire: «Lasciatemi guizzare».

Il set in questione è quello della serie Netflix Adorazione. Tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciuolo, è un secondo affresco di Stefano Mordini, dopo La scuola cattolica, dell’adolescenza, ma in questo caso ambientato ai giorni nostri, tra lo stalking e il controllo come forma d’amore, la violenza come reazione «normale» al tradimento. I sei episodi, disponibili dal 20 novembre, sono tosti da guardare, eppure inchiodano allo streaming al pari di un thriller di Joël Dicker. Merito anche del cast, mix di conferme ed emergenti. Tra le conferme: Barbara Chichiarelli, Ilenia Pastorelli, Claudia Potenza; tra gli emergenti: Alice Lupparelli, Noemi Magagnini, Tommaso Donadoni. E poi c’è Noemi, che interpreta Diletta, «una ristoratrice, una madre, una bella donna, che da lontano pare avere tutto ma da vicino ha tante crepe. Quando si accorge di perdere il controllo su alcune cose, si mette in discussione. È stato figo, nel mio piccolo, entrare nella sua psicologia».

È lei che ha cercato questo ruolo o è questo ruolo che ha bussato alla sua porta?
«Stefano (Mordini, ndr) mi ha visto a Sanremo 2022, nella serata delle cover, seguire al pianoforte (You Make Me Feel Like) A Natural Woman di Aretha Franklin: mi ha detto che ha associato subito al personaggio la mia voce bluesy e l’energia di quella esibizione. Mi fa volare che sia stata la musica a portarmi Diletta».

Ha accettato la proposta senza esitazioni?
«Prima ho chiamato Cristina Comencini».

La regista.
«Sì, è una mia amica. Volevo un suo parere. Ed è stato un parere favorevole: “Mordini è bravissimo e il personaggio ha un’evoluzione, non rimane uguale a sé stesso”. A questo secondo dettaglio forse io non avrei fatto caso».

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