Kathryn Hahn, la strega è tornata nella nuova 'Agatha all along': “Mi ...

9 ore ago

Kathryn Hahn era convinta di essere una ‘visitatrice’ del mondo Marvel, e anche noi. Forgiata dal teatro e da serie come Transparent, Le piccole cose della vita, mai l’attrice figlia dell’Illinois avrebbe immaginato che a cinquant’anni sarebbe diventata protagonista di una serie supereroica grazie al personaggio creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1970, Agatha Harkness. Anche perché in WandaVision era entrata da comprimaria, la vicina di casa sopra le righe della coppia Maximof-Visione, che si scopre essere il grancattivo.

Agatha All Along - Figure 1
Foto La Repubblica

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© 2024 MARVEL. 

Il suo tema musicale, Agatha all along, è diventato subito il tormentone e il suo personaggio, spumeggiante, ironico e deliziosamente perfido oggi è al centro di una serie dedicata, Agatha all along, su Disney+ dal 19 settembre (i primi due di nove episodi). “Questo ruolo è stato il più grande dei regali, per la cattiveria, per la complessità di sentimenti che me la fa definire una cipolla in fiore”, racconta quando la incontriamo a Los Angeles in occasione del D23, l’evento che lancia film e serie dell’autunno.

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Alla fine di WandaVision la strega era sconfitta, la ritroviamo sotto maledizione, imprigionata in una vita e in un’identità non sua, mentre riprende coscienza e decide di riprendersi anche i poteri. Per fare ciò mette insieme una congrega di streghe e si allea con un misterioso ragazzetto: eccole sulla leggendaria Strada delle streghe, una serie di prove la cui ricompensa finale è avere ciò che le manca. E’ una strada che va in direzione opposta alla liturgia supereroica, che entra ed esce a piacimento dagli stereotipi televisivi sulle fattucchiere. E’ un po’ Otto donne e un mistero – anche perché le colleghe streghe sono ottime attrici come Patti Lupone e Audrey Plaza, con una casa nel bosco che cambia interni ed epoche, un po’ gioco di ruolo e soprattutto uno sfrenato musical. E’ forse l’ultima serie atipica prima della chiusura dei rubinetti produttivi di Marvel per il piccolo schermo da parte di Bob Iger. Ed è soprattutto un formidabile veicolo per la protagonista.

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Kahry Hahn è stata di vocazione precoce “volevo recitare da quando avevo cinque anni, stavo per ore a fare finta nel giardino di casa”. Succedeva a fine anni Settanta in un comune a ovest di Chicago, Westchester, la cui notazione più rilevante su Wikipedia, oggi, è che c’è nata, appunto, l’attrice. “Alle streghe ho iniziato a pensare presto – racconta – ero bambina alla scuola cattolica. Un viavai di uniformi bianche e nere, il velo, le preghiere quotidiane e il senso di comunità. Mi piaceva (delle suore, ndr) la loro indipendenza, la loro esistenza piena senza bisogno di uomini. L’essere pensatrici radicali, operatrici sanitarie, guaritrici. E poi i canti, gli oggetti sacri che tenevano in mano… ecco, io vedevo le streghe esattamente allo stesso modo, con una feroce autorità sui propri destini. Potevano essere rumorose o disordinate, creare incantesimi e maledizioni, Potevano urlare di gioia ed essere ascoltate”.

Agatha All Along - Figure 3
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Anche a interpretarle ha iniziato presto: “Ogni anno per Halloween inventavo e interpretavo una strega diversa: in comune avevano l’essere spaventose, potenti e con un grande senso dell’umorismo”. Confessa “sono una specie di Margaret Hamilton, un’amante delle streghe”, dice riferendosi alla Strega dell’Ovest di Il mago di Oz, mentre il musical Wicked a novembre arriva sul grande schermo: “Lei è al di là di cose irrilevanti come il suo aspetto, e tutta la sua terribile potenza è scaturita da un lutto”. Cos’è una strega cattiva oggi? “Quella che non lavora per regolare le proprie emozioni e agisca in balia dei sentimenti”.

Agatha All Along - Figure 4
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