Il ricordo di Piero Angela nello speciale di "Ulisse - Il piacere della ...
Il ricordo di Piero Angela nello speciale di “Ulisse – Il piacere della scoperta” condotto dal figlio Alberto
Una puntata dedicata alla vita e alle opere del grande divulgatore scientifico
di Elsa Ungari
Scomparso lo scorso agosto all’età di 93 anni, Piero Angela resterà ancora a lungo nel cuore di milioni di telespettatori. E, per omaggiarlo, questa sera alle 21.30 su Rai 1 il figlio Alberto condurrà uno speciale di Ulisse – Il piacere della scoperta dedicato al padre. Per raccontare la vita straordinaria del grande divulgatore scientifico.
In oltre settant’anni di carriera, Piero Angela ha saputo raccontarci la complessità del mondo, i progressi della scienza e della tecnologia, ma anche, anzitempo, le conseguenze dell’accelerazione del progresso e i problemi etici e ambientali.
Un pioniere, a tratti visionario, che con razionalità e rigore scientifico ha spiegato il mondo e le sue complessità a tante generazioni tramite parole semplici. E comprensibili a tutti.
Una figura straordinaria che il figlio Alberto racconterà questa sera. Anche nelle sue sfumature più curiose e inedite, come il passato di Piero come pianista jazz. La puntata partirà da Torino, città di nascita del divulgatore, e si snoderà attraverso Parigi – dove è nato Alberto – e Roma.
Gli ospiti della puntataTanti gli amici e collaboratori che hanno voluto rendere omaggio al grande Piero. Come ad esempio il musicista Stefano Bollani e anche Jovanotti che ricorderà quando Piero ha voluto accompagnarlo in ogni tappa di un suo tour. Il grande direttore d’orchestra Riccardo Muti invece spiegherà perché Angela ha scelto di usare la famosissima aria sulla quarta corda di Bach come sigla dei suoi programmi. Ci saranno anche il Nobel per la fisica Giorgio Parisi, l’astronauta Paolo Nespoli e la giornalista Gaia Tortora.
Piero Angela (Archivio RCS)
Ai loro interventi, si alterneranno anche materiali d’archivio RAI con Angela stesso che racconterà alcuni degli episodi salienti della sua storia personale. Dall’infanzia sotto le bombe, ai sogni realizzati fino ad arrivare ai primi anni a Parigi e alla lotta contro le fake news e le bufale scientifiche che puntualmente ha cercato di smentire.
La straordinaria vita di Piero AngelaNato a Torino nel dicembre del 1928, Piero è figlio di un medico antifascista e cresce in una famiglia fortemente improntata alla cultura e alla scienza. Interrompe gli studi in architettura dopo aver vinto il concorso in RAI, e comincia la sua carriera in radio, per poi diventare inviato di guerra in Vietnam e Iraq.
Amante del cinema di Roberto Rossellini, il giornalista a partire dagli anni 60 comincia a realizzare una serie di documentari sullo spazio e l’ambiente. Poi, negli anni 70, conduce il Telegiornale Nazionale (all’epoca esisteva solo un canale) e, parallelamente, gli vengono affidate alcune rubriche di divulgazione scientifica.
Piero Angela nello studio di “Quark” nel 1981. (Getty Images)
Nel 1971 realizza un programma tutto suo dal titolo Destinazione uomo mentre, dieci anni dopo, nasce Quark, una delle trasmissione più longeve della storia della tv. La formula vincente è la seguente: concetti complessi spiegati in maniera semplice, estratti di documentari della BBC con David Attenborough e i cartoni animati di Bruno Bozzetto.
Autorevole, competente e soprattutto mai pedante, lo stile di conduzione di Angela è preciso e “familiare” e così scienza e tecnologia diventano finalmente accessibili. In un’epoca in cui – è bene ricordarlo – non esistono (o quasi) le televisioni commerciali, internet e social.
Instancabile fino agli ultimi mesi di vita, Piero Angela nel corso degli anni lascerà sempre più spazio al figlio Alberto. Che, dopo il successo di programmi come Ulisse e Passaggio a Nord Ovest, ha dichiarato che presto lo vedremo in una trasmissione nuova di zecca.
Il nuovo programma di Alberto AngelaAnnunciato con un post Instagram un paio di settimane fa, il nuovo programma andrà in onda in prima serata a partire dalla prossima estate. Alberto Angela ha spiegato di voler riprendere le redini della divulgazione scientifica nella tv pubblica, proprio per non disperdere l’eredità lasciata dal padre.
Il programma è ancora senza nome e di sicuro non si chiamerà SuperQuark perché, come scrive Alberto, «Quello rimarrà per sempre il marchio di mio padre. Era il suo vestito, lo splendido vascello che lui ha governato per decenni nei mari del sapere. È giusto che rimanga suo per sempre. Ho chiesto alla Rai di ritirare questo nome, come si fa con le casacche dei giocatori più amati di una squadra».