Carlos Alcaraz domina Djokovic in finale ed è di nuovo campione a ...

14 Lug 2024

Aggiornato 14/07/2024 alle 18:43 GMT+2

WIMBLEDON - Carlos Alcaraz vince il secondo titolo consecutivo a Wimbledon dominando Novak Djokovic nell'ultimo atto del torneo: 6-2 6-2 7-6 il punteggio che regala allo spagnolo il bis dopo l'anno scorso e il 4° titolo slam. Per Djokovic invece rimane tabù l'aggancio a Federer a 8 titoli qui ai Championships.

Carlos Alcaraz con el trofeo de campeón de Wimbledon 2024

Alcaraz - Figure 1
Foto Eurosport.it

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dall'inviato a Wimbledon. In tanti, già lo scorso anno, l'avevano visto come una sorta di passaggio di consegne. Perché una vittoria del genere, al quinto, contro un Djokovic che fin lì aveva dominato la stagione, attestava definitivamente Carlos Alcaraz come 'qualcuno di speciale'. Un anno dopo, stesso campo e stessa partita, il verdetto è probabilmente definitivo: il passaggio di consegne è avvenuto. E Novak Djokovic, probabilmente, non si è mai sentito così 'vecchio' come oggi. E' stata una finale dominata, quella di Carlitos. 6-2 6-2 7-6. Ma avrebbe potuto essere facilmente 6-2 6-2 6-4. Poco cambia. Diciotto minuti in più, per la precisione: quelli trascorsi dall'ultimo dei tre match point non sfruttati dallo spagnolo sul proprio turno di battuta nel decimo gioco a quelli con cui ha chiuso il tie-break per 7 punti a 4. Ma più che una sorta di reazione finale di Nole, il 'gigioneggiare' di Carlitos, la cui componente fanciullesca sul campo da tennis resta funzionale ai suoi risultati; il problema sarà, casomai, quando Alcaraz perderà il sorriso e la voglia di divertirsi in campo. Questo ce lo dirà il futuro. Il presente invece ci ha raccontato di un giocatore per due set dominante. E di un Djokovic, appunto, senza più soluzioni per poter far male a questo portento di 21 anni.

La partita

Il serbo ci ha provato, riadattando il gioco alle transizioni verso il net un po' come l'avevamo visto fare sia con Rune che con Musetti. Il problema però è che nessuno di questi due si avvicina al valore odierno di Carlos Alcaraz. Djokovic è stato passato e spazzato, ritrovandosi così senza alcun arma reale per vincere questa partita. L'operazione chirurgica di 39 giorni fa gli lasciava l'incognita della battaglia alla distanza; ma al di là di quella - che conta ma non dice tutto - è appunto in quella sensazione evidente e naturale: un anno dopo Nole è un po' meno forte; un anno dopo Alcaraz lo è un po' di più, se non altro per esperienza. Ed è allora tutto qui il gap, la differenza di una finale che alla fine non ha sorpreso in quanto Djokovic - sfavorito anche per i bookmakers - non è riuscito a tirare fuori il gioco di prestigio, l'ultimo grande numero da illusionista. Troppo chiara ed evidente la realtà anche per colui che più di tutti, in questa disciplina, si è spinto oltre i limiti. E un segnale da questo punto di vista è stata anche la rinuncia al consueto pep talk, l'uscita dal campo che in tanti si sarebbero aspettati dopo il 6-2 6-2... E che invece non c'è stata.

Alcaraz centra così il secondo successo consecutivo ai Championships, mettendosi in tasca a 21 anni il quarto titolo slam oltre a quello recente conquistato al Roland Garros e quello dello US Open 2022. Lo spagnolo si conferma numero 3 del mondo a una manciata di punti proprio da Djokovic.

Per il serbo invece resta un tabù il record di Federer di 8 titoli qui a Wimbledon, così come lo slam n°25. In una stagione che, insomma, continua a vederlo a secco non solo di titoli slam ma anche di semplici tornei vinti. Per rivedere un Djokovic ancora senza un trofeo a metà luglio tocca infatti ritornare all'anno 2006; quando curiosamente, proprio dopo Wimbledon, sulla terra del 'defunto' Dutch Open di Amersfoort, il serbo vinse il suo primo titolo stagionale. Aveva 19 anni. E forse anche questo, insieme alle sensazioni che lascia la finale vista oggi, ci conferma la dura legge dell'uomo: il tempo scorre per tutti. Anche per il recordman assoluto di titoli slam nella storia del tennis. Uno che, insieme a Roger e Rafa, ci aveva illuso potesse essere per sempre.

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