Ferrara - Maurelli racconta Alessia e dice "grazie a chi ha fatto parte ...
«Sognate sempre, sognate in grande e non arrendetevi se la vita vi mette alla prova, solo così un giorno potrete raccontare la vostra storia ed essere fieri di ciò che avete fatto».. Querste le parole con le quali Alessia Maurelli ha annunciato il suo ritiro in occasione della serata Top Ferrara Sport, gli oscar della stagione che La Nuova Ferrara, quotidiano del gruppo Sae, ha organizzato ieri sera al teatro Nuovo per premiare i migliori sportivi estensi del 2024. La campionessa, due volte bronzo alle , ha affidato ad una lettera il suo addio, leggendola dal palco.
«Questa sera vi voglio raccontare una storia – le parole dell'aviere dell'Aeronautica Militare – Circa vent’anni fa una bambina di soli otto anni entrava in una palestra di Ferrara per fare la prova per iniziare un nuovo sport: la ginnastica ritmica. Era una bambina piena di talento ed entusiasmo e appena mise piede in pedana capì che quello era il suo posto preferito. Passarono diversi anni – continua Maurelli – e dentro di lei cresceva sempre di più la passione per questo sport, e quella bambina fortemente legata alle sue giovani compagne, divenne una ragazza sotto l’occhio vigile e attento della sua allenatrice Livia. Non c’era giorno che saltasse allenamento, non c’era gara in cui non andava a dormire la sera prima, con tutti i suoi attrezzi, ed all’età di 17 anni sull’orlo del ritiro dall’attività arrivò la chiamata in Nazionale».
Il sogno si tinge d’azzurro, fino a diventare capitana della nostra nazionale, con cui ha partecipato a tre edizioni dei Giochi olimpici (Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024), a Mondiali, Europei, European Games e Cup, Coppe del Mondo, Challenge e un'infinità di altri tornei internazionali. «Quello che fino a quel momento era stato un sogno nelle notti più lunghe e piene di domande era diventato realtà, avrebbe portato in giro per il mondo il tricolore. Proprio nei primi anni a Desio capì ancora di più l’importanza della Squadra di un obiettivo comune e del lavoro collettivo, capii che dietro ad una persona ce ne sono mille ad aiutare, e anche che quello che fino ad allora aveva solo potuto sognare, si stava realizzando: le Olimpiadi. Quello che ancora non sapeva, era che il suo viaggio con le Farfalle era appena iniziato…».
«Arrivò l’arruolamento con l’Aeronautica, poi la fascia da capitana ed una nuova squadra, arrivarono medaglie, sconfitte dure, la responsabilità e la paura del fallimento, e guidata da un mix di emozioni e di esperienze quella ragazza diventò Donna, grazie alla Persona più incredibile che avesse mai conosciuto, la Manu. Le sue compagne diventarono la sua famiglia e con loro iniziò a condividere tutto, dalla stanza d’hotel ai periodi più bui, dalle risate fino alle lacrime alle vacanze», prosegue la campionessa.
Un percorso di crescita continua: «Quella donna guidata dal suo carisma e appoggiata da tante persone, in primis e da sempre dalla sua famiglia, arrivò così alla sua terza Olimpiade». Quindi il saluto commosso: «Qualche mese dopo, tornò a casa a Ferrara, per ricevere un premio, ma proprio lì su quel palco nel Teatro Nuovo, capì che quello era l’ultimo che riceveva da Atleta. Quella donna con il cuore colmo di emozioni su quel palco riuscì a raccontare una storia e poi concluse dicendo: “Grazie, a chi ha fatto parte del mio viaggio”