Ciao Alex Schwazer: essere umano imperfetto (come tutti noi ...

20 Lug 2024

Pubblicato 20/07/2024 alle 08:13 GMT+2

ATLETICA - La carriera da professionista di Schwazer è finita all'alba dei 40 anni, senza il lieto fine che tutti si aspettavano. Che tutti volevano. Una pellicola imperfetta, com'è stata imperfetta la sua vita, come siamo imperfetti tutti noi. Sarebbe bello prendere sempre la direzione giusta, ma purtroppo (o per fortuna) ai bivi della vita la segnaletica non c'è mai.

Alex Schwazer, Arco di Trento 2024

Alex Schwazer - Figure 1
Foto Eurosport.it

Credit Foto Eurosport

The Slow Rush è l'ultimo album dei Tame Impala, il progetto nato dalla mente (geniale) di Kevin Parker. L'ultima canzone del disco, uscito nel 2020, si chiama "One More Hour". È un pezzo di sette-minuti-e-tredici-secondi, in cui Parker contempla gli ultimi istanti prima di affrontare un grosso cambiamento. Nel corso della canzone continua a ripetere la frase "One More Hour", come se avesse bisogno di tempo prima di tuffarsi nel futuro. Come se avesse paura. Alex Schwazer di paura non ne ha più (forse non l'ha mai avuta), ma anche lui aveva disperatamente bisogno della sua One More Hour. Un'ora di gara, ovviamente, visto che l'ultima era datata maggio 2016. Aveva bisogno di rimettersi il pettorale, di tornare a muovere le anche, di ascoltare intorno a lui l'amore della gente. Voleva tornare a sentirsi vivo, a sentirsi atleta.

Arco di Trento, addobbata per l'occasione, è stata la cornice giusta: silenziosa, tranquilla, famigliare. All'interno dello stadio Alto Garda e Ledro, Schwazer ci ha provato, ma al tredicesimo chilometro ha dovuto alzare bandiera bianca per colpa della sciatalgia, che lentamente lo ha consumato fino al ritiro. Il suo volto, carico ed emozionato, con il passare dei chilometri si è contorto, fino a raggiungere una maschera di fatica. "Già al quarto chilometro ho sentito dolore", ha raccontato Alex al termine della prova, "ma volevo andare avanti a tutti i costi. Il tempo non mi interessava, volevo marciare per i miei bambini, mia moglie, gli amici e tutte le persone che mi sono state vicino". C'erano tutte infatti, dal leggendario Sandro Donati alla manager Giulia Mancini, oltre ad una cornice di pubblico che lo ha tifato come se fosse la finale olimpica.

Sempre seguendo il testo della canzone, Parker ad un certo punto dice: "Whatever I've done, I did it for love, I did it for fun, But never for money". Tradotto: "L'ho fatto per amore e per divertirmi, mai per i soldi". Schwazer soffriva di sciatalgia da tre settimane, avrebbe potuto spostare l'evento, ma non l'ha fatto. Ha gareggiato ed è andato avanti "As long as I can", come ripete la canzone nella sua parte centrale/finale. Finché ha potuto. Finché è riuscito. Contro il vento e sotto la pioggia, che dopo una partenza tranquilla hanno iniziato a imperversare sopra la sua testa. Una prova di forza assoluta, che potrebbe essere tranquillamente traslata nella vita di tutti i giorni. "Lo sport è vita", ha detto Alex.

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Una gara del genere cosa lascia? Tanto, ma soprattutto la voglia di chiudere. "Sì, è l'ultima. Andare avanti mi costa troppo. Ora faccio altro, guardo al futuro", ha specificato Alex. Ci sarebbero tante cose da dire su quello che è successo negli ultimi 8 anni, dalla squalifica alle rumorosissime assenze di ieri, ma non è questo il posto. Non è questo il momento. La carriera da professionista di Schwazer è finita all'alba dei 40 anni, senza il lieto fine che tutti si aspettavano. Che tutti volevano. Una pellicola imperfetta, com'è stata imperfetta la sua vita, come siamo imperfetti tutti noi. Sarebbe bello prendere sempre la direzione giusta, ma purtroppo (o per fortuna) ai bivi della vita la segnaletica non c'è mai.

Schwazer è figlio delle sue scelte, giuste e sbagliate. Non ha le partecipazioni e le medaglie olimpiche che il suo talento avrebbe meritato, ma ha trovato una moglie e due splendidi bambini. Oggi è un uomo che ha accettato ogni sentenza, ha chiuso quel capitolo e pensa solo al futuro. Non augura a nessuno di passare quello che ha passato lui, ma allo stesso tempo è riuscito a trasformare la rabbia in amore. "Il cuore è la cosa che conta, l'unico faro nel buio di questa stagione".

Buona vita Alex, goditi la famiglia.

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