US OPEN - Sogno americano: Taylor Fritz è il primo semifinalista del ...

Aggiornato 03/09/2024 alle 23:51 GMT+2

E' stato un match iniziato teso e diventato bellissimo, il primo quarto di finale dello US Open fra Taylor Fritz statunitense in missione e Alexander Zverev, qui sciagurato finalista nel 2020 con Thiem (buon compleanno Dominic). E' stato un match intenso, lottato, in cui Fritz ha giovato dell'iniziale e quasi tipica indolenza del diesel tedesco per aggiudicarsi il primo parziale, meritatissimo al tie-break, col fattore risposta. Al loro decimo confronto head-to-head con 5 successi per Zverev ma ultimo, fresco e autorevole precedente per l'americano agli ottavi di Wimbledon, nella bolgia dell'Ashe ci sono due tennisti che fanno del servizio un'arma letale e specialmente si sfidano da molti anni su tutto il circuito.

Il secondo set non pare cambiare la sua inerzia in leggero favore di Fritz, ma nel quarto game, Zverev vince il punto del torneo tirando all'incrocio delle righe un passante in corsa semplicemente devastante. Sascha s'esalta "in trasferta", aprendo una crepa nel muro di Taylor, fin lì perfetto nel tripudio di casa, in tutte le scelte e su ogni colpo. Lo scambio è durissimo e lo conduce lo statunitense in spinta full gas da fondo. Zverev, già salvatosi con un back elegantissimo, rimonta in corsa l'ultimo attacco a rete di Fritz e il resto è pura magia. Un gioco di prestigio: un "tiro nel sette", si direbbe nel calcio.

Fritz tiene comunque la battuta, ma nel tennis niente avviene per caso e di lì a poco, dopo oltre un'ora e mezza di gioco, Zverev passa alla prima chance concessagli da Fritz in tutta la partita (5-3) e serve solo prime vincenti per il set. Il terzo parziale è quello dei ribaltamenti di fronte, il meno leggibile nel computo delle statistiche, perciò il più bello, con la prima palla break a favore di Zverev nel primo game e un 3-0 Fritz, poi inceppatosi nei colpi (3-3). Ma rinsavito tra scambi emozionanti e lottatissimi, spettacolari discese a rete e altri passanti strepitosi, cresce, monta e si consuma così il game più bello del match con 5 set-point Fritz, primi 3 da 0/40, e un terzo set in cassa americana (6-4).

Nel quarto set non si gioca per 4 game on serve, poi Zverev cancella 2 break-point sanguinosi (2/13) che accendono una spia, perché oggi Fritz ha più coraggio alla ricerca costante del punto diretto, in profondità sulla diagonale del rovescio, aprendosi il campo, avanzando il baricentro, attaccando il net per i suoi poderosi schiaffi al volo. Perché il ventiseienne di San Diego, che sul cemento di casa ha già vinto il Mille di Indian Wells piegando Nadal, oggi non forza più le soluzioni limitato al drittone e non gira più intorno al rovescio, lasciando scoperto tutto il fianco destro.

Dalla parte di Zverev, invece, c'è un po' di passività, con poche discese a rete e doti alterne (e troppo attendiste) nel prolungare gli scambi per trasformarli nelle sue proverbiali battaglie. Taylor è al comando delle ultime operazioni per muovere Sascha, aggrappato al servizio per ripararsi al tie-break. Ma dei 9 disputati dai due in carriera, anche il settimo lo vince l'audace Fritz in fase di costruzione dei punti più belli e decisivi. Finisce 7-6 (2) 3-6 6-4 7-6 (3), sarà la prima semifinale Slam della sua carriera e il sogno americano continua... Anche perché, Dimitrov permettendo, venerdì potrebbe esserci un derby a stelle strisce, a New York, con Frances Tiafoe. Ovvero un tennista statunitense in finale allo US Open.

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