Amadeus, parla il primo maestro del conduttore tv: «Era bravo già ...
diMarianna Peluso
Verona, Renzo Campo dell'Orto, ora presidente di una biblioteca, ha insegnato il lavoro al conduttore in una piccola radio locale. «Quando si accendeva il microfono, lui andava dritto come un treno»
Tra fm 95.9 e fm 96.2 ci sono 26 anni di parole, musica e storie raccontate sulle frequenze di Radio Blu, un'emittente fondata e diretta da Renzo Campo dell'Orto. Classe 1950, nato a Vittorio Veneto (Treviso), ma residente a Villafranca (Verona), ha scritto interi capitoli della cultura del territorio. A partire dal 1977 interrompe la carriera da infermiere dell'aeronautica per infilare le cuffie e accendere il microfono, intrattenendo gli ascoltatori della provincia di Verona e di tutte le province limitrofe. Tra i suoi allievi, negli Anni Ottanta, c'è anche Amadeus.
«All'epoca era ancora solo Amedeo Sebastiani – ricorda col sorriso stampato in volto – un ragazzo robusto coi capelli ricci. È venuto da me nell'82 ed è rimasto fino all'84: aveva già lavorato in una piccola radio, ma aveva scelto di farsi un'esperienza a Radio Blu perché era molto in voga di quegli anni, soprattutto per i ragazzi tra i 18 e i 30 anni. Gli ho insegnato il lavoro e lui, devo ammetterlo, è sempre stato molto preciso e professionale. Sempre simpatico, spigliato, giocherellone, amichevole. Poi quando si accendeva il microfono, lui andava dritto come un treno ed era molto bravo».
È l'estate in cui Gianna Nannini canta “Fotoromanza”, Giuni Russo “Limonata cha cha cha” e Billy Idol esplode con “Eyes without a face” quella in cui Campo dell'Orto porta Amedeo in Arena per fare la diretta radio durante il Festivalbar. «Sono stato io a presentargli Claudio Cecchetto – ammette -. Il giorno successivo incidemmo un nastrino per Radio Deejay e l'anno dopo era già diventato Amadeus». Radio Blu chiude, ma l'amicizia e la stima tra i due speaker non si spegne. «Siamo rimasti in contatto e, di tanto in tanto ci sentiamo al telefono. L'ultima volta che l'ho chiamato, qualche mese fa, mi ha detto “Renzo sono incasinatissimo” perché stava vivendo il passaggio a Discovery, ma è rimasto la persona gentile di un tempo».
Rec, pause, rewind, play. Cambiano le esperienze lavorative per Campo dell'Orto, ma resta l'abitudine a incidere il suo nome nella storia della città. «Per sei anni ho diretto un'agenzia di comunicazione e sono stato consulente della comunicazione per gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma. Ho anche scritto due libri». Sembra il riassunto di più vite, invece le risorse del signor Renzo continuano a spaziare nell'ambito dell'informazione e della divulgazione della cultura.
Nel 2018 viene nominato presidente della biblioteca civica Mario Franzosi di Villafranca e ora, dopo uno stop di poco più di un anno, sta per essere nuovamente nominato a rivestire il ruolo. «Entro fine settembre sarò convocato dal consiglio comunale per l'ufficialità della nomina – spiega – ma mi è già stato comunicato che l'amministrazione ha scelto me tra i vari candidati. Io avevo dato la disponibilità e sarò felice di ricominciare da dove avevo lasciato». Durante il precedente mandato, la biblioteca è stata terreno fertile per invitare autori di rilevanza nazionale e internazionale e per affrontare dibattici e confronti pubblici con giornalisti ed ex-giornalisti. Tra le iniziative di Campo dell'Orto spicca anche la creazione del Circolo dei lettori, del Circolo dei fotografi e del bookcrossing in alcuni punti strategici della città. «Nella mia vita continuo a fare di tutto e di più – ride -. Ho 74 anni e sarei pensionato, ma non sono mai stato fermo un minuto. Appena avrò la nuova nomina di presidente della biblioteca mi rimboccherò le maniche. A dir la verità, ho già qualche idea».
17 settembre 2024
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