Amber Rose ora appoggia Trump: «Né razzista né omofobo, per ...

17 Lug 2024
Amber Rose

diChiara Barison

La rapper e modella di Philadelphia ha tenuto un discorso alla convention repubblicana di Milwaukee, in Winsconsin in cui ha raccontato la sua «conversione»

«Ho capito che ai sostenitori di Donald Trump non importa se sei nero, bianco, gay o etero, è tutto amore». A dirlo è stata Amber Rose, rapper e modella di Philadelphia, proprio dal palco della convention repubblicana di Milwaukee, in Winsconsin. Lo stesso palco che in questi giorni è stato solcato da un Donald Trump ferito e trionfante dopo il tentativo di assassinarlo in Pennsylvania di sabato 13 luglio. Fin qui, nulla di così insolito. Peccato che, sulla falsariga del candidato vice J.D. Vance, anche Rose abbia un passato non proprio filo trumpiano. Nata nel 1983 nella Pennsylvania che avrebbe potuto passare alla storia come il luogo della morte dell'ex presidente repubblicano, è considerata una delle sostenitrici di spicco della corsa alla Casa Bianca del tycoon. Nera e di madre capoverdiana, nel 2016 la pensava in modo diametralmente opposto: «È un idiota, spero davvero che non diventi presidente».

In otto anni le cose sono cambiate e, come rivela lei stessa con voce sicura alla convention, a farle vedere le cose sotto un'altra prospettiva è stato suo padre, strenuo sostenitore del tycoon. «La verità è che i media ci hanno mentito riguardo a Donald Trump - esordisce Rose tra applausi e urla di approvazione del pubblico - lo so perché per molto tempo ho creduto a quelle bugie». Di fronte allo sguardo compiaciuto sia di Trump che di Vance, racconta di essere rimasta scioccata dall'orientamento politico del padre alla luce della composizione multirazziale della sua famiglia. «A causa della propaganda democratica ho credevo che Trump fosse razzista - prosegue - e per provare a mio padre di avere ragione ho fatto delle ricerche su di lui». Proprio dagli approfondimenti sulle politiche di The Donald, Rose dice di essere giunta alla conclusione che il candidato alla presidenza degli Stati Uniti non sia affatto razzista. «Ed è stato allora che mi sono resa conto: questa è la mia gente. Questo è il posto a cui appartengo». E poi l'endorsement finale: «(Quando Trump era presidente, ndr) Eravamo più sicuri, più ricchi e più forti». C'è da dire che il sostegno da parte della rapper non è un caso isolato. Ha fatto notizia quello, soprattutto economico, del patron di Tesla e SpaceX Elon Musk, a cui si aggiungono quello di 50 Cent e del sostenitore storico Kid Rock

17 luglio 2024

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