Frode fiscale: chiesti in Spagna 4 anni e 9 mesi di carcere per ...
L'accusa fa riferimento ai proventi dei diritti di immagine della stagione 2014-15: il tecnico non avrebbe dichiarato oltre 4 milioni di euro
6 marzo 2024 (modifica alle 12:26) - MILANO
La Procura di Madrid ha chiesto 4 anni e 9 mesi di carcere per il tecnico del Real Carlo Ancelotti, accusato di evasione fiscale. Secondo la Fiscalia Ancelotti avrebbe evaso circa un milione, dai proventi per i diritti di immagine, nel periodo 2014-2015. Stasera l'allenatore emiliano guiderà i blancos nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Lipsia.
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L'accusa sostiene nella denuncia che Ancelotti avrebbe firmato il 4 luglio 2013 un contratto di lavoro come allenatore del Real Madrid per il periodo compreso tra luglio 2013 e il 30 giugno. 2016 “precisando nella retribuzione per tale periodo, oltre alla prestazione lavorativa, anche i proventi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine al club”. Si precisa, inoltre, che dal luglio 2013 l'imputato ha iniziato a lavorare e risiedere in Spagna, stabilendo come domicilio e residenza abituale un immobile situato in una piazza centrale di Madrid. Tuttavia, quando l'allenatore interruppe "prematuramente" la sua relazione con il Real Madrid il 25 maggio 2015, tenne la casa in affitto fino all'ottobre di quell'anno, quindi nel corso del 2015 "la Spagna fu il suo principale centro di relazioni personali e di interessi economici".
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La Procura sottolinea che "per evitare la tassazione dei proventi derivanti dai diritti d'immagine", sia quelli percepiti dal Real Madrid che da altri marchi in occasione di vari eventi, l'allenatore ha fatto ricorso ad una rete "complessa" e "imprecisata" di trust e società al fine di canalizzare la raccolta dei diritti di immagine. Ancelotti avrebbe "simulato" la cessione dei suoi diritti di immagine ad enti "privi di reale attività" e capacità di sfruttamento, domiciliati fuori dalla Spagna "perseguendo così l'opacità di fronte all'Erario spagnolo e l'occultamento del reale beneficiario dei proventi i suoi diritti di immagine, in modo che né lui né alcuna di dette società debbano pagare tasse sulle ingenti somme ricevute in Spagna o fuori dal nostro Paese".
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Ancelotti, secondo la Procura, avrebbe firmato il 1 luglio 2013 un contratto privato in cui avrebbe ceduto i suoi diritti di immagine alla società Vapia Limited per un periodo di dieci anni e un prezzo di 25.000.000 di euro. Il giorno dopo, l'ente nomina l'allenatore del Real Madrid come suo rappresentante, "concedendogli i massimi poteri per gestire i suoi diritti d'immagine". Successivamente, in data imprecisata, è stato formalizzato un allegato all'accordo che ha modificato la durata del contratto riducendola a tre anni e il prezzo di compravendita dei diritti di immagine riducendolo a un milione di euro. Ancelotti, sempre secondo la Procura, ha presentato in tempo le sue dichiarazioni di autocertificazione corrispondenti all'Irpef, nelle quali affermava il suo status di residente in Spagna, registrando solo la retribuzione di lavoro personale percepita dal Real Madrid. Tuttavia, "ha omesso tutte le entrate corrispondenti allo sfruttamento dei suoi diritti di immagine (...) arrivando così a dichiarazioni con quote negative" con un saldo negativo di 39.575 euro nell'anno fiscale 2014 e 529.076 nel 2015, importi che sono stati restituiti dall'Agenzia delle Entrate in entrambi i casi. La Procura precisa che i proventi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine rappresentavano redditi pari a 1.249.590 euro nel 2014 e 2.959.768 nel 2015 senza che Ancelotti o gli altri due enti abbiano pagato imposte su tali importi.
Gazzetta dello Sport
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