Angela Merkel: «Dissi di no all'ingresso dell'Ucraina nella Nato ...
Un'autobiografia politica per scivolare in modo indolore dalla cancelleria alla pensione fu un consiglio del suo buon amico Barack Obama. Ma Angela Merkel, adesso, dovrà presentare "Libertà", le sue memorie, in una delle fasi più difficili di sempre dal momento che i risultati della sua leadership sono messi fortemente in discussione proprio in Germania. È stato die Zeit a pubblicare un ampio stralcio del libro in uscita martedì prossimo in 30 lingue, dove è contenuta una prima importante risposta dell'ex Kanzlerin: perché negò l'ingresso a Kiev nella Nato nel 2008? «Perché l'adesione di un nuovo membro deve portare più sicurezza non solo a lui ma anche all'Alleanza». E Merkel già all'epoca ebbe timore della reazione dello zar russo, che non sarebbe certo rimasto a guardare. «Io ritenni illusorio immaginare che lo status di candidato per l'ingresso nella Nato potesse costituire una protezione dall'aggressione di Putin e che questo status potesse agire a tal punto da deterrente da lasciare che Putin lo accettasse rimanendo inerte», scrive. «Il fatto che la Georgia e l'Ucraina non abbiano ricevuto lo status di candidati per l'ingresso nella Nato fu un "no" alle loro speranze - aggiunge poi in un passaggio molto interessante della sua analisi -. Il fatto che la Nato abbia offerto loro la prospettiva di un impegno generale per l'adesione è stato, per Putin, un sì all'adesione alla Nato per entrambi i Paesi, una dichiarazione di guerra».
Il tour di Merkel in giro per il mondoPoter ascoltare la voce di Angela Merkel è ormai molto raro nella Repubblica federale, e questo rende ancor più interessante il tour che la Kanzlerin si appresta a fare in diversi Paesi del mondo - dagli Usa all'Italia (dove il libro è edito da Rizzoli) - per presentare le 736 pagine scritte a due mani con la fidatissima consulente politica Beate Baumann in oltre tre anni di assenza dalla scena politica. E l'opera di Frau Merkel è rilanciata anche dalla rielezione di Donald Trump, dal momento che pure sul tycoon, conosciuto al suo primo mandato, aveva qualcosa da raccontare ovviamente.
Durante il primo incontro con l'allora neoeletto presidente degli Stati Uniti nel 2017, questi le chiese del suo rapporto con Putin nello Studio Ovale della Casa Bianca: «Era chiaramente molto affascinato dal presidente russo - scrive ora l'autrice -. Negli anni successivi, ho avuto l'impressione che i politici con tratti autocratici e dittatoriali lo affascinassero».
Russia, Gran Bretagna «direttamente coinvolta» nella guerra. Il ruolo della Nato e l'articolo 51 dell'Onu: cosa succede ora?
E proprio sui difficili colloqui con il leader repubblicano, che una volta le negò perfino la stratta di mano davanti ai fotografi, c'è una chicca: chiese un consiglio a papa Francesco su come comportarsi, quando seppe che Washington si sarebbe ritirata dagli accordi sul clima. «Senza fare nomi, gli chiesi come avrebbe affrontato opinioni fondamentalmente diverse in un gruppo di personalità importanti. Mi capì immediatamente e mi rispose in modo diretto: "Piegare, piegare, piegare, ma assicurarsi che non si rompa". Mi piacque quell'immagine». Zeit anticipa anche dei suggestivi passaggi sull'infanzia nella Germania dell'est, dove la figlia del pastore evangelico ebbe il privilegio di vivere a contatto con la natura: «Senza alcuna preoccupazione potevamo giocare, nuotare, passeggiare e vivere avventure». La gratitudine ai genitori si esprime con un ricordo speciale del ruolo della madre: «Fu lei a offrirmi lo spazio di protezione decisivo. C'era sempre quando ne avevo bisogno». Ma Merkel parla anche del contesto difficile del sistema comunista, in cui crebbe e si formò: «Questo Stato nonostante tutto non riuscì a levarmi una cosa, che mi lasciava vivere, percepire, provare emozioni: una certa dose di spensieratezza - confida ai lettori -. Il fatto che la Ddr non sia riuscita a togliermi questo trovo che sia la mia personale grande vittoria sul sistema». L'ex Kanzlerin presenterà Libertà, edito in patria da Kiepenheuer & Witsch, martedì 26 novembre al Deutsches Theater di Berlino.