Angela Merkel: “Putin è un nemico dell'Europa. Non ho voluto io la ...
In vista del nuovo libro autobiografico, di oltre 700 pagine, in uscita martedì, i quotidiani tedeschi hanno già pubblicato alcuni estratti delle memorie di Angela Merkel. Altre dichiarazioni della Cancelliera sono state, invece, rilasciate durante un'intervista al Corriere della Sera. Al quotidiano di via Solferino, Merkel ha parlato dei suoi rapporti con gli altri premier italiani: “Prodi lo avevo conosciuto quando era presidente della Commissione Europea. Mi aveva colpito che spingesse con entusiasmo per l'ampliamento a est dell'Unione. Con Berlusconi ho lavorato più amichevolmente di quanto molti pensavano. Si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei. Durante la crisi dell'euro la cooperazione con lui si è fatta più difficile” precisando “Non ho voluto io la caduta di Silvio Berlusconi.
“Monti lo conoscevo e lo stimavo da quando era Commissario Ue alla concorrenza. Era da un lato affascinato dalla Germania, dall'altro sempre in guardia, e a ragione, perché a causa della sua forte economia non avesse un ruolo speciale. Con Renzi - prosegue l'ex Cancelliera - ci fu un fatto interessante, già prima che succedesse a Letta, col quale ho anche lavorato bene. Da sindaco di Firenze catturò la mia attenzione una sua intervista a un giornale tedesco, in cui affermava che l'Italia doveva semplicemente fare delle riforme. Al tempo in cui molti migranti arrivavano in Europa, ho stabilito una collaborazione di fiducia con Conte. Gentiloni organizzò per noi leader dell'Ue una indimenticabile celebrazione per i 50 anni dei trattati di Roma, che ha rafforzato la coesione Europea. Infine, con Draghi abbiamo preparato insieme con successo il G20 di Roma nel novembre 2021 sotto le difficili condizioni della pandemia. Devo aggiungere che durante tutti i miei anni da Cancelliera - conclude Merkel - l'Italia ha avuto due meravigliosi capi dello stato: Napolitano e Mattarella. La considero una grande fortuna per il vostro Paese”.
Mattarella incontra la Cancelliera Angela Merkel, nella prima visita ufficiale in Germania 18 gennaio 2019 (Gregor Fischer/picture alliance via Getty Images)
Dall'Italia al mondo, Merkel ha espresso “enorme preoccupazione” per il ruolo di Elon Musk nel futuro governo degli Stati Uniti. Nella sua autobiografia in uscita il prossimo 26 novembre, intitolata “Libertà”, la Cancelliera solleva timori per l'ordine democratico occidentale con Donald Trump. Rispondendo a Der Spiegel, che l'ha intervistata, in merito alla sfida posta da Trump, o meglio se fosse cresciuta da quando è stato eletto per la prima volta nel 2016, Merkel ha risposto: “Ora c'è un'alleanza visibile tra lui e le grandi aziende della Silicon Valley che hanno un enorme potere attraverso il capitale”.
Musk, che sta consigliando Trump per il suo secondo mandato, è stato incaricato dal presidente eletto di guidare un dipartimento di efficienza governativa di nuova creazione insieme a Vivek Ramaswamy. Merkel ha affermato che gli intrighi finanziari del capo di SpaceX e Tesla hanno reso tale nomina altamente problematica. “Se una persona come lui è il proprietario del 60% di tutti i satelliti in orbita nello spazio, allora deve essere una grande preoccupazione per noi insieme alle questioni politiche”, ha sottolineato l'ex Cancelliera, argomentando che “la politica deve determinare l'equilibrio sociale tra i potenti e i cittadini comuni”.
Ha poi osservato che nella crisi finanziaria del 2007-08 durante il suo primo mandato come cancelliere tedesco, “la sfera politica era l'autorità finale che poteva sistemare le cose” con misure come i salvataggi abbinati a nuove normative. “E se questa autorità finale è troppo fortemente influenzata dalle aziende, sia attraverso il potere del capitale che attraverso le capacità tecnologiche, allora questa è una sfida senza precedenti per tutti noi”, ha prospettato Merkel nel suo libro. Merkel ha, inoltre, affermato che uno dei parametri di riferimento che contraddistingue le società libere è il controllo chiaro del potere aziendale e l'influenza degli ultra-ricchi. “In una democrazia, la politica non è mai impotente contro le aziende”, ha insistito Merkel.
Donald Trump e Angela Merkel (Nato, 2019) (Ansa)
Negli estratti delle sue memorie, pubblicate sul settimanale tedesco Die Zeit, l'ex premier ha valutato che Trump da presidente ha affrontato le relazioni con gli alleati di lunga data come aggressivamente transazionali, “come l'esperto immobiliare che era prima di entrare in politica”. Lo ha trovato particolarmente affascinato dal presidente russo, Vladimir Putin, e dai “politici con tratti autocratici e dittatoriali”.
Sempre sulla figura di Trump, Merkel ha riconosciuto di aver sbagliato quando lo ha scambiato per “qualcuno completamente normale” e ha parlato del momento imbarazzante in cui il presidente degli Stati Uniti non le strinse la mano di fronte ai fotografi nel marzo 2017, durante il loro primo incontro. Infine ha riconosciuto di aver sostenuto Hillary Clinton e Kamala Harris nelle loro candidature presidenziali e che le loro sconfitte l'avevano riempita di tristezza. Nelle sue memorie, l'ex cancelliera tedesca, che durante il primo mandato di Trump era stata definita da alcuni osservatori “leader del mondo libero”, ha inoltre dichiarato che “è importante controbilanciare il clamore dei social media, come quello suscitato dall'AfD in questo Paese”, riferendosi al partito di estrema destra Alternative für Deutschland, ora al secondo posto nei sondaggi d'opinione prima delle elezioni anticipate del 23 febbraio.
Vladimir Putin e Angela Merkel (Ansa)
Su Putin, Merkel esprime un giudizio severo. “Putin nemico d'Europa, ma cercai la via del dialogo. Non bloccai il gas perché tenevo all'economia. Io conoscevo molto bene le intenzioni del Presidente russo. Sapevo che non avevamo a che fare con un amico dell'Europa. La questione era solo come reagire. La mia risposta non è stata di non avere più alcun rapporto con Putin, ma piuttosto di cercare di impedire l'invasione dell'Ucraina attraverso colloqui, a volte anche molto polemici nei quali non ho usato alcun giro di parole”.
“Per un certo periodo ha funzionato - ha continuato Merkel - con l'inizio della guerra russa contro l'Ucraina, la situazione è fondamentalmente cambiata. Le nostre vedute erano diametralmente opposte. Putin cercava di fare della Russia di nuovo una grande potenza. Ma non era in grado di farlo sul piano economico, attraverso il benessere per tutti. Ci ha invece provato con i metodi imparati nel Kgb, attraverso la forza militare e il nazionalismo. Così molte delle speranze che avevamo nel 1990, che la Russia prendesse gradualmente la strada della democratizzazione, non si sono avverate”. Perché, le viene chiesto, nel 2015, un anno dopo l'annessione della Crimea, non ha bloccato il progetto del gasdotto nord stream 2? “Consideravo mio compito assicurare che l'economia tedesca potesse sfruttare la possibilità di avere gas a buon mercato. E vediamo quali conseguenze hanno per la Germania gli alti costi dell'energia. Inoltre, per ragioni politiche volevo mantenere rapporti economici con la Russia perché anche quel Paese potesse partecipare al benessere”.