Angelina Jolie ancora dalla parte dei più deboli. L’attrice che è stata per moltissimi anni inviata speciale dell’Onu per i rifugiati scrive: "La ricerca medica, le immagini e la formazione continuano a concentrarsi sulla pelle bianca, non su come le lesioni si presentino in modo diverso nei pazienti con carnagione più scura. Di conseguenza, i professionisti medici, inclusi infermieri ed esaminatori forensi, spesso non rilevano lesioni, a seconda dell'etnia".
L’attrice era già stata in passato sotto i riflettori nel mondo della sanità. Alcune sue scelte in materia di salute personale, come quella di sottoporsi a mastectomia e poi ovariectomia per ridurre il rischio di cancro legato alla mutazione dei geni Brca1-Brca2 di cui è portatrice, hanno avuto l'effetto di plasmare il dibattito, accelerare progressi nel campo della prevenzione, alzare il livello di consapevolezza delle persone. In un editoriale uscito in questi giorni sulla rivista American Journal of Nursing parla come madre di bambini di più etnie, e spiega: "Ho visto i miei figli di colore ricevere diagnosi errate, a volte in modi che ne mettevano in pericolo la salute. Anche se la mia famiglia ha accesso a cure mediche di alta qualità - spiega Jolie - diagnosi semplici vengono mancate a causa della continua priorità della pelle bianca in medicina". Per aver sollevato il tema l'attrice ha ricevuto anche il plauso del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus: "Grazie ad Angelina Jolie per aver alzato la voce contro il razzismo in medicina.
“Health for all significa che ognuno di noi può accedere a diagnosi, cure e assistenza tempestive e di qualità, indipendentemente dal colore della pelle o dall'etnia", ha scritto in un tweet Angelina Jolie. Obiettivo dell'editoriale è evidenziare come si debba porre la stessa attenzione in visite e accertamenti, indipendentemente appunto dal colore della pelle che si ha davanti. E fare uso per esempio delle "nuove tecnologie di rilevamento dei lividi per diverse tonalità della pelle", che "possono aiutare". Il suo pensiero va in particolare alle "lesioni subite da persone di colore sopravvissute agli abusi", lesioni "che possono essere appena visibili o del tutto invisibili a occhio nudo, nonostante causino danni e dolore significativi". E "il pregiudizio razziale nella raccolta di prove forensi è solo un aspetto di problemi sociali molto più ampi che portano a disuguaglianze sanitarie e risultati sanitari diversi gravati da questo 'bias'". A livello sociale, incalza l'attrice, "le disparità razziali nell'assistenza sanitaria influenzano gli esiti per milioni di persone". "E' giunto il momento di abbracciare nuove soluzioni", conclude.