Angelina Mango: «Ho sempre avuto tantissime crush, ma l'amore è ...
L'anno in cui tutto è cambiato, non è cambiata lei. Angelina Mango, 23 anni, scrive ancora le parole sulle mani, tiene al collo le collanine colorate, si emoziona ogni volta che sale sul palco. Anche se ne ha già conquistati molti: la vittoria di Sanremo, l'Eurovision, i club, il Fabrique di Milano, la versione spagnola de La Noia. E ora il primo album di inediti: poké melodrama_, c_on tutti i titoli delle canzoni scritte in minuscolo da brava GenZ. Quattordici brani, tutti intimi, tre collaborazioni (con Marco Mengoni, Bresh e Dani Faiv e VillaBanks), parole che puntano dentro come «tra fratelli ci sono momenti più freddi / ed è colpa di entrambi / fortuna ci teniamo stretti», e «lo sai che anche mio padre sta nel cielo come il tuo / mi tremano le gambe / vorrei essere più grande». Angelina Mango le canterà quest'estate nei festival, in autunno nel club e nelle tappe europee.
Perché questo titolo?
«Ci sono dentro tutte le mie anime, e insieme si mescolano. Gli ingredienti del mio poké sono la sincerità, l'energia, la cassa su cui ballare, un pizzico di rancore e un bel po' di maturità che non pensavo di averne così tanta, e invece».
È cresciuta durante quest'ultimo anno?
«Non mi sono mai fermata se non per andare in studio, quindi il lavoro che ho fatto su di me è stato proprio scrivere. E nel momento in cui scrivevo, ho realizzato realmente come mi sentivo. L'album è stata la mia terapia».
Quali sono i suoi gioielli di famiglia?
«Sono i valori, i valori molto profondi che mi hanno insegnato i miei genitori, come riuscire a comunicare con la musica e poter fare scelte solo e unicamente per amore. Tutto questo era la priorità a casa mia, quando ero piccola, e mi è rimasto cucito addosso».
Con Marco Mengoni canta uguale a me. Com'è andata?
«Ha una sensibilità tale che ti mette a tuo agio all'istante e allo stesso tempo ti fa tremare le gambe quando prende in mano il microfono. E io che sono come una spugna, ho vissuto ogni sensazione con tutto il mio corpo».
In La Noia parla di «perline colorate da snodare con l'età» e di «bimbe incasinate con i traumi». Cantarla l'aiuta a mettere ordine?
«La prima volta che l'ho cantata avevo paura di essere stata un po' troppo diretta, però mi piace il poter raccontare una crescita difficile in modo ironico, mi permette di esorcizzare molte situazioni che ho vissuto. Oggi sento che ho snodato un sacco di di perline e di fili. Ci sono ancora tanti nodi, e ne continuo a creare, ma avrò tempo di snodarli tutti, ne sono convinta».
In crush parla di farfalle nello stomaco e di cotte a cuor leggero. È davvero una fan delle crush?
«Avere una crush per me è strano perché sono molto innamorata (del musicista Antonio Cirigliano, al suo fianco da oltre due anni, ndr), ma le crush sono una cosa diversa. Le cottarelle non sono questione d'amore vero e proprio, è come quando i bambini arrossiscono. Io ne ho sempre avute tantissime di crush, non me ne vergogno. È il lato divertente, il lato adolescenziale, che non so se sarà mai ricambiato dalla mia vita reale».
E l'amore, invece?
«L'amore è il motivo per cui si fa tutto, è il motivo per cui esistiamo e io ho imparato a conoscere anche l'amore da adulti. In Diamoci una tregua parlo di un amore adulto e non pensavo di poterlo fare a questa età, vuol dire che sono cresciuta molto. Capita a volte di litigare solo per il gusto di farlo, solo per sfogarsi. A volte si usa l'altra persona come se fosse un pungiball, ma io che sono la persona più testarda del pianeta ho imparato a fermarmi. A dire "ok, hai ragione tu". E fare questo passo indietro a volte salva, e forse vuol dire amare in maniera matura. Per me è una sensazione nuova, sto ancora prendendo le misure».
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