Il marito di Anna Kanakis: “Ha lasciato tutti i suoi gioielli per ...
22 Novembre 2024 12:14
Marco Merati Foscarini, marito di Anna Kanakis, a un anno dalla scomparsa della moglie, racconta gli ultimi mesi di vita dell’attrice, vergati dalla malattia e parlando delle sue ultime volontà. Racconta infine dell’amore e della complicità che per vent’anni li ha tenuti uniti.
Un anno fa, il 20 novembre 2023, si spegneva Anna Kanakis, a soli 61 anni. L'attrice non ha mai reso nota la sua malattia, un linfoma, ma negli anni in cui vi ha dovuto fare i conti non si è mai arresa e si è impegnata ad aiutare, come poteva, coloro che le sono stati accanto fino all'ultimo. In un'intervista al Corriere, il marito Marco Merati Foscarini ha raccontato gli anni di vita trascorsi insieme e le ultime volontà di una diva, che aveva deciso di lasciare la recitazione per dedicarsi alla scrittura.
La diagnosi di linfoma e il testamento dell'attriceFoscarini parla del giorno in cui, sua moglie, con la quale avrebbe dovuto festeggiare vent'anni di matrimonio, si è spenta sottolineando che per quanto potesse essere preparato, non ha mai smesso di sperare che una cura potesse esserci: "In parte, perché me l’avevano detto. Però la speranza nel miracolo ce l’hai sempre. Anna aveva scoperto di avere un linfoma nel 2018, facendo un esame del sangue di routine. Dopo, per due volte, la malattia era andata in remissione. Abbiamo fatto viaggi, vacanze, aveva scritto il suo ultimo libro. Era stata bene". Quando ha ricevuto la diagnosi, l'attrice ha cercato di non abbattersi, ma di rendersi utile:
Con grande coraggio. E preoccupandosi soprattutto degli altri. Al pronto soccorso Ematologico del Policlinico Umberto I di Roma, ci sono tre targhe che la ricordano. È una struttura geniale riservata ai pazienti con malattie del sangue, ma è pubblica, ha poche risorse e Anna ha rifatto tutto il reparto, dove fra l’altro è mancata. Quella sera, ha chiesto lei di andare. Ha chiamato il professor Maurizio Martelli che ci è sempre stato vicino con professionalità e cuore e gli ha chiesto di ricoverarla.
Kanakis aveva affrontato la malattia sperando che ogni terapia potesse portarle dei miglioramenti, non immaginava che non ci fosse più nulla da fare: "A ogni visita, chiedeva che probabilità avesse e andava avanti", nonostante la speranza l'attrice aveva voluto modificare il testamento: "Però, dieci giorni prima di morire, aveva cambiato il testamento. Forse, aveva capito, ma non lo diceva, per proteggere me. E aveva detto al professore: se ha altre cose che posso fare per il reparto, me lo dica". Il suo intento è sempre stato quello di aiutare gli altri, di sentirsi utile e gli ultimi mesi della sua vita li ha trascorsi dedicandoli alla nipote del marito:
Da poco era nata una bimba, figlia di mia nipote, e lei se n’era innamorata. Sofia Nicla, detta Pupazza. Nei suoi ultimi giorni, le uniche chat che Anna guardava erano quelle con le foto di Pupazza. Le ha lasciato la casa al mare, amatissima, di Porto Santo Stefano. Il testamento, invece, lo aveva fatto dopo aver saputo della malattia, lasciando il ricavato della vendita dei suoi gioielli alla Fondazione Veronesi e alla Fil, la Fondazione italiana linfoma.
Foscarini racconta la loro storia d'amore, durata quasi 20 anni. Si sono conosciuti quando lei aveva 42 anni e lui 57 e dopo quattro mesi si sono sposati. Ad unirli, come racconta il noto nome della finanza: "La complicità. L’ho scritto nel mio necrologio, parlavamo di tutto, sempre, senza fermarci mai". L'appartenere a due mondi così diversi è stata fonte di ulteriore ricchezza, di scambio reciproco: "L’ho seguita sui set, in Umbria, in Tunisia, ovunque, mi divertiva conoscere quell’ambiente" racconta e aggiunge: "Stare sempre insieme in entrambi i mondi era naturale. E la prima volta che mi ha accompagnato a una cena, organizzata da Generali a Firenze, siamo entrati, c’erano tutti i personaggi della finanza italiana, ma i fotografi erano tutti per lei". Il giorno in cui, in ospedale, ha chiuso gli occhi per l'ultima volta, erano insieme: "Ero lì con lei. Lei non voleva che stessi lì. Mi ha detto: vai via. Ma non me ne sono andato".