Juventus-Napoli, Antonio Conte torna allo Stadium (col pubblico ...

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Pubblicato 20/09/2024 alle 16:52 GMT+2

SERIE A - Antonio Conte torna in casa della Juventus, da avversario, per la prima volta di fronte alla presenza del pubblico di cui è stato idolo per 16 anni (13 da giocatore, 3 da allenatore). Una storia recente delle dichiarazioni dell'attuale tecnico del Napoli, tra rivendicazioni bianconere, rispetto e qualche storia tesa.

Conte: "Faccio parte della storia della Juventus per quanto fatto e dato"

Antonio Conte - Figure 1
Foto Eurosport.it

Antonio Conte torna a Torino; e questa volta lo fa "per davvero". Non che la precedente non fosse stata reale. Anzi, con Andrea Agnelli, all'epoca presidente della Juventus, era finita a male parole del primo e ditino in risposta dell'altro.

Questa volta però ci sarà il pubblico. Quel pubblico con cui in bianconero Conte ha vissuto in simbiosi per 16 anni: 13 da giocatore, 3 da allenatore. Ci ha tenuto a sottolinearlo lui stesso, nella conferenza stampa dell'antivigilia: "Penso... Anzi, sono certo di essere storia della Juventus. Ho vinto praticamente tutto da giocatore, ho contribuito a mettere le basi di un ciclo storico di 9 Scudetti da allenatore". Lo dice con qualcosa in più di un pizzico di orgoglio Antonio Conte, che 'juventino' in fondo ha deciso di esserlo con trasparenza, come si impone ai professionisti.

Conte: "Faccio parte della storia della Juventus per quanto fatto e dato"

In estate infatti, dal ritiro del Napoli, durante la presentazione, qualcuno intonava quei classici cori da stadio. "Chi non salta juventino è", riecheggiava tra i tifosi partenopei, vogliosi evidentemente di un segnale da parte del nuovo allenatore e del suo 'peccato originale'. Il tecnico però, sorridente - e al tempo stesso immobile - se la cavava con la più saggia delle uscite possibili: "Non chiedetemi cose che non farò, penso che si debba sempre dare l'esempio positivo. Quello che posso promettervi è che sarò il primo tifoso del Napoli".

Conte: "Chi non salta è juventino? Ci vuole sempre rispetto"

Perché in fondo questo è sempre stato Antonio Conte: un professionista esemplare. E già alla Juventus, più di dieci anni fa, quando gli chiedevano quanto incidesse il tifo e se in futuro avesse accettato un eventuale incarico da Milan o Inter, rispose in conferenza stampa lapidando i presenti: "Nel calcio siamo dei professionisti, mai direi mai in tutte le situazioni. Io sono tifoso della Juve e sono l'allenatore della Juve, ma se dovessi allenare il Milan o l'Inter, diventerei il primo tifoso del Milan o dell'Inter. Forse a qualcuno non è chiara questa cosa".

Una sorta di premonizione insomma; di un futuro che Conte aveva già intuito non avrebbe fatto di lui quel 'Ferguson bianconero' che sembrava dovesse diventare dopo quel clamoroso impatto da allenatore sul mondo Juve. Conte si è sviluppato e ha vinto anche altrove, dall'esperienza in Nazionale ai successi con Chelsea e Inter.

Ecco, più che l'addio burrascoso o l'attuale scelta Napoli, parte del mondo juventino probabilmente ancora mal digerisce il suo ottimo lavoro fatto all'Inter. Perché esattamente come per i bianconeri, Conte ha rifondato anche i nerazzurri, ponendo quelle fondamenta su cui oggi Simone Inzaghi ha plasmato quello squadrone capace di giocarsela alla pari con il club campione del mondo in carica. Sì perché in epoca recente in pochi - probabilmente nessuno - hanno lavorato meglio di Conte quando c'è da ricostruire, da ritirare in piedi la baracca. Ragion per cui a Napoli, dopo i disastri della passata stagione, ADL l'ha a lungo coreggiato; ragion per cui Conte ha a lungo atteso prima di effettivamente cadere al corteggiamento partenopeo. Perché in fondo anche la stessa Juventus aveva bisogno di una ripartenza; e non è un mistero che l'attuale tecnico del Napoli, una telefonata dalla nuova dirigenza juventina, avesse sperato di riceverla. Così non è stato e preso atto dei fatti, siamo all'attualità di questi giorni. Di un Conte che si dichiara "emozionato" per il ritorno in uno stadio dove è stato per una vita protagonista, ma condottiero oggi di un Napoli che vuole ritrovare ambizioni. Da questo test, forse un po' prematuro sia per lui che per quel Thiago Motta chiamato a provare a ripetere ciò che Conte mise in piedi alla Juve nell'estate del 2011, inizieremo ad avere le prime indicazioni per entrambi. Al di là del campo, però, c'è soprattutto la curiosità per il contorno. Il pubblico bianconero avrà digerito 'gli sgarri' di un uomo la cui 'stella' resta - proprio fisicamente - ben cementata nella storia del loro club? Saranno fischi? Oppure sarà semplice indifferenza? Lo scopriremo tra qualche ora. Nel mentre, Conte, con le sue parole, ha voluto ricordare in ogni caso cose è stato per la Juventus. Ai tifosi però - da sempre l'ultimo grado di giudizio per queste questione - il compito di emettere la sentenza di terzo grado.

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