"Damasco vi aspetta". I ribelli puntano a circondare la roccaforte di ...
Le forze anti Assad, protagoniste dalla travolgente avanzata in Siria, sono a 20 chilometri da Damasco. Nelle ultime ore l'esercito governativo ha perso il controllo della provincia di Daara
Obiettivo Damasco. I ribelli jihadisti hanno messo nel mirino la roccaforte di Bashar al Assad e sono sempre più vicini alla città più importante della Siria. Si troverebbero a circa 20 chilometri, e starebbero continuando a conquistare ampie porzioni del Paese. Nelle ultime ore l'esercito governativo ha perso il controllo della provincia di Daara e avrebbe lasciato alcune posizioni che occupava nelle zone limitrofe alla capitale. Secca la smentita del ministero della Difesa, che ha negato la ricostruzione offerta dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, think tank attivissimo nel descrivere cosa sta accadendo in loco.
Damasco nel mirino dei ribelliSecondo quanto riportato da al Jaazera, i ribelli avrebbero lanciato una sorta di operazione militare speciale da diversi assi. Il fine di questa mossa? Arrivare a Damasco. Ed è qui, infatti, che puntano i riflettori degli analisti internazionali, molti dei quali sono convinti che Assad e la sua famiglia abbiano lasciato il Paese per mettersi al riparo in Russia. Al netto di voci e indiscrezioni al momento non confermabili, il citato Osservatorio siriano per i diritti umani ha spiegato che le forze di Assad si sarebbero ritirate dalla capitale. "Si sono ritirate dalle città a sudovest di Damasco, una decina di chilometri dalla capitale, che sono state prese" dagli insorti, ha spiegato Rami Abdel Rahman, direttore del think tank con sede a Londra.
"Non è vera la notizia secondo cui le nostre forze armate, presenti in tutte le zone rurali di Damasco, si sarebbero ritirate", ha affermato, invece, il ministero della Difesa siriano. In ogni caso, secondo il comandante dei ribelli, Hassan Abdel Ghani, "l'avanzata verso Damasco continua". Il Financial Times ha scritto che i ribelli si stanno avvicinando alla città strategica di Homs e stanno inoltre cercando di spingersi verso sud, dove sono le roccaforti del presidente Assad. La situazione è dunque sempre più critica.
Cosa succede in Siria"Le nostre forze hanno liberato l'ultimo villaggio alla periferia della città di Homs e ora sono alle sue mura", hanno annunciato i ribelli tramite il loro canale Telegram. Homs è la città più grande ancora controllata dal governo di Assad, lungo l'autostrada che porta a sud verso la capitale Damasco. Da quando hanno lanciato l'offensiva 11 giorni fa, i ribelli, guidati dal gruppo islamico Hayat Tahrir al-Sham, hanno già catturato Aleppo, la seconda città della Siria, e Hama.
L'assalto rappresenta la minaccia più grave al governo di Assad da un decennio, riaccendendo una guerra civile durata 13 anni che era stata in gran parte congelata dal 2020. Secondo i media governativi, le forze congiunte siriane e russe hanno bombardato le forze ribelli nella periferia settentrionale di Homs.
L'Iraq ha permesso l'ingresso di centinaia di soldati dell'esercito siriano, alcuni dei quali feriti. Secondo quanto riportato dall'Afp, i soldati "sono fuggiti dalle linee del fronte" e sono entrati nel Paese attraverso il valico di frontiera di Al-Qaim. Pare che i feriti siano stati ricoverati in ospedali locali. Un'altra fonte sostiene che 2.000 i soldati, tra cui aluni ufficiali, sarebbero entrati in Iraq con il permesso delle autorità.
Nel frattempo l'Iran, alleato principale di Assad, ha esortato al "dialogo politico" in Siria tra governo e opposizione.
Parlando a Doha dopo colloqui con i colleghi di Russia e Turchia, il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi ha detto: "Deve iniziare un dialogo politico tra il governo siriano e i gruppi di opposizione legittimi". Le prossime ore si preannunciano caldissime.