Dopo Aleppo i ribelli vogliono Hama. Bashar al-Assad ...

25 giorni ago

Torna l'offensiva sunnita

Scontri e voci di un golpe a Damasco. Mosca promette aiuti al presidente siriano, l'alleato iraniano Araghchi a Damasco. Al-Julani, capo della milizia sunnita filo-turca di Hay'at Tahir sarebbe morto in un raid russo a Idlib, ma non c'è ufficialità

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Foto Rai News

Londra contro Assad: "Ha creato condizioni escalation"

Il governo britannico ha accusato "il regime" del presidente Bashar al-Assad "di aver creato le condizioni per un'escalation" in Siria. Londra ha inoltre invitato tutte le parti a "proteggere le vite dei civili", dopo l'offensiva lanciata da una coalizione di gruppi ribelli guidati da islamisti. "Il regime di Assad ha creato le condizioni per l'attuale escalation attraverso il suo costante rifiuto di impegnarsi in un processo politico e la sua dipendenza da Russia e Iran", ha affermato il Ministero degli Affari Esteri in un comunicato stampa.

Ankara chiama Washington: impegno per "ridurre tensione"

Ankara sostiene gli sforzi per "ridurre la tensione" in Siria. Lo ha detto il capo della diplomazia turca Hakan Fidan in una telefonata con il segretario di Stato americano Antony Blinken, commentando l'offensiva lanciata dai gruppi ribelli in Siria.Durante questo scambio telefonico, Fidan ha dichiarato al suo omologo americano che la Turchia è "contro qualsiasi sviluppo che aumenti l'instabilità nella regione e sostiene gli sforzi per ridurre la tensione in Siria", secondo una fonte del Ministero degli Affari Esteri turco.Il capo della diplomazia turca ha inoltre sottolineato che "il processo politico tra il regime e l'opposizione deve essere finalizzato" per garantire la pace e la sicurezza in Siria, pur insistendo sul fatto che Ankara "non permetterà mai attività terroristiche contro la Turchia", né contro i civili siriani.Mercoledì una coalizione di gruppi ribelli guidati da islamisti ha lanciato un'offensiva contro le forze governative, sostenute da Russia e Iran, nel nord-ovest della Siria, conquistando decine di localita' prima di raggiungere Aleppo, il cuore economico del paese.Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, le fazioni filo-turche nel nord della Siria hanno attaccato anche soldati governativi e combattenti curdi durante il fine settimana nella provincia di Aleppo. Le Unita' di protezione del popolo curdo (Ypg), considerate da Ankara come un ramo del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), sono state messe al bando.

Capo dei Frati minori: “Siamo molto preoccupati per Aleppo”

"L'occupazione di Aleppo e la guerra civile in Siria preoccupa molto, soprattutto chi ha avuto la possibilità di visitarla e di incontrare la gente e ascoltare il loro grido di pace". Lo scrive su X padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell'ordine dei francescani minori, che un anno fa ha visitato i confratelli in Siria.Qualche giorni fa aveva mandato loro una lettera: "Dopo aver visitato le vostre terre l'anno passato, sento ancor più forte la ferita che la guerra apre di nuovo. Penso in primo luogo a voi, fratelli amati, e vi prego di aver cura di voi come potete, perché lo stress e il trauma di questi momenti non sono mai da sottovalutare. Penso alla vostra gente e ai fedeli, dagli adulti ai giovani ai piccoli. Ricordo la vivacità e la speranza, insieme alle fatiche di fronte a un futuro che appare troppo incerto", il messaggio del Capo dei frati minori ai confratelli che vivono in Siria. 

Media: “Palazzo di Assad occupato dai ribelli”

Secondo quanto riportato dai media arabi, il palazzo del presidente siriano Bashar al-Assad a Damasco è stato occupato dai ribelli siriani.L'occupazione del palazzo avviene dopo che ieri i ribelli islamici Hayat Tahrir al-Sham hanno fatto irruzione nella città di Aleppo.

Ong: almeno 372 persone uccise da inizio offensiva ribelli

Almeno 372 persone sono state uccise, tra cui almeno 20 civili, da quando i ribelli siriani hanno lanciato un'offensiva contro Bashar al-Assad mercoledì scorso, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede nel Regno Unito. Il bilancio delle vittime comprende anche il personale militare. La televisione di Stato siriana, riferisce il Guardian, ha affermato che le forze governative hanno ucciso quasi 1.000 insorti negli ultimi tre giorni, senza però fornire prove o dettagli.

Media: Assad è tornato a Damasco, ieri a Mosca ha visto Putin

I media governativi siriani hanno annunciato poco fa che oggi Assad è tornato a Damasco dopo aver svolto ieri una visita di lavoro a Mosca, dove ha avuto un colloquio al Cremlino col presidente russo Vladimir Putin.Gli stessi media affermano che oggi a Damasco Assad ha ricevuto il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghci. Il sito dell'agenzia di notizie governativa Sana non è funzionante. E i media non diffondono alcuna immagine di Assad assieme al ministro iraniano o col presidente Putin. 

Al Terra Santa College di Aleppo danni, nessuna vittima

Non ci sono né vittime né feriti tra i frati francescani di Aleppo. Lo riferiscono all'Ansa fonti locali, dopo il raid che ha colpito il Terra Santa College. L'istituto si trova all'interno del complesso del convento di Aleppo, vicino alla chiesa dove stasera era in programma la celebrazione della messa vespertina della prima domenica d'Avvento. 

Aleppo è espugnata: perché in Siria non si combatte solo una guerra civile ma un conflitto globale

Aleppo, la città simbolo delle tragedie siriane, torna al centro del conflitto che da oltre tredici anni dilania il Paese. Non più soltanto rovine e memoria di una guerra senza fine, oggi rappresenta l’epicentro di una nuova offensiva che vede i gruppi ribelli jihadisti sfidare le forze del regime di Bashar al-Assad. Una battaglia che non riguarda solo il controllo del territorio, ma anche il futuro stesso di un Paese intrappolato in un ciclo di instabilità e devastazione.

L’avanzata dei ribelli ha costretto le truppe governative a una ritirata precipitosa, mandando in frantumi anni di conquiste militari ottenute grazie al sostegno di Russia e Iran. La perdita di Aleppo non sarebbe solo un colpo strategico per Assad, ma anche un duro contraccolpo simbolico: la città, riconquistata nel 2016 e celebrata come baluardo della resilienza del regime, rischia di trasformarsi in un monumento all’instabilità e alla fragilità che definiscono la Siria di oggi… 

di Zouhir Louassini. Leggi l'articolo completo qui 

Raid russi su Aleppo, 5 uccisi nei pressi dell'università

Cinque morti vengono segnalati da una ong a seguito di raid russi nei pressi dell'università di Aleppo, la città siriana conquistata ieri dai ribelli jihadisti.

Testimone italiano che opera con Caritas: "Raid vicino palazzo governatore Aleppo"

"Poco fa un raid aereo ha preso di mira il centro di Aleppo, vicino al palazzo del governatorato. Non sappiamo se ci sono morti o feriti. Il bilancio invece dell'attacco all'ospedale universitario di stamani parla adesso di 12 civili morti e 23 feriti. L'ambasciata francese stava organizzando un convoglio sperando di uscire da Aleppo ma per oggi non è possibile, sembra siano in aumento gli scontri nelle aree fuori dalla città". A dirlo è Davide Chiarot, operatore della Caritas italiana che vive non lontano dal centro di Aleppo nella comunità del movimento dei focolari. Si trova in Siria da due anni.  

Netanyahu: "Monitoriamo la Siria, difendiamo interessi di Israele, c'è un grande aumento nel reclutamento"

"Monitoriamo costantemente ciò che accade in Siria, siamo determinati a difendere gli interessi vitali dello stato di Israele e a preservare i successi della guerra. Facciamo rispettare in modo molto rigoroso l'accordo di cessate il fuoco in Libano. Ogni violazione avrà una risposta immediata e forte dall' Idf". Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu in visita oggi insieme con il ministro della difesa Israel Katz la base di reclutamento di Tel Hashomer. "Siamo qui con i nuovi arruolati nella brigata corazzata. C'è un grande aumento nel reclutamento. C'è un'enorme energia, e questa energia appartiene alla generazione della vittoria, noi vinceremo", ha dichiarato. 

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Voci da Aleppo e Idlib: "Qui c'è preoccupazione e caos". Ambasciatore Ravagnan: "Strade bloccate"

Maria Grazia Fiorani

Osservatorio siriano per i diritti umani: "Almeno 370 morti dall'inizio dell'offensiva"

Almeno 372 persone sono state uccise, tra cui almeno 20 civili, da quando i ribelli siriani hanno lanciato l'offensiva a sorpresa contro Bashar al-Assad mercoledì scorso, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, la ong basata nel Regno Unito che monitora da anni il conflitto siriano. Lo riferisce il Guardian. Il bilancio delle vittime include anche il personale militare. La tv di stato siriana ha affermato che le forze governative hanno ucciso quasi 1.000 insorti negli ultimi tre giorni, senza fornire prove o dettagli. 

Bashar Al-Assad promette: "Elimineremo con la forza il terrorismo"

Il presidente siriano, Bashar Al-Assad, ha promesso che "userà la forza per eliminare il terrorismo" in Siria. Citato dall'agenzia Sana, il presidente siriano, che non si sa dove si trovi al momento, lo ha detto in una conversazione telefonica con un dirigente della repubblica separatista filo-russa dell' Abkhazia, in Georgia. Secondo il leader di Damasco, "il terrorismo capisce solo il linguaggio della forza, e questo è il linguaggio con il quale lo schiacceremo e lo elimineremo, con chiunque lo appoggi e lo sponsorizzi".  

Una foto del presidente siriano Bashar Al-Assad viene rimossa da un ribelle ad Aleppo - 30 novembre 2024 (Afp)

Aleppo in mano dei ribelli che si muovono verso Hama, raid russi sugli islamisti

Carmela Giglio 

Intelligence turca: c'è piano curdo per creare un corridoio tra Tel Rifaat e la Siria nord-orientale

Gruppi militanti curdi Pkk/Ypg hanno agito su un piano per creare un corridoio tra Tel Rifaat e la Siria nord-orientale, affermano fonti della sicurezza turca

Le forze ribelli dilagano in Siria: l'avanzata fino alle porte di Hama

Il ministro degli esteri iraniano Araghchi a Damasco: "Iran appoggia con forza governo e esercito siriani"

"L' Iran appoggerà con forza il governo e l'esercito siriani contro i gruppi terroristici": lo ha dichiarato il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, citato dall'agenzia Irna. Ieri Araghchi ha annunciato che oggi avrebbe visitato Damasco per "portare il messaggio" di supporto della Repubblica islamica all'alleato Bashar al Assad. "È ovvio che gli Stati Uniti e il regime israeliano sono in combutta con i gruppi terroristici in Siria", in quanto il "regime sionista, dopo il recente fallimento dei suoi obiettivi, cerca di raggiungere i suoi scopi creando insicurezza nella regione attraverso questi terroristi", ha detto.  

Il Papa all'Angelus: "Preghiamo per la Siria, la guerra si è riaccesa"

"Preghiamo per la Siria dove purtroppo la guerra si è riaccesa causando molte vittime. Sono molto vicino alla chiesa in Siria, preghiamo". Lo ha detto il Papa all' Angelus. 

Osservatorio siriano per i diritti umani: jihad controlla Aleppo. Esercito si rafforza su Hama

L'esercito siriano ha rafforzato il suo schieramento intorno alla città di Hama (centro del Paese), ha detto domenica l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dopo un'offensiva lanciata da gruppi ribelli nella Siria settentrionale e centrale. I jihadisti hanno già il controllo di Aleppo, ad eccezione dei quartieri controllati dalle forze curde. Lo riferisce un osservatore di guerra siriano, secondo l'Afp. Aleppo, la città più popolosa del Paese, non è più controllata dal regime siriano, secondo il gruppo SOHR in esilio. 

Il gruppo islamico HAyat Tahrir al-Sham e i gruppi alleati avrebbero il pieno controllo della città. Lo ha detto all'Afp Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito. Secondo il gruppo in esilio, la grande città di Aleppo non è più controllata dal regime siriano. 

Antonio Tajani: “Ottimisti sulla situazione degli italiani in Siria, ma c'è il rischio del collasso migratorio”

“Stiamo seguendo minuto per minuto i combattimenti in corso nel centro della Siria tra le truppe regolari e i ribelli sostenuti dalla Turchia. Stiamo seguendo la situazione dei nostri connazionali. È difficile passare dal nord al sud del Paese. Con il nostro ambasciatore stiamo vedendo come possiamo aiutare i 120 italiani presenti ad Aleppo. Un piccolo gruppo si sta spostando verso Damasco, mentre gli altri che sono membri di famiglie italo-siriane o sono religiosi che hanno deciso di rimanere. I ribelli hanno fatto sapere che non ci sono pericoli per chi non è combattente, in particolare per i cittadini italiani. Siamo moderatamente ottimisti che le cose possano andare, per quanto riguarda i nostri concittadini, nella migliore direzione. Il problema è però che si rischia un collasso migratorio”. Così il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, a margine dell’Assemblea nazionale di Noi Moderati a Roma. “Se continua la guerra civile rischiamo di vedere ripetersi quello che è successo qualche anno fa, quando milioni di siriani si spostarono dal paese. Una situazione da tenere sotto controllo, soprattutto sul lato migratorio”, ha aggiunto il capo della Farnesina.

Ong: “Per la prima volta Damasco non controlla più Aleppo”

La città siriana di Aleppo, occupata dalle milizie jihadiste filo-turche e in parte da quelle curde, per la prima volta dall'inizio della guerra, nel 2012, “non è più sotto il controllo del governo del presidente Bashar al-Assad”: lo ha dichiarato all'Afp il capo della Ong osservatorio siriano per i diritti umani, di base nel Regno Unito, Rami Abdel Rahman.

Iran: “Stati islamici intervengano per porre fine alla crisi in Siria”

“Gli stati islamici dovrebbero intervenire per prevenire il protrarsi della crisi in Siria e impedire agli Stati Uniti e a Israele di sfruttare i conflitti interni di altri Paesi”: lo ha detto il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. “I paesi che si dichiarano sostenitori dei diritti umani e della pace, in realtà hanno un ruolo nell'uccisione di persone innocenti, a causa del loro sostegno alla guerra e agli omicidi nella regione”, ha aggiunto, come riporta l'Isna.

Gli Usa: “Stiamo monitorando attentamente la situazione in Siria”

“Stiamo monitorando attentamente la situazione in Siria e siamo stati in contatto nelle ultime 48 ore con le capitali della regione: il continuo rifiuto del regime di Assad di impegnarsi nel processo politico delineato nella risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la sua dipendenza da Russia e Iran hanno creato le condizioni che si stanno verificando ora, tra cui il crollo delle linee del regime di Assad nella Siria nord-occidentale”. Così Sean Savett, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti in un dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca nella notte. “Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con questa offensiva, guidata da Hay'at Tahir al-Sham (HTS), designata organizzazione terroristica” ha aggiunto. 

“Gli Stati Uniti, insieme con i loro partner e alleati, sollecitano la de-escalation, la protezione dei civili e dei gruppi minoritari e un processo politico serio e credibile che possa porre fine a questa guerra civile una volta per tutte con un accordo politico coerente con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Continueremo inoltre a difendere e proteggere pienamente il personale e le posizioni militari statunitensi, che rimangono essenziali per garantire che l'ISIS non possa mai più risorgere in Siria” ha chiosato.

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Turchia: “No alla creazione di uno Stato curdo”

La Turchia segue da vicino gli sviluppi in Siria, aspetta l'insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump e intanto avvisa gli Usa: “nessuno stato curdo in Siria”. Un messaggio chiaro lanciato dal ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan. “La Siria è sensibile per gli Usa ma lo è a maggior ragione per noi. Gli americani conoscono molto bene la nostra posizione. In Siria c'è una organizzazione terroristica (i curdi di Ypg) legata agli Usa, se questi sospendessero il sostegno non durerebbero più di tre giorni. In questo contesto non è possibile la formazione di un nuovo Stato in Siria. Esiste uno stato curdo in Iraq, autonomo e federato e con l'Ypg non è in buoni rapporti. Il nostro obiettivo primario è mantenere l'integrità territoriale della Siria”, ha detto Fidan. Il ministro turco ha poi parlato del prossimo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: “Ancora non sappiamo che decisioni prenderà, siamo in attesa”.

Guerra civile in Siria, l'Iran si schiera con il Presidente Bashar al-Assad

L'Iran “sostiene fermamente l'esercito e il governo” siriani dopo l'offensiva dei ribelli. Lo fa sapere il capo della diplomazia iraniana. “Sosteniamo con forza l'esercito e il governo in Siria”, ha detto il Ministro degli esteri dell'Iran Abbas Araghchi prima di partire per Damasco. “L'esercito siriano sconfiggerà ancora una volta questi gruppi terroristici come in passato”, ha assicurato, secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale Irna aggiungendo: “È ovvio che gli Stati uniti e il regime israeliano sono in combutta con i gruppi terroristici in Siria”, in quanto il “regime sionista, dopo il recente fallimento dei suoi obiettivi, cerca di raggiungere i suoi scopi creando insicurezza nella regione attraverso questi terroristi”, ha detto.

Gli insorti siriani annunciano il controllo di Aleppo e l'ingresso nella provincia di Hama

Gli insorti siriani hanno annunciato di avere ormai il controllo di Aleppo, compreso l'aeroporto e che avrebbero esteso la loro offensiva sulla provincia di Hama. L'esercito siriano invece parla di “ritiro temporaneo delle truppe” da Aleppo, a nordovest, dove gruppi ribelli hanno lanciato un'offensiva a sorpresa contro le posizioni governative, dichiarando che decine dei suoi soldati sono stati uccisi o feriti. Alla luce della situazione, decine di migliaia di civili sono in fuga da Aleppo. La Siria è nel caos con voci di un imminente golpe a Damasco. E intanto, l'Onu e la Farnesina evacuano gli stranieri presenti.

I jihadisti avanzano verso Hama

I jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e le fazioni alleate contro il regime di Bashar al-Assad stanno avanzando nella provincia centrale siriana di Hama dopo aver conquistato territori chiave nelle province nord-occidentali di Aleppo e Idlib in Siria dalle quali erano stati cacciati nel 2016. Il ministero della Difesa siriano, intanto, ha annunciato che l'esercito lancerà presto un contrattacco. I miliziani dell'organizzazione legata ad al-Qaeda, hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Aleppo, primo aeroporto civile a cadere sotto il controllo dell'Hts (Commissione per la liberazione della Siria), ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli insorti ora si stanno dirigendo verso Hama e hanno preso il controllo di numerose città e villaggi nella parte settentrionale della provincia. Con l'avanzata dei ribelli si sono ritirate le milizie sostenute dall'Iran e si sono riposizionate le unità curde nella periferia nord-occidentale di Aleppo, hanno spiegato gli attivisti dell'Osservatorio.

Fonti sul campo parlano del ritiro dei militari siriani da alcune zone, ma il Ministero della Difesa di Damasco ha smentito. “Confermiamo che le unità delle nostre forze armate sono di stanza nelle loro posizioni nella campagna settentrionale e orientale della provincia di Hama e sono pienamente pronte a respingere qualsiasi potenziale attacco terroristico”, ha affermato. “L'operazione per contrastare l'attacco terroristico sta procedendo con successo e determinazione e presto passerà al contrattacco per recuperare tutte le regioni”, ha aggiunto. Anche il ministero della Difesa russo ha affermato che la sua forza aerea ha effettuato attacchi contro i ribelli siriani a sostegno dell'esercito di Damasco, ma senza precisare gli obiettivi colpiti.

Nessuna conferma diretta sulla morte di Abu Muhammad al-Jawlani. L'eventuale sconfitta di Assad fa paura a Israele

Non esiste ancora una conferma ufficiale ma sono fonti libanesi ad affermare che Abu Muhammad al-Jawlani leader dei ribelli sia stato ucciso nel corso della notte a causa di un raid che i russi, che stanno sostenendo il regime di Assad, avrebbero compiuto nella città di Iliab, roccaforte dell'organizzazione Hay'at Tahrir al-Sham. Ieri sera si è tenuta invece a Tel Aviv una riunione sulla crisi siriana. "Le infrastrutture iraniane in Siria sono state danneggiate e gran parte di esse è stata catturata dai ribelli. L'attenzione di Hezbollah si sposterà ora sulla Siria, per difendere il regime di Assad". Lo hanno riferito i responsabili dell'intelligence israeliana al premier Benyamin Netanyahu. L'intelligence ritiene che ciò rafforzerà la probabilità che venga rispettato il cessate il fuoco tra Israele e Libano. Al primo ministro sarebbe stato spiegato che "il crollo del regime di Assad creerebbe un caos con minacce militari per Israele". 

Abu Muhammad al-Jawlani, leader dei ribelli, sarebbe stato ucciso nella notte a seguito di un raid aereo russo a Idlib (@web)

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi sarà oggi a Damasco e domani in Turchia. "L'attacco dei ribelli fa parte di un piano Israelo-Statunitense per destabilizzare l'area"

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi afferma che "gli attacchi dei ribelli in Siria fanno parte di un piano israelo-statunitense per destabilizzare la regione". Lo si apprende dai media statali iraniani. Ieri i ministri degli Esteri di Iran e Russia hanno espresso il loro sostegno alla Siria contro i ribelli. Abbas Araghchi, visiterà Damasco in seguito all'offensiva dei ribelli nel governatorato di Idlib e ad Aleppo. La notizia è stata data dal canale televisivo saudita Al-Hadath. Lunedi' Araghchi visiterà anche la Turchia, che confina con la regione controllata dai ribelli. Esmail Baghaei ha dichiarato ai giornalisti che il ministro degli Esteri partirà per la Siria oggi. Il portavoce ha affermato che Araghchi visiterà la Turchia nella seconda tappa del suo tour, a cui seguirà una terza destinazione, senza però nominarla.  Secondo Baghaei, il ministro degli Esteri iraniano terrà negoziati sulle questioni regionali, tra cui gli ultimi sviluppi nell'Asia occidentale.

Il ministro dell'Iran Abbas Araghchi nel corso di una intervista a Lucia Goracci per il Tg3 (Tg3)

Ucciso in un raid aereo russo a Idlib Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham

Secondo quando riferito dal governo libanese in un post pubblicato sul social X Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham, raggruppamento di ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria, sarebbe stato ucciso in un raid aereo russo. Il fatto sarebbe accaduto a Idlib, Siria. 

Bashar Al-Assad: riusciremo a sconfiggere i terroristi

Il Presidente siriano, Bashar al-Assad, ha affermato che il suo Paese è in grado di "sconfiggere i terroristi", dopo l'offensiva lanciata dai ribelli nel nordovest della Siria."La Siria continua a difendere la sua stabilità e integrità territoriale di fronte a tutti i terroristi e ai loro sostenitori, ed è in grado, con l'aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall'intensità dei loro attacchi", ha detto Assad durante una telefonata con il suo omologo emiratino. 

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Damasco: “Presto passeremo al contrattacco”

Il Ministero della Difesa siriano ha affermato che presto passerà al contrattacco contro le forze ribelli che hanno conquistato vaste zone del nord del Paese. "Presto passeremo al contrattacco per riconquistare tutte le aree e liberarle dal terrorismo", ha affermato il ministero in una nota ripresa da Al Jazeera online, in cui si afferma inoltre che "il processo di contrasto all'attacco terroristico prosegue con successo e determinazione". 

Ribelli chiedono ai panifici di Aleppo di tornare al lavoro

I gruppi armati di opposizione siriana affermano che i panifici di Aleppo saranno operativi per tutta la notte e domani dopo che alla città è stato imposto un coprifuoco. "Chiediamo a tutti i panifici di tornare al lavoro per continuare a fornire pane alla nostra gente", hanno affermato in una dichiarazione, come riferisce Al Jazeera online. Allo stesso tempo, l'Amministrazione delle operazioni militari, che parla a nome dei ribelli siriani, afferma che i gruppi stanno espandendo le aree sicure e stanno lavorando per riportare gli sfollati siriani nelle aree appena conquistate. Lo riferisce ancora l'emittente panaraba nel suo sito web, ricordando che la popolazione della provincia di Idlib è aumentata nel corso degli anni in cui si è protratta la guerra, con centinaia di migliaia di siriani in fuga dalle aree controllate dal governo nel nord-ovest del paese.Frattanto, il gruppo di soccorso umanitario noto come Caschi Bianchi afferma che gli attacchi aerei russo-siriani hanno ucciso e ferito civili nel villaggio di Arran, a est di Aleppo, senza tuttavia specificare alcun numero di vittime. I Caschi Bianchi hanno anche affermato che gli attacchi aerei hanno preso di mira quartieri di Idlib. 

Media: colloquio telefonico tra Assad e premier Iraq

Il presidente siriano Bashar Assad ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro iracheno Mohammed al-Sudani, secondo quanto riportato dall'emittente statale siriana Al-Ikhbariyah citata da Al Jazeera online. Al-Sudani, secondo la stessa fonte, "ha ribadito durante la chiamata che la sicurezza della Siria e dell'Iraq sono una cosa sola, sottolineando che l'Iraq è pronto a fornire tutto il supporto necessario alla Siria per affrontare il terrorismo".

Assad: sconfiggeremo i terroristi

Il Presidente siriano, Bashar al-Assad, ha affermato che il suo Paese è in grado di "sconfiggere i terroristi", dopo l'offensiva lanciata dai ribelli nel nordovest della Siria. "La Siria continua a difendere la sua stabilità e integrità territoriale di fronte a tutti i terroristi e ai loro sostenitori, ed è in grado, con l'aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall'intensità dei loro attacchi", ha detto Assad durante una telefonata con il suo omologo emiratino.

Media turchi: voci colpo stato a Damasco, scontri violenti

Secondo Cnn Turk ci sono voci "di un colpo di stato a Damasco dove sono in corso violenti scontri nel centro della città e negli edifici pubblici". Secondo quanto riferisce Cnn Turk online ci sono indiscrezioni anche su una fuga di Assad "che si sarebbe rifugiato in Russia con la sua famiglia dopo il tentativo di colpo di stato".

Tajani: "Non ci sono pericoli per gli italiani in Siria"

"Non ci sono pericoli per i nostri connazionali anche perché i ribelli hanno detto chiaramente che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti dei civili e in particolare degli italiani e dei cristiani". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio dell'Onu. Faranno parte di questo convoglio alcuni italiani mentre molti altri italiani vogliono restare, si tratta di famiglie miste italo-siriane e religiosi italiani. Al momento non c'è stato nessun problema per i nostri concittadini".

"L'ordine che (i ribelli) hanno ricevuto - e credo sia un messaggio partito dalla Turchia che sostiene i ribelli - è di non toccare assolutamente la popolazione civile e in modo particolare di non toccare gli Italiani e i cristiani. Questo ci rassicura, per quanto in una situazione complicata per i combattimenti con molti morti. Però i morti sono tra le forze militari combattenti e non tra la popolazione civile, almeno queste sono le notizie che ci arrivano dalla Siria", ha spiegato Tajani."Hezbollah sostiene il regime di Assad, e con la sconfitta che c'è stata in Libano e il cessate il fuoco si è indebolita la posizione di Hezbollah in Siria. Ne hanno approfittato gli avversari di Assad che hanno lanciato un'offensiva che ha portato alla conquista della città di Aleppo. Pare che i ribelli stiano avanzando e che sono sostenuti dalla Turchia, spesso sono ex combattenti di Al Qaeda e stanno scendendo verso sud, non trovando grande resistenza da parte siriana. Però allo stesso tempo i curdi hanno occupato aeroporto Aleppo, non sono grandi sostenitori di Assad però sono contro le truppe dei ribelli. Quindi una situazione confusa e articolata", ha sottolineato.

Damasco smentisce truppe ribelli in città provincia Hama

Il regime di Damasco ha smentito che le milizia islamiste ribelli abbiano fatto ingresso nelle citta' nel nord della provincia di Hama. "Le notizie che circolano sulle pagine e sulle piattaforme dei gruppi terroristici riguardo al loro ingresso nelle citta' nel nord della provincia di Hama non sono vere", afferma in una nota il Ministero della Difesa siriano che sottolinea come le forze armate siriane abbiano stabilito "una linea difensiva fortificata in queste citta'" e siano "pienamente preparate a respingere qualsiasi attacco". 

"Forze anti-governative siriane attive a Daraa e Suwayda"

Forze anti-governative siriane si sono mobilitate nelle regioni meridionali di Daraa e Suwayda in corrispondenza con lo sgretolamento repentino delle forze governative nel nord e nel centro della Siria. Lo riferiscono fonti sul terreno, secondo cui fazioni locali ostili a Damasco hanno preso di mira posti di blocco dell'esercito regolare e dell'apparato di sicurezza a Suwayda e nella regione di Daraa al confine con la Giordania. 

Il volontario italiano ad Aleppo: "Ci aspettiamo migliaia di persone in fuga verso Damasco"

Andrea Sparro, dell'Ong italiana WeWorld: "Sitazione fuori controllo. Nelle ultime ore moltissimi si sono riversati in strada per recuperare beni di prima necessità. Vediamo purtroppo edifici distrutti e morti anche tra i civili".

Mosca: esercito siriano e jet russi attaccano i ribelli

L'esercito siriano, sostenuto dalla forza aerospaziale russa, ha sferrato un attacco contro i ribelli jihadisti. Lo riporta il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass. 

Intelligence Israele: “Hezbollah in Siria per aiutare Assad”

"Le infrastrutture iraniane in Siria sono state danneggiate e gran parte di esse è stata catturata dai ribelli. L'attenzione di Hezbollah si sposterà ora sulla Siria, per difendere il regime di Assad". Lo hanno riferito i responsabili dell'intelligence israeliana al premier Benyamin Netanyahu questa sera in una riunione sulla crisi in Siria. L'intelligence ritiene che ciò rafforzerà la probabilità che venga rispettato il cessate il fuoco tra Israele e Libano. Lo riporta Channel 12. Al primo ministro sarebbe stato spiegato che "il crollo del regime di Assad creerebbe un caos con minacce militari per Israele". 

Media turchi: esplosioni a Damasco, voci golpe anti-Assad

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Foto Rai News

Un tentativo di colpo di Stato sarebbe in questo momento in corso nella capitale della Siria Damasco. A riportare la notizia e' la maggior parte dei media turchi, che pubblicano anche video di esplosioni e scontri nella capitale siriana che, affermano, sarebbero riconducibili all'ammutinamento di una parte dell'esercito. Secondo il portale del quotidiano vicino al governo Sabah, la televisione di Stato siriana avrebbe interrotto le trasmissioni ed e' ignoto dove si trovino il presidente Bashar al Assad e la sua famiglia. Secondo alcuni portali, che citano giornalisti siriani, Assad potrebbe essere fuggito in Russia. Sempre i media turchi riportano le parole del capo del governo di transizione siriano, Abdurrahman Mustafa, secondo cui i ribelli di Hayat Tahrir Al Sham sarebbero pronti a lanciare un'operazione "su tre diversi fronti" per prendere il controllo della citta' di Tal Rifat, nel nord del Paese. 

Il sito dell'agenzia siriana governativa Sana fermo da 24 ore

L'agenzia governativa siriana Sana non trasmette sul suo sito Internet da almeno 24 ore. E il sito è adesso irraggiungibile dai server.

Tajani: dalla Siria rischio di un collasso migratorio

"Il vero rischio per noi è che ci sia - a causa di questa nuova guerra civile - un collasso migratorio". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani sulla situazione in Siria. "Per questo avevamo deciso di riaprire la nostra ambasciata e inviare un ambasciatore che adesso puntualmente sta lavorando in sintonia con gli ambasciatori degli altri Paesi Ue. Domani ci sarà una riunione degli ambasciatori dell'Unione proprio presso la sede della nostra ambasciata a Damasco. Si lavora per affrontare intanto la crisi umanitaria e far arrivare a Damasco indenni tutti i nostri connazionali", ha aggiunto. 

Conquistata Aleppo, non si arresta l'offensiva dei ribelli jihadisti in Siria

Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni alleate ora puntano sulla città di Hama. Solo i bombardamenti dell'aviazione russa in questa fase sembrano rallentarli, almeno 16 civili sono morti in attacco aereo. Gli sfollati sono già decine di migliaia.

Tajani: non ci sono pericoli per gli italiani

"Abbiamo appena concluso una riunione con l'ambasciatore italiano a Damasco per fare il punto della situazione. In Siria ci sono circa 300 italiani, la metà a Damasco, mentre ad Aleppo siamo attorno ai 120. Non ci sono pericoli per i nostri connazionali, anche perché i ribelli hanno detto in maniera chiara che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti della popolazione civile, e hanno detto anche non faranno azioni ostili nei confronti degli italiani, in modo particolare, e neanche dei cristiani, visto che Aleppo ha una fortissima presenza cristiana". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani."Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio delle Nazioni Unite, non è ancora chiaro quando partirà  - ha aggiunto il ministro - faranno parte di questo convoglio alcuni italiani, mentre molti altri vogliono rimanere ad Aleppo. Si tratta di famiglie miste, italo-siriane. Anche religiosi italiani hanno deciso di rimanere ad Aleppo. Al momento non c'è stato nessun problema per i nostri concittadini. L'ambasciata segue minuto per minuto la situazione e domani i nostri connazionali verranno accolti nella nostra sede diplomatica".

I ribelli Hts conquistano Khan Sheykhoun

I ribelli siriani di Hayat Tahrir Al Sham (HTS) hanno sottratto la citta di Khan Sheykhoun ai militari fedeli al regime di Damasco. Dopo Maarratunuman, con Khan Sheykhoun HTS ha consolidato il controllo sull'intera provincia di Idlib. A renderlo noto l'agenzia di stampa turca Anadolu. La citta' era stata colpita da un attacco sferrato con armi chimiche al cloro dal regime di Bashar Al Assad nel 2017, costato la vita a piu' di 100 persone e l'intossicazione di almeno altri 400. In seguito alle intese di Astana e Soci del 2019, la citta' e' finita sotto il controllo del regime di Damasco con il beneplacito della Russia. 

In rete il video dei ribelli jihadisti in Hama, l'esercito di Damasco smentisce ritirata dalla città

Chi sono le milizie Hayat Tahrir al Sham, eredi di Al Qaeda, sostenute da Ankara

Le forze jihadiste filo-turche protagoniste di una cavalcata militare senza precedenti a danno delle forze governative, iraniane e russe in tutto il nord della Siria sono una variegata coalizione di fazioni del sunnismo radicale con frange del jihadismo caucasico e centro-asiatico anti-russo, pronte a mostrarsi come tolleranti nei confronti delle sparute comunità di cristiani ancora presenti nel martoriato Paese.La guida dell'offensiva cominciata mercoledì scorso è affidata a Hayat Tahrir al Sham (Hts, Commissione per la liberazione della Siria), un raggruppamento di milizie jihadiste capeggiate da Abu Muhammad Jolani, fondatore nel 2012 dell'ala siriana di al Qaida (Jabhat an Nusra) ma poi staccatosi dal qaidismo internazionale per dar vita a una forma più pragmatica di jihadismo politico con base nella regione nord-occidentale siriana di Idlib. Qui, nel corso degli anni, la Turchia ha esteso la sua influenza politica e militare diretta, avendo già occupato ampie zone del nord-ovest e del nord-est della Siria.Il 42enne Jolani, originario della regione di Damasco, sebbene non abbia mai ammesso legami diretti con Ankara, è da più parti definito un agente del sistema di potere incarnato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.Hts, creata nel 2017 dallo stesso Jolani, non è però solo una sigla militare ma è anche una struttura politica e amministrativa, che è dietro di fatto al governo di salvezza siriano, l'ente che da anni domina la governance nel quadrante nord-occidentale siriano con 'capitale' Idlib. Proprio da questa zona, all'alba del 26 novembre, si sono mosse le prime avanguardie dell'offensiva jihadista filo-turca contro le postazioni governative, iraniane e russe.All'interno della struttura militare di Hts ci sono ex ribelli siriani anti-governativi, fautori delle prime rivolte armate contro il potere del contestato presidente Bashar al Assad, accanto a transfughi del qaidismo locale e dell'Organizzazione dello Stato islamico (Isis). Ma ci sono anche numerosi mercenari, cooptati dalla Turchia, del Caucaso e dell'Asia centrale fino agli uiguri dello Xinjang (Turkestan orientale) in Cina. Si tratta di combattenti non siriani, non arabi ma musulmani sunniti con profondi sentimenti anti-russi e anti-cinesi.Nonostante queste componenti straniere e nonostante l'evidente ideologia jihadista di Hts e dei suoi alleati, Jolani e i suoi comandanti da giorni insistono nel presentarsi come leader siriani su scala nazionale, intenzionati a "preservare la pluralità religiosa e comunitaria", con un esplicito riferimento alle componenti cristiane di Aleppo e di altre zone della Siria.Al fianco di Hts l'offensiva di questi giorni è condotta anche da un'altra coalizione: il cosiddetto 'Esercito nazionale siriano' (Jaysh al watani) da non confondere con l'esercito regolare governativo di Damasco. Questo 'esercito nazionale', che per ora occupa una posizione subordinata rispetto agli uomini di Jolani, è una creazione diretta dei servizi di sicurezza militari e dell'esercito turco e nel corso degli anni ha inglobato una serie di fazioni della rivolta siriana del 2011-12 espulse a partire dal 2014 da Homs, Aleppo, Hama, Daraa e dalla regione di Damasco durante la fase di riconquista governativa, russa e iraniana. 

Tajani: “Ci sono 120 italiani segnalati ad Aleppo, 300 in tutta la Siria”

Sono circa 300 gli italiani segnalati in Siria, di cui 120 ad Aleppo. Circa 50 gruppi familiari italo-siriani e pochissimi religiosi italiani hanno scelto di restare. Lo fa sapere il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendo che l'ambasciata italiana a Damasco, in raccordo con l'Unità di Crisi, sta seguendo la situazione per facilitare l'aggregazione al convoglio dei connazionali che vogliono lasciare Aleppo nell'ambito dell'evacuazione dell'Onu. 

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Foto Rai News

Fontana: vicino a connazionali e comunità cristiane in Siria

"Sono vicino ai nostri connazionali in Siria e seguo con la massima attenzione l'evolversi della situazione. Un ringraziamento va al corpo diplomatico italiano per il prezioso supporto e l'assistenza che sta fornendo loro in un contesto così complesso. Desidero esprimere la mia solidarietà anche alle comunità cristiane locali, in particolare ad Aleppo, dove fedeli, vescovi e frati vivono una condizione di grave insicurezza a causa dell'assedio di gruppi armati jihadisti. Mi auguro che la risposta della comunità internazionale sia adeguata e pronta anche per la loro tutela". Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Media: la Russia ha promesso aiuti a Damasco entro 72 ore

Due fonti militari siriane hanno affermato che la Russia ha promesso che ulteriori aiuti militari arriveranno a Damasco entro le prossime 72 ore. Lo riporta Cnn Turk. 

La Siria smentisce il ritiro delle forze armate dalla provincia di Hama

Il ministero della Difesa siriano ha smentito in una nota il ritiro delle forze armate dalla provincia di Hama, nel centro del paese, dove starebbero avanzando i ribelli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts). "Le notizie fatte circolare dai gruppi terroristici sulle loro piattaforme, siti web e altri canali riguardo il ritiro delle forze armate siriane da Hama non sono vere - recita il comunicato - confermiamo che unità delle nostre forze armate sono nelle loro posizioni nel nord e nell'est della provincia di Hama".

Il ministro degli esteri iraniano sarà domani a Damasco

Il ministro iraniano Abbas Araghchi sarà domani a Damasco per colloqui dopo l'assalto dei ribelli jihadisti filo-turchi nel nord della Siria. 

Parigi: “Rispettare il diritto internazionale umanitario, proteggere i civli”

La Francia "segue con attenzione gli sviluppi militari ad Aleppo", in Siria, e "fa appello a tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili". "Questi sviluppi - si legge in una nota del ministero degli Esteri - dimostrano la necessità, 13 anni dopo l'inizio della guerra civile siriana, di riprendere le riunioni del comitato costituzionale siriano, per arrivare finalmente a una soluzione politica in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

Osservatorio: “Hts e alleati controllano aereoporto di Aleppo e avanzano versso Hama”

In Siria Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni alleate sarebbero riuscite a prendere il controllo dell'aeroporto di Aleppo e di diverse città e località a nord di Hama mentre prosegue l'offensiva lanciata mercoledì scorso e inizialmente incentrata nelle regioni di Aleppo e Idlib. E' quanto si legge sul sito web dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo.Secondo l'Osservatorio, "Hts e le fazioni hanno preso il controllo dell'aeroporto dopo il ritiro delle forze curde dallo scalo, all'indomani del dispiegamento a seguito del ritiro" delle forze di Damasco. Nella regione di Hama, stando alle notizie pubblicate sul sito web dell'organizzazione, Hts e le fazioni alleate avrebbero ora il controllo delle località - in precedenza in mano alle forze di Damasco - di Hilfaya, Morik, Al-Latamna, Kafr Zaita, Qala'at Al-Madiq, Kafr Naboda, Karnaz, Lahaya, Al-Buwaida, Latmin, Soran, Al-Maghir e Ma'aradbis.

Iran: “L'attacco dei terroristi al nostro consolato ad Alepp è inaccettabile”

L'Iran afferma che "gruppi terroristici" hanno "attaccato" il consolato della Repubblica Islamica ad Aleppo, nel nord della Siria, teatro di un'offensiva di gruppi armati.Teheran, riporta l'iraniana Press Tv, "condanna con forza l'attacco da parte di gruppi terroristici all'edificio che ospita il suo consolato ad Aleppo". Il ministero degli Esteri di Teheran, alleata del leader siriano Bashar al-Assad, definisce "inaccettabile" qualsiasi attacco a sedi consolari.

Ong: forze governative e russe lasciano aeroporto di Hama

L'offensiva jihadista filo-turca prosegue sulla città di Hama e su quella, ancora più a sud di Homs, nella Siria centrale e non lontano dal confine col Libano, mentre le forze governative e russe si ritirano dall'aeroporto militare di Hama. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. 

I ribelli jihadisti nelle strade di Aleppo al grido di "Allahu Akbar"

L'offensiva dei ribelli jihadisti punta su Hama, l'esercito regolare in ritirata

Le forze jihadiste filo-turche sono entrate nella regione di Hama, al centro della Siria, e si dirigono senza trovare resistenza verso la stessa città di Hama. Lo riferiscono fonti locali che seguono l'offensiva delle forze anti-governative, attestatesi ora alla cittadina di Tayibet al Imam, dieci chilometri in linea d'aria da Hama. Le stesse fonti riferiscono del ritiro repentino delle forze governative dalla città di Hama.  

La presa di Idlib città roccaforte dei ribelli siriani jihadisti, 30 novembre 2024 (AFP)

Iran: "Nostro consolato ad Aleppo attaccato dai terroristi"

L' Iran afferma che "elementi terroristi" hanno attaccato il consolato di Teheran ad Aleppo. 

I ribelli rovesciano la statua e il busto del fratello e del padre del presidente Bashar Al Assad

Il gesto simbolico

Colloquio telefonico tra i ministri degli esteri di Turchia Fidan e di Russia Sergei Lavrov

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il collega russo Sergei Lavrov hanno avuto un colloquio telefonico per parlare della situazione in Siria e del processo di Astana, avviato otto anni fa da Russia, Turchia e Iran. Lo riferiscono i media turchi e russi mentre si rincorrono le notizie sugli sviluppi ad Aleppo. 

Russia-Iran, sforzi congiunti contro l'escalation in Siria

I ministri degli esteri russo e iraniano in una una telefonata hanno espresso "preoccupazione per la pericolosa escalation in Siria" dopo gli attacchi dei ribelli jihadisti nelle province di Aleppo e Idlib: lo afferma il ministero degli esteri russo, come riporta Interfax. I ministri degli esteri russo e iraniano concordano "sulla necessità di intensificare gli sforzi congiunti per stabilizzare la situazione in Siria, discutendone urgentemente nell'ambito del formato di Astana". 

Almeno 327 morti da inizio offensiva "sunnita" del 27 novembre, 44 i civili

Sono almeno 327 le persone rimaste uccise nell'offensiva lanciata il 27 novembre scorso dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e dalle fazioni alleate contro le forze governative nelle province di Idlib e Aleppo, nel nord-ovest della Siria. Lo riferisce oggi l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che tra le vittime figurano 44 civili. 

Media: esercito di Damasco lascia luoghi chiave di Aleppo

Le forze siriane si sono ritirate da diverse località chiave di Aleppo, tra cui l'aeroporto civile ora sotto il controllo di milizie curde. Lo riporta l'agenzia turca Anadolu, secondo cui i jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham hanno catturato un'importante base militare a sud, prendendo il controllo di Saraqib, una posizione strategica sull'autostrada per la capitale Damasco.  

Idlib, 30 novembre 2024 (AFP)

Ong: almeno 16 i civili morti in bombardamento ad Aleppo

Almeno 16 civili sono morti in un bombardamento su Aleppo, probabilmente effettuato dalla Russia a sostegno del regime siriano di Bashar al Assad."Almeno 16 civili sono stati uccisi e altri 20 feriti" quando "aerei da guerra, probabilmente russi, hanno preso di mira veicoli civili" in una rotonda ad Aleppo, ha detto l'Osservatorio siriano per i diritti umani.I jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al Sham, ex ramo di Al Qaeda in Siria, e gruppi alleati hanno lanciato mercoledì un'offensiva lampo nel nord della Siria contro le forze governative, sostenute da Russia e Iran.Con le 16 vittime di oggi, sono 327 le persone uccise da mercoledì nella zona, secondo l'OSDH, un'organizzazione con sede nel Regno Unito che dispone di una vasta rete di informatori in Siria.  

Assad - Figure 7
Foto Rai News

Missionario ad Aleppo: "Tutti chiedono preghiere"

La situazione tra le comunità cristiane ad Aleppo è ancora sotto controllo ma "tutti chiedono preghiere". Lo dice padre Hugo Alaniz, sacerdote dell'Istituto del Verbo Incarnato, confermando a Fides che quasi tutta la città di Aleppo è in mano ai ribelli. "Stamattina" riferisce il missionario di origine argentina "siamo usciti insieme al vescovo hanna", il francescano Jallouf, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, "e siamo andati a trovare alcune delle nostre comunità e continueremo i nostri giri nelle prossime ore. Per ora tutti stanno bene, grazie a Dio". Nell'area adiacente alla residenza episcopale ci sono le suore carmelitane e le suore di madre Teresa di Calcutta con i 60 anziani da loro accuditi. I giovani della residenza universitaria e altre suore si sono spostati in altre parti della città.

Aleppo, parla il vescovo maronita: "Nessuno ci dice niente, viviamo nell'insicurezza"

"Dopo tre giorni di attacchi, le milizie cosiddette dell'opposizione hanno preso la città. Ora tutto tace. La città è come sospesa. E nessuno ci dice niente". È la testimonianza che arriva a Fides dall'arcivescovo maronita di Aleppo Joseph Tobji. "Dopo i combattimenti per ora non ci sono spargimenti di sangue, grazie a Dio. L'esercito è andato via da Aleppo e la città è ora in mano delle milizie dell'opposizione. Ci sono arrivate delle voci sull'arrivo delle truppe dell'esercito siriano ma di certo non c'è nulla. Stiamo vivendo nell'insicurezza", ha aggiunto.

"I gruppi armati che hanno ripreso in mano la seconda città della Siria - riferisce l'arcivescovo maronita - fanno circolare sulle reti sociali video e foto per documentare come in pochi giorni tutta Aleppo è finita nelle loro mani". Mentre per ora la sua chiesa rimane aperta, si celebrano le messe e non risultano esserci stati attacchi diretti contro obiettivi collegati alle comunità cristiane. "Per ora noi siamo tranquilli ma non sappiamo cosa accadrà. È come se tutta la città vivesse sospesa". L'arcivescovo Tobji racconta che l'offensiva dei gruppi armati, alcuni dei quali sono di marca jihadista, è arrivata "a sorpresa. Non ci sono state avvisaglie. La vita qui stava riprendendo. La situazione era calma, ora però è tutto chiuso. Negozi, forni... Le persone non sanno come andare avanti, e non hanno fatto scorte. Nessuno ci aveva allertati".  

Aleppo, 30 novembre 2024 (AFP)

Ong: "Jihadisti conquistano l'intera regione di Idlib"

Tutta la regione di Idlib, in Siria, è di fatto sotto il controllo delle forze filo-turche. Lo riferiscono fonti sul terreno, secondo cui le forze governative e russe si sono ritirate dagli avamposti a nord del confine amministrativo tra la regione di Hama e quella di Idlib. Dopo aver preso, senza colpo ferire, Maarrat an Numan e Khan Shaykun, i jihadisti sostenuti da Ankara si spingono verso sud e sud-ovest. 

Siria, Italia con Onu evacua connazionali e stranieri da Aleppo a Damasco

Le Nazioni Unite hanno avviato oggi un'evacuazione da Aleppo verso Damasco, dopo l'attacco di militanti del movimento radicale Hayat Tahrir al Sham (HTS). Un primo convoglio di auto è già in viaggio per uscire dalla città. Secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina, in questo convoglio ci sono mezzi con alcuni italiani a bordo. Altri pullman Onu sono invece in attesa di uscire. L'Ambasciata a Damasco - è in sede il nuovo ambasciatore Ravagnan - in stretta collaborazione con la presidenza del Consiglio, è in contatto con il gruppo e riceverà i connazionali, in maggioranza doppi cittadini. Una volta arrivati a Damasco si valuterà il da farsi, ovvero se rimanere nella capitale o procedere a un nuovo spostamento. Un limitato numero di religiosi ha deciso di restare ad Aleppo, riferiscono le fonti, contando sui buoni rapporti stabiliti dai Francescani con tutte le comunità. L'ambasciatore Ravagnan è in contatto con loro, mentre si stanno aiutando tutti i religiosi che vogliono uscire. Ravagnan è anche in contatto con il vescovo, che sta bene ed è monitorato nella misura del possibile. 

Aleppo, la seconda città della Siria torna in mano dei ribelli jihadisti cacciati nel 2016

Sergio Paini

Ribelli jihadisti entrano ad Aleppo dopo 8 anni. L'esercito regolare parla di "ritiro tattico"

Carmela Giglio 

Ong: raid russi su Aleppo per prima volta dal 2016

L'aeronautica militare russa ha effettuato raid sulla città siriana di Aleppo per la prima volta dal 2016: lo afferma la ong osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr). 

Esercito di Damasco afferma che i ribelli sono in gran parte di Aleppo

L'esercito siriano ha confermato che i ribelli sono entrati in "gran parte" della città settentrionale di Aleppo, denunciando decine di soldati uccisi e feriti in scontri su larga scala. "Organizzazioni terroristiche armate" hanno lanciato "un ampio attacco da più assi sui fronti di Aleppo e Idlib", si legge in un comunicato delle forze armate, che segnala feroci battaglie "su una striscia di oltre 100 chilometri". "Decine di uomini delle nostre forze armate sono stati uccisi e altri feriti", aggiunge, perché "le organizzazioni terroristiche sono riuscite nelle ultime ore a entrare in gran parte dei quartieri della città di Aleppo".  

Ankara: "Priorità è riportare la calma" nel Paese

La calma in Siria è una priorità per la Turchia. Un concetto ribadito questa mattina dal portavoce del ministero degli Esteri, Oncu Keceli, che ha lanciato un appello alla "fine immediata" degli scontri tra i militari del regime di Damasco sostenuti da Russia e Iran e i ribelli guidati da Hayat Tahrir al Sham. Questi ultimi hanno raggiunto il centro di Aleppo, importante centro della Siria che si trova ad appena 60 km dal confine turco. "Questi attacchi devono finire immediatamente. Stiamo assistendo a una escalation regionale che nessuno vuole. Seguiamo con attenzione gli sviluppi della situazione e gli attacchi nei confronti dei civili. I gruppi terroristici a Tal Rifat e Manbij (curdi Ypg, ndr) potrebbero trarre vantaggio da questa situazione e attaccare le nostre truppe", ha detto Keceli, che ha sottolineato l'importanza dell'integrità territoriale della Siria. La Turchia ha un contingente militare schierato sia nella regione di Idlib che nelle province di Afrin e Kobane, tutte nel nord della Siria. Principale preoccupazione della Turchia e' evitare flussi di profughi verso il proprio confine e contrastare i separatisti curdi siriani di Ypg, attivi nel nord est della Siria.

Idf, raid su strutture usate da Hezbollah a confine Siria

Le forze armate israeliano hanno annunciato di aver colpito infrastrutture militari vicino al confine tra Siria e Libano, prendendo di mira strutture presumibilmente utilizzate da Hezbollah per contrabbandare armi. L'attacco si è basato su informazioni di intelligence che confermavano i trasferimenti di armi a Hezbollah in violazione dell'accordo di cessate il fuoco. "L'Idf è impegnata a neutralizzare le minacce a Israele e a far rispettare gli accordi di cessate il fuoco", ha affermato in una dichiarazione.

Raid Idf in Siria, Hezbollah trasferisce armi dopo tregua

L'esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver attaccato le infrastrutture militari in Siria, vicino ai valichi di frontiera con il Libano. "Aerei da combattimento dell'aeronautica militare hanno attaccato questa mattina... le infrastrutture militari vicino ai valichi di frontiera tra Siria e Libano, che sono state utilizzate attivamente da Hezbollah per trasferire armi dalla Siria al Libano", si legge in un comunicato dell'Idf. "L'attacco è stato effettuato in seguito all'identificazione del trasferimento di armi, anche dopo l'accordo di cessate il fuoco", aggiunge la nota.

4 morti in attacco russo a quartier generale militare di Aleppo

L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che almeno quattro persone sono morte nelle  prime ore di stamattina in seguito ad un attacco aereo russo contro  una caserma militare situata ad Aleppo, capitale dell'omonima  provincia siriana, nel nord del paese. Un caccia russo ha lanciato tre missili contro un quartier generale militare situato alla periferia  della città, nella zona rurale di Aleppo nord, in cui si trovava un  gruppo dei membri della "Forza congiunta affiliata all'Esercito  nazionale sostenuto dalla Turchia". In seguito all'attacco, è stato distrutto il quartier generale e diversi veicoli militari, come  precisato dalla stessa organizzazione, con sede a Londra.

Offensiva lampo in Siria, il punto della situazione. "Siamo entrati ad Aleppo"

Ong: "Jihadisti controllano la maggior parte di Aleppo"

L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr) afferma che i jihadisti siriani e i ribelli alleati controllano "la maggior parte" della città di Aleppo.

Siria, i carri armati dei ribelli entrano nella città di Aleppo

Siria, ribelli jihadisti entrano ad Aleppo

Siria, ribelli jihadisti entrano ad Aleppo (AFP)

Cosa sta succedendo in Siria - Il punto

Un nuovo inaspettato sviluppo militare torna a stravolgere i delicati equilibri del Medio Oriente in fiamme: forze jihadiste filo-turche sono entrate senza colpo ferire ad Aleppo, la metropoli nel nord della Siria, patrimonio mondiale Unesco, a lungo contesa nel contesto della guerra siriana ma per gli ultimi otto anni rimasta saldamente in mano alle forze governative, sostenute da Russia e Iran. 

Mosca, accusata da più parti di non essere andata sufficientemente in soccorso del suo alleato siriano, ha condannato l'offensiva dei miliziani filo-turchi, ha parlato di una "minaccia alla sovranità della Siria".  

L'offensiva, cominciata solo mercoledì scorso, ha già mietuto quasi 300 uccisi, per lo più tra gli uomini armati dei diversi schieramenti, oltre a una trentina di civili, tra cui donne e bambini. L'Onu registra per ora circa 15mila civili sfollati, ma è un numero destinato a crescere col passare delle ore. Oggi sono stati uccisi, tra gli altri, quattro studenti della città universitaria di Aleppo, bombardata con l'artiglieria dalle fazioni cooptate da Ankara. Altri civili uccisi si contano - ma non si hanno bilanci accurati e verificabili sul terreno - sotto le macerie degli edifici colpiti dai raid aerei russi e governativi nella vicina zona di Idlib, roccaforte delle milizie per anni finanziate, organizzate e armate dalla Turchia. Il ministero degli esteri turco, come primo commento ufficiale di Ankara: Damasco e Mosca mettano fine ai bombardamenti aerei. 

Il governo incarnato dal presidente Bashar alAssad, ha detto di aver "eliminato centinaia di terroristi", tra cui numerosi mercenari stranieri. Nei diversi video pubblicati sui social dai miliziani jihadisti filo-turchi si vedono combattenti siriani accanto ad altri turcomanni e uiguri dello Xinjang.  Questi avevano trovato una discreta resistenza nelle campagne occidentali di Aleppo da parte di forze governative e dai loro alleati stranieri, tra cui Hezbollah libanesi, sciiti afgani filo-iraniani, Pasdaran iraniani. Un generale dei Guardiani della Rivoluzione iraniana è stato ucciso proprio alla periferia di Aleppo.   

Ma nell'ingresso in quella che per secoli è stata la più importante città di tutto il Medio Oriente le forze jihadiste, clienti della Turchia, non hanno incontrato quasi alcuna resistenza. La periferia occidentale, settentrionale e meridionale di Aleppo si è svuotata delle già sparute truppe regolari siriane e dei pochi ausiliari filo-iraniani in fuga e si è popolata invece di nuovi miliziani siriani, molti dei quali increduli e festanti di poter "tornare" ad Aleppo dopo esser stati cacciati durante il sanguinoso assedio russo-iraniano-governativo dei quartieri orientali e conclusosi nel dicembre del 2016 dopo quattro anni di aspre battaglie e bombardamenti a tappeto della città.   

"Siamo vostri fratelli! Non abbiate paura!", hanno ripetuto insistentemente i capi delle milizie jihadiste ai civili di Aleppo rimasti rintanati nelle loro case in attesa di capire gli sviluppi di una situazione inaspettata. In serata, il leader jihadista, Abu Muhammad Jolani, capo dell'ex ala di al Qaida in Siria, ha chiesto ai suoi combattenti di rispettare gli abitanti di Aleppo, "di tutte le confessioni" religiose. Ad Aleppo il sentimento è misto di chi saluta "i rivoluzionari" e chi teme vendette. "Nessun rinforzo militare è giunto dal governo", affermano testimoni in fuga verso Damasco. Ma l'autostrada verso sud è interrotta all'altezza di Saraqeb, snodo chiave nella regione di Idlib, preso dagli jihadisti che hanno interrotto l'asse viario Damasco-Aleppo. E hanno proseguito l'avanzata in tutta la campagna attorno alla metropoli siriana, conquistando circa 60 tra cittadine e località minori nel nord-ovest. In questo contesto, il minist

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