Il regime siriano è caduto. Assad ha lasciato il Paese

19 giorni ago
Assad

Immagini trasmesse dai media legati all’opposizione hanno mostrato un carro armato in una delle piazze centrali della capitale e un gruppo di persone che si radunava per festeggiare. Dai minareti si sentono le grida di «Allahu Akbar»: «Dio è grande». La radio pro-governativa Sham FM ha riferito che, dopo la partenza di Assad, l’aeroporto di Damasco è stato evacuato e tutti i voli sospesi. Gli insorti hanno annunciato di essere entrati nella famigerata prigione militare di Saydnaya, a nord della capitale, liberando i detenuti.

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Un regime andato in pezzi in pochi giorni

La presa di Damasco giunge a poche ore dalla caduta di Homs, dove l’esercito regolare ha di fatto lasciato campo libero alla forze ribelli e si è ritirato, spianando così la strada verso la capitale.Il gruppo che ha lanciato l’offensiva a sorpresa contro il regime del Presidente Assad il 27 novembre si chiama Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e collabora con un gruppo ombrello di milizie siriane sostenute dalla Turchia, noto come l’Esercito Nazionale Siriano.

L’Hts è una fazione scissionista di al-Qaeda ed è considerato un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite. Tuttavia, negli ultimi anni, il gruppo ha dichiarato di aver tagliato i legami con al-Qaeda, con esperti che sottolineano come l’Hts stia cercando di ridefinire la propria immagine, concentrandosi sulla promozione di un governo civile e azioni militari nel proprio territorio.

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Il leader si chiama dell’Hts si chiama Abu Mohammed al-Golani. È stato lui, nel 2016, a prendere le distanze da al-Qaeda e a ridefinire il suo gruppo. «Golani è stato più astuto di Assad. Ha riorganizzato, rifatto la propria immagine, stretto nuove alleanze e lanciato una charm offensive» verso le minoranze, spiega Joshua Landis, esperto di Siria e direttore del Centro per gli Studi sul Medio Oriente dell’Università dell’Oklahoma.

L’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Geir Pedersen, sabato ha chiesto colloqui urgenti a Ginevra per garantire una «transizione politica ordinata». I ministri degli esteri di otto Paesi chiave, tra cui Arabia Saudita, Russia, Egitto, Turchia e Iran, si sono riuniti a margine di un vertice a Doha, in Qatar, per discutere della crisi siriana, sottolineando l’importanza di una soluzione politica.

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