Ribelli anti-regime entrano a Damasco col vessillo di Assad padre ...

20 giorni ago

Il presidente forse in volo verso il Golfo Persico. I ribelli hanno preso anche Homs e una base aerea a Palmira. Hochstein: Hezbollah danneggiato, ma non distrutto. Il partito di Dio invia 2000 uomini a Homs. Colloqui Iran-Russia-Turchia a Doha

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Assad è pronto a un accordo anche per un esilio. Lo scrive Bloomberg

Assad è pronto a un accordo che gli permetta di mantenere le restanti aree sotto il suo controllo o garantirne l'esilio sicuro: lo scrive Bloomberg citando fonti informate, secondo i media arabi. Il presidente siriano sarebbe attualmente a Teheran.

Le potenze occidentali, l'Onu el'Unione Europea si sono dette d'accordo oggi nell'avviare a Ginevra colloqui inter-siriani per gestire il post-Assad

Le potenze occidentali, l'Onu el'Unione Europea si sono dette d'accordo oggi nell'avviare a Ginevra colloqui inter-siriani per gestire il post-Assad ed evitare "un bagno di sangue" in Siria, coinvolgendo nei negoziati sia esponenti "presentabili" del governo siriano -esclusi quindi Bashar Assad e il fratello - sia rappresentantidi Hayat Tahrir ash Sham (Hts), la coalizione jihadista a guida dell'offensiva militare cominciata il 27 novembre scorso. Lo si apprende da un documento riservato, visionato dall'ANSA, della riunione svoltasi oggi a Doha, tra i rappresentanti di Usa,Francia, Germania, Regno Unito, Ue e Onu.

Il regime di Bashar al-Assad in Siria cadrà in pochi giorni. E' l'analisi di cinque alti funzionari americani alla Cnn

Il regime di Bashar al-Assad in Siria cadrà in pochi giorni. E' l'analisi di cinque alti funzionari americani alla Cnn. "Probabilmente entro il prossimo fine settimana il regime di Assad avrà perso ogni parvenza di potere", ha sottolineato una delle fonti precisando che "l'unica cosa che potrebbe fermare l'avanzata dei ribelli sarebbe un colpo di Stato ben organizzato ma Assad ha fatto un buon lavoro nel soffocare ogni potenziale rivale"

Il presidente siriano, Bashar al-Assad, potrebbe aver lasciato Damasco. Lo afferma la CNN

Il presidente siriano, Bashar al-Assad,  potrebbe aver lasciato Damasco. Lo ha indicato una fonte a conoscenza  della situazione alla Cnn, precisando che Assad non si trova in alcuno dei luoghi della capitale siriana in cui ci si aspetterebbe di  trovarlo. La guardia presidenziale di Assad non sarebbe schierata  nella sua residenza ufficiale, ha aggiunto la fonte, alimentando le  speculazioni che potrebbe essere fuggito da Damasco. Secondo la fonte, le forze ribelli non hanno informazioni su dove si trovi Assad e stanno continuando i loro sforzi per trovarlo.

Aleppo, Siria, 2 dicembre 2024 - Bashar Al Assad e il padre (AP Photo/Ghaith Alsayed)

il Comando generale dell'Esercito siriano in una nota: "I cittadini siriani non devono credere alle notizie false ma avere fiducia nel loro valoroso esercito"

Davanti al "complotto ordito contro la nostra  amata Patria", i cittadini siriani non devono "credere alle notizie  false", ma "avere fiducia nel loro valoroso esercito" che lavora per  "preservare la loro sicurezza e garantire il loro futuro". Così il  Comando generale dell'Esercito siriano in una dichiarazione video  diffusa dall'agenzia di stampa ufficiale Sana. "Da diversi giorni il nostro popolo affronta una guerra sistematica,  mediatica e terroristica, volta a destabilizzare la sicurezza della  Patria e dei cittadini e a diffondere caos e panico nella  popolazione", ha proseguito il Comando, denunciando come su  "piattaforme mediatiche affiliate ai terroristi" vengano pubblicati  "video fuorvianti e notizie false sugli eventi" in Siria.  "Il nostro valoroso esercito continua a svolgere ad alti ritmi le sue  operazioni contro i raduni terroristici nelle direzioni di Hama, Homs  e Daraa, causando ai terroristi centinaia di morti e feriti", prosegue la dichiarazione in cui si conferma che l'esercito sta "rafforzando"  le sue linee intorno Damasco e nella regione meridionale "per evitare  che si verifichino incidenti a causa del caos che i terroristi stanno  cercando di creare".

Il presidente Bashar al-Assad a un passo dalla fine, il suo regime in frantumi dopo 24 anni

Al potere dal 2000, quando raccolse il testimone dal padre Hafiz, Bashar al-Assad è rimasto per anni aggrappato alla presidenza di un Paese dilaniato da un conflitto che ha distrutto il Paese. 

Da marzo 2011 e cioè da quando sulla scia della cosiddetta “Primavera Araba”, la Siria è divenuta il paese del Medioriente in cui le superpotenze del mondo hanno condotto una guerra per procura senza precedenti con l'aiuto delle svariate milizie radicali all'occorrenza ribelli e/o jihadiste, ora il regime sarebbe a un passo dalla fine. Uno scenario che fino a poche settimane fa nessun analista aveva previsto. 

Il 59enne presidente Bashar al-Assad, segretario generale del Comando centrale del Partito socialista arabo Ba'ath, figlio di Hafez, 18° presidente della Siria dal 1971 fino alla sua morte nel 2000, è finora "sopravvissuto" alle sofferenze del Paese arabo con cinica determinazione. Non ha mai rinunciato al comando forte dei sostegni cruciali di Iran e Russia ha denunciato il "terrorismo", anche di chiunque si opponesse a Damasco, dove stando alla presidenza siriana ancora si troverebbe, mentre qualcuno lo dà in volo su un aereo diretto verso il Golfo Persico….

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Leggi qui l'articolo completo di Antonella Alba

Il presidente siriano Bashar al-Assad e sua moglie Asma Assad, 18 giugno 2008 (GettyImages)

Presidenza siriana: "Assad è a Damasco", smentite le notizie di una sua fuga all'estero

Bashar al-Assad "sta proseguendo il suo lavoro e i suoi doveri nazionali e costituzionali dalla capitale". Lo ha comunicato la presidenza siriana, respingendo così "le voci e le false notizie secondo cui il presidente Bashar al-Assad avrebbe lasciato Damasco". Nelle ultime ore erano emerse notizie su una sua possibile fuga all'estero.  

L'avanzamento dell'offensiva sunnita in Siria

Mappa Siria, aggiornata a oggi 7-12-2024 (wikipedia)

Ribelli entrano in un sobborgo a nord est di Damasco, nel quartiere druso e cristiano di Jaramana

Un gruppo di ribelli anti-regime mostrano il vessillo della statua di Hafez al-Assad, padre dell'attuale presidente siriano Bashar al-Assad, nel sobborgo di Jaramana, a Damasco, un settore a maggioranza drusa e cristiana. A riferirlo sono testimoni locali citati da agenzie. Secondo il loro racconto, "decine di manifestanti nella piazza principale di Jaramana" hanno fatto cadere la statua dell'ex presidente siriano. Un altro testimone ha riferito di aver visto la distruzione della statua mentre passava per la piazza poco dopo. Dei video pubblicati su Internet mostrano giovani uomini che rovesciano la statua e cantano slogan anti-Assad.  

Reuters: ribelli entrati nella città chiave di Homs

Secondo fonti locali, riprese da Reuters, i ribelli siriani entrano nella città chiave di Homs dalla parte nord e orientale. 

Hochstein: "Hezbollah è danneggiato, ma non distrutto"

L'inviato speciale americano per il Medioriente, Amos Hochstein, che ha guidato i colloqui per il cessate il fuoco in Libano, ha affermato che "ciò che sta accadendo ora in Siria crea una nuova debolezza per Hezbollah, perchè rende difficile il trasferimento di armi dall' Iran, mentre Teheran si sta allontanando da Assad". Lo riferisce Ynet citando Reuters. "Non abbiamo distrutto Hezbollah. Forse l'organizzazione non è abbastanza forte per attaccare Israele o sostenere Assad, ma non si è ancora arresa", ha detto Hochstein. "Gli Stati Uniti devono intensificare il loro sostegno all'esercito libanese, e così dovrebbero fare tutti gli altri." "Il collasso della Siria non è una sorpresa, ma le ultime due volte, due grandi potenze sono arrivate in suo aiuto", ha concluso.  

I ribelli jihadisti alle porte di una Damasco deserta, il regime si sgretola

Siria, le voci degli italiani delle ong: "Andarsene prima che chiudano di nuovo i confini"

Giuseppe Rizzo

Siria: iniziati colloqui Iran-Russia-Turchia a Doha nel formato Astana

A margine del Forum a Doha sono iniziati i colloqui tra Iran, Russia e Turchia sulla situazione in Siria, dove i ribelli continuano ad avanzare da nord e da sud verso Damasco. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Teheran.  

I tre ministri degli esteri, Abbas Araghchi per l'Iran, Serghei Lavrov per la Russia e Hakan Fidan per la Turchia, si riuniscono - ricorda l'agenzia iraniana Irna - nel cosiddetto "formato Astana", da una riunione del 2017 nella capitale del Kazakistan, che fu convocata per garantire il futuro equilibrio politico-strategico in siria, che i recenti sviluppi sembrano sovvertire completamente. Il ministro iraniano Araghchi, scrive l' Irna, ha espresso il suo sostegno completo al governo siriano del presidente Bashar al Assad e ha accusato Israele e Stati Uniti di appoggiare i ribelli jihadisti che stanno imperversando, minacciando Damasco. 

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov arriva al Doha Forum nella capitale del Qatar, 7 dicembre 2024 (Afp)

Tajani: "Situzione italiani in Siria è sotto controllo, alcuni già evacuati"

Le forze anti-regime sono a 20 chilometri da Damasco

Le forze anti-Assad, protagoniste dalla travolgente avanzata in Siria, sono a 20 chilometri da Damasco. Lo riportano fonti delle fazioni combattenti e dell'Osservatorio siriano per i diritti umani

Tajani: "Aspettiamo riunione Doha per passi avanti verso una soluzione politica, non militare"

Il ministro degli esteri Antonio Tajani è alla Farnesina in una riunione d'emergenza sulla Siria. 

"L'obiettivo che sosteniamo è la soluzione poitica, non militare che permetta di garantire pace e stabilità in Siria, che è parte importante della stabilità in Medioriente. Abbiamo fiducia e sosteniamo il confronto in corso a Doha e ci auguriamo che da quell'incontro si possa trovare un accordo con una soluzione politica, che incoraggiamo tutte le parti a perseguire". Sulla crisi in Siria c'è un "costante contatto" anche tra i partner del G7.  “Aspettiamo la fine della riunione a Doha per passi avanti”.

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"La nostra prima preoccupazione è la tutela degli italiani nel Paese, che sono tutti in contatto con la nostra ambasciata”, ha detto il vicepremier sottolineando che sono circa 300 gli italiani che vivono in Siria. “Alcuni sono riusciti a lasciare il paese”. La “situazione è assolutamente sotto controllo”, ma lancia “l'appello alle parti per la protezione dei civili e delle minoranze anche perchè rileva il ministro, ”bisogna scongiurare una crisi migratoria".

Esercito siriano inizia ritiro dalla base aerea T-4 a Palmira e avanzano verso Homs

Insorti siriani avanzano a est di Homs e prendono la località chiave di Qaryatayn, 160 km a nord-est della capitale Damasco. Lo riferiscono fonti locali nella zona di Homs. Qaryatayn si trova lungo la strada che collega Homs con la Badiya, la zona stepposa dove sorge Palmira al centro della Siria. 

Secondo i media arabi, le forze governative siriane hanno iniziato a ritirarsi dalla base aerea T-4 nei pressi dell'antica città di Palmira, nel governatorato di Homs. Il T-4, noto anche come Tiyas, è uno dei due aeroporti principali (l'altro è l'aeroporto internazionale di Damasco) in cui spesso atterrano le compagnie aeree cargo iraniane che trasportano armi destinate a Hezbollah in Libano. Secondo l'intelligence israeliana, le armi vengono tenute nei magazzini della zona prima di essere trasportate in Libano. Negli ultimi anni Israele ha attaccato più volte la base aerea T-4.  

Hezbollah: "Abbiamo inviato 2mila uomini a Homs"

Hezbollah ha inviato circa 2mila uomini nella zona siriana di Homs vicino al confine col Libano per resistere all'offensiva degli insorti siriani. Lo riferiscono media di Beirut citando fonti vicine al partito armato libanese.  

Esercito russo e siriano si ritirano da Quneitra al confine con Israele, i ribelli confermano al grido di "Allahu Akbar"

Funzionari dell'opposizione siriana hanno riferito che l'esercito regolare ha iniziato il ritiro questa mattina dal distretto di Quneitra, al confine con Israele, anche le forze militari russe hanno iniziato a evacuare le loro posizioni al confine. Lo riferisce l'emittente israeliana Kan. Questa mattina l'esercito siriano ha ammesso di essersi ritirato dai distretti di Daraa e di Al-Sawidaa sui monti abitati dai drusi, nel sud della Siria, in seguito all'avanzamento dei ribelli sunniti.  

I ribelli siriani confermano e stanno postando video davanti alla stazione centrale della polizia al grido di Allahu Akbar. Nel mentre fonti dell'opposizione siriana, citate dall'emittente israeliana hanno rilasciato filmati in cui si vedono l'esercito regolare mentre si ritira dal villaggio di Jabba a Quneitra.  

L'esercito siriano lascia la zona di Quneitra, al confine con Israele

Media dell'opposizione siriana, ripresi dall'emittente israeliana Kan, hanno riferito le forze del regime siriano stanno evacuando i loro posti nel governatorato di Quneitra, al confine con Israele. I ribelli siriani negli ultimi giorni hanno preso il controllo di gran parte della provincia meridionale di Daraa. Le forze armate israeliane hanno annunciato stamane nuovi rinforzi di truppe nel Golan al confine con la Siria, alla luce dell'evolversi della situazione.

Comandante dei ribelli alle minoranze: “Il settarismo è finito”

Hassan Abdel Ghani, alto comandante dei ribelli islamisti che hanno lanciato una dura offensiva contro il regime siriano, ha cercato di rassicurare le minoranze religiose, sottolineando di stare tranquille perché “l'era del settarismo e della tirannia è finita per sempre. È diventato chiaro a tutti che le nostre forze hanno dimostrato la loro disciplina sul campo sotto le direttive e gli ordini della nostra leadership”, ha dichiarato il comandante che fa parte dell'alleanza guidata dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts).

Al Jazeera: “Il valico di Al-Qaim disponibile solo per gli iracheni che vogliono tornare in patria”

Il valico di frontiera di Al-Qaim con la Siria attualmente non funziona ed è disponibile solo per gli iracheni che desiderano rientrare in patria. Lo ha riferito una fonte della sicurezza all'emittente televisiva al Jazeera.

Riunione alla Farnesina con Tajani sulla crisi in Siria

Riunione alla Darnesina alle 11 sull'emergenza Siria con il ministro degli esteri, Antonio Tajani. In collegamento, secondo quanto apprende l'Ansa, ci saranno gli ambasciatori a Damasco, Doha, Tel Aviv, Amman, Beirut, Teheran, Baghdad, Abu Dhabi, Il Cairo, Riad, Ankara, Mosca e Santa sede. Si discuterà, secondo quanto si apprende ancora, anche dell'evacuazione dei religiosi e degli italiani dalla Siria.

Wall Street Journal: “Amman e Il Cairo esortano Assad a instaurare un governo in esilio. I parenti stretti si sono già rifugiati in Russia e negli Emirati”

Il quotidiano statunitense ha riferito che funzionari governativi in Egitto e Giordania hanno consigliato al presidente siriano Bashar al-Assad di lasciare il Paese per instaurare un governo in esilio. Secondo il report, i parenti stretti del presidente siriano hanno già lasciato la Siria, con la moglie e i figli in fuga in Russia e i cognati che si sono rifugiati negli Emirati Arabi Uniti. Secondo Channel 12, l'ambasciata giordana a Washington si è affrettata a negare che Amman sia coinvolta.

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Qatar, Assad non è riuscito a ripristinare i rapporti interni

Il presidente siriano Bashar al-Assad, durante il precedente periodo di calma nel Paese dopo i sanguinosi anni della guerra civile, non è riuscito a “ripristinare i rapporti con il suo popolo”. Lo ha affermato il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, al Doha Forum per il dialogo politico. “Assad non ha colto queste opportunità per iniziare a coinvolgere e ripristinare i suoi rapporti con il suo popolo, e non abbiamo visto alcuna mossa seria, che si tratti del ritorno dei rifugiati o della riconciliazione con il suo stesso popolo”, ha dichiarato, sottolineando che “la situazione in Siria si sta evolvendo e potrebbe diventare più pericolosa”. Si teme che la guerra civile possa minacciare l'unità del Paese se non si raggiunge una soluzione politica, ha aggiunto al-Thani.

Gli insorti avanzano ancora e conquistano il centro di Suwayda. Sono a 100 Km dalla capitale

Il centro della città di Al-Suwayda, nel sud della Siria, è caduto in mano ai jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e delle fazioni alleate. Lo riporta l'agenzia di stampa Anadolu citando proprie fonti sul campo. Suwayda dista cento chilometri da Damasco.

L'esercito siriano si riposiziona nelle province meridionali di Daraa e Suwayda

L'esercito siriano ha annunciato un “riposizionamento” delle truppe nelle province meridionali di Daraa e Suwayda, dopo che l'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva riferito della perdita del controllo di Damasco sulla maggior parte della provincia di Daraa. “Le nostre forze operative a Daraa e Suwayda si stanno ridistribuendo e riposizionando, e stanno creando un cordone di sicurezza dopo che elementi terroristici hanno attaccato posti di blocco remoti dell'esercito”, ha affermato il Comando generale dell'esercito e delle forze armate in una dichiarazione diffusa dai media statali. 

Ong: “Nelle ultime ore ci sono stati 28 morti, tra cui 8 bambini”

È di 28 morti, tra cui otto bambini, il bilancio degli attacchi delle ultime ore in diverse aree della Siria, nell'ambito dell'offensiva di gruppi di jihadisti contro il regime di Damasco. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui la maggior parte delle vittime è stata registrata nella regione di Homs, dove venti persone, tra cui cinque bambini, sono morte in seguito a “bombardamenti di artiglieria lanciati dalle forze del regime contro varie località della zona rurale a nord”.

Altri quattro civili, una donna e tre bambini, sono morti a Daraa, nel sud della Siria, dove sono entrati ieri sera gli insorti. Una vittima si registra negli scontri tra i militanti e le forze del regime nella città di Nawa, riferisce ancora la ong con sede a Londra, mentre altri tre civili, tra cui una donna, sono morti nei bombardamenti delle forze filoturche nel nord del Paese.

New York Times: “L'Iran ha iniziato a evacuare personale e comandanti Pasdaran”

In un'ulteriore indicazione di quello che appare come il prossimo collasso del regime di Damasco a causa dell'avanzata dei jihadisti, l'Iran ha iniziato a evacuare il proprio personale e anche comandanti della Forza Quds dei Pasdaran dalla Siria. Lo rivela il New York Times, che cita fonti della regione e tre fonti iraniane, secondo cui i militari, funzionari diplomatici e le loro famiglie e altri civili iraniani vengono trasferiti nei vicini Libano e Iraq via terra o a Teheran in aereo.

Usa chiedono ad americani di lasciare subito Paese

La situazione della sicurezza in Siria "continua a essere volatile e imprevedibile, con scontri attivi tra gruppi armati in tutto il Paese". Per questo motivo il Dipartimento di Stato "esorta i cittadini statunitensi a lasciare la Siria ora, mentre a Damasco restano disponibili opzioni commerciali. I cittadini statunitensi che scelgono di non lasciare la Siria o non sono in grado di farlo dovrebbero preparare piani di emergenza per situazioni di emergenza ed essere pronti a rifugiarsi sul posto per lunghi periodi.L'aeroporto internazionale di Aleppo è chiuso". E' quanto si legge sul sito dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Siria.

Nyt, Iran ordina evacuazione militari e diplomatici

L'Iran ha ordinato l'evacuazione dalla Siria del personale militare, tra cui gli alti ufficiali della Guardia rivoluzionaria, e diplomatico. Lo riporta il New York Times. La decisione, secondo il quotidiano americano, indica l'impossibilita' di Teheran di sostenere il presidente siriano Bashar-al Assad.

Il punto sulla guerra civile dal corrispondente Sergio Paini

I ribelli conquistano anche Daraa, città chiave del Sud

Il governo siriano ha perso il controllo della simbolica città meridionale di Daraa e della maggior parte dell'omonima provincia, che è stata la culla della rivolta del 2011. "Le fazioni locali hanno preso il controllo di altre aree nella provincia di Daraa, compresa la città di Daraa. Ora controllano più del 90% della provincia, mentre le forze del regime si sono progressivamente ritirate'', ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani.

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Gli Stati Uniti esortano i concittadini a lasciare la Siria

La situazione della sicurezza in Siria "continua a essere volatile e imprevedibile, con scontri attivi tra gruppi armati in tutto il Paese". Per questo motivo il Dipartimento di Stato "esorta i cittadini statunitensi a lasciare la Siria ora, mentre a Damasco restano disponibili opzioni commerciali. I cittadini statunitensi che scelgono di non lasciare la Siria o non sono in grado di farlo dovrebbero preparare piani di emergenza per situazioni di emergenza ed essere pronti a rifugiarsi sul posto per lunghi periodi. L'aeroporto internazionale di Aleppo è chiuso". Così si legge sul sito dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Siria.

Un'analisi di scenario: dove vanno gli insorti siriani e quali forze li muovono

Marc Tice, a sinistra, e Debra Tice, i genitori di Austin Tice, un giornalista rapito in Siria (ap)

La madre del giornalista americano, scomparso in Siria oltre 10 anni fa, è fiduciosa che sia anora vivo

La madre di Austin Tice, il giornalista americano rapito in Siria oltre dieci anni fa è fiduciosa che il figlio sia ancora in vita. La donna, Debra Tice, ha fatto rifornimento a informazioni provenienti da una "fonte significativa" che non ha voluto identificare, ma che è stata validata dal governo Usa e ritenuta credibile. La madre di Tice e altri parenti del giornalista hanno parlato oggi dopo un incontro alla Casa Bianca con il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, a seguito degli ultimi eventi in Siria. Tice, nativo di Houston, collaboratore del Washington Post e di altre testate, scomparve nell'agosto del 2012 ad un posto di blocco a ovest di Damasco.

I gruppi di opposizione siriani hanno preso il controllo di Daraa, città vicina al confine con la Giordania

I gruppi di opposizione siriani hanno preso il controllo di Daraa, città vicina al confine con la Giordania, nel sud della Siria. Lo rende noto l'Osservatoriosiriano per i diritti umani, e la notizia è riportata anchedall'agenzia turca Anadolu. La conquista ha un forte valore simbolico: Daraa è considerata il luogo di nascita dell'insurrezione anti-regime in Siria, poiché fu proprio in questa città che si accese la prima scintilla della rivolta del 2011 contro il regime di Basharal-Assad. Le proteste, inizialmente indirizzate a chiedere libertà e riforme, furono brutalmente represse, segnando l'inizio della guerra civile.

Il ministro degli Esteri siriano Bassam al-Sabbagh ha denunciato "l'interferenza regionale e internazionale" nel suo Paese

Il ministro degli Esteri siriano Bassam al-Sabbagh ha denunciato "l'interferenza regionale e internazionale" nel suo Paese che a suo dire mira a "dividere" la regione. "L'interferenza regionale e internazionale in tutto ciò che sta accadendo attualmente in Siria mira a dividere di nuovo la regione e ridisegnare la mappa politica", ha detto Sabbagh in un incontro a Baghdad con le suecontro parti irachene e iraniane.

Il ministro degli Esteri siriano Bassam Sabbagh arriva per partecipare a una conferenza stampa con il suo omologo iracheno Fouad Hussein (ap)

Sono almeno 20 i morti oggi nella regione di Homs, in Siria, negli intensi combattimenti tra l'esercito regolare e i ribelli

Sono almeno 20 i morti oggi nella regione di Homs, in Siria, negli intensi combattimenti tra l'esercito regolare e i ribelli jihadisti. Secondo l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito, un bombardamento da parte delle forze di Assad e dei suoi alleati sula città di al-Dar al-Kabira, ha ucciso 5 membri di una famiglia: un uomo, suo figlio, sua figlia e 2 dei suoi nipoti.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz rispetto alla situazione in Siria": "L'IDF è preparato per qualsiasi scenario"

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz e il capo di stato maggiore, il generale Herzi Halevi, hanno effettuato una valutazione della situazione della sicurezza dopo la rivolta in Siria. Lo ha affermato l'ufficio del ministro, che ha incaricato l'esercito (IDF) di mantenere un alto livello di preparazione e di continuare a monitorare costantemente gli sviluppi. Si è affermato che "l'IDF è preparato per qualsiasi scenario ed è determinato a proteggere i cittadini di Israele salvaguardare gli interessi di sicurezza di Israele in ogni momento. Non permetteremo una minaccia alla sovranità o alla sicurezza di Israele e continueremo ad agire con risolutezza per mantenere la stabilità e la sicurezza dei suoi residenti". Lo riporta Ynet

Il comandantedi Hayat Tahrir al-Sham (HTS): "Stiamo andando verso Damasco"

Il comandante ribelle di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Hassan Abdul Ghani, ha affermato che i suoi combattenti si stanno dirigendo verso Damasco, e ha lanciato un avvertimento all'esercito e al ministro della Difesa siriano. "Stiamo andando verso Damasco", dice in un video condiviso sul social X. "Esortiamo vivamente i restanti soldati del regime e il ministro della Difesa a esprimere il loro dissenso", ha affermato Adbul Ghani, aggiungendo: "Stiamo arrivando".

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I dati ONU: 370 mila sfollati per i combattimenti in Siria

L'Onu afferma che i combattimenti in corso in Siria hanno provocato almeno 370.000 sfollati.

Gli insorti sostenuti dalla Turchia hanno preso il controllo oggi di una base di difesa aerea russa nelle vicinanze di Hama

Gli insorti sostenuti dalla Turchia hanno preso il controllo oggi di una base di difesa aerea russa con il sistema missilistico S-75 Dvina. Lo riferiscono media siriani e media turchi. La base di trova nelle vicinanze di Hama, terza città siriana, ed è ospitata nei pressi della caserma della 66ma divisione delle forze governative siriane.

immagine del presidente siriano Bashar Assad, ufficio del governo provinciale di Hama, Siria, 6 dicembre 2024 (ApPhoto)

Siria: ribelli verso Homs, domani vertice a Doha

Prosegue l'avanzata dei ribelli siriani che continuano a sottrarre territorio al regime di Bashar al-Assad, mentre i Paesi confinanti hanno chiuso i principali valichi di frontiera e Israele ha annunciato il rafforzamento delle truppe sulle alture del Golan. I combattenti, guidati dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), dopo aver preso Aleppo e Hama, puntano ora su Homs.  Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, di base a Londra ma con una vasta rete nel Paese mediorientale, i ribelli "sono entrati nelle città di Rastan e Talbisseh", situate nella provincia di Homs, nella totale assenza dell'esercito, e si trovavano ormai a cinque chilometri dalla quarta citta' del Paese. Il ministero della Difesa di Damasco ha smentito, sostenendo che "non c'è verità nelle notizie... sul ritiro dell'esercito da Homs". Con l'avanzata dei ribelli nel centro del Paese, le forze governative, insieme alle milizie filo-Iran, si sono ritirate dalle zone che controllavano nella provincia di Deir Ezzor, nel nord-est, lasciando il campo alle Forze Democratiche Siriane (Sdf) guidate dai curdi e sostenute da Washington. "Per proteggere la nostra gente, i nostri combattenti del Consiglio militare di Deir Ezzor sono stati schierati nella città di Deir Ezzor e a ovest del fiume Eufrate", hanno confermato queste. Si accende lo scontro anche nell'estremo sud della Siria dove, secondo quanto riferisce Reuters citando fonti ribelli, gruppi armati hanno preso una base militare nella provincia di Daraa, vicino alla città di Herak, e il controllo del valico di frontiera di Nasib, al confine con la Giordania, dove decine di veicoli e passeggeri sono rimasti bloccati. Nella città meridionale di As-Suwayda, almeno tre persone sono morte in scontri tra milizie druse e forze di sicurezza siriane. Combattenti antigovernativi hanno anche preso il controllo della principale stazione di polizia e della piu' grande prigione civile ore dopo che centinaia di persone hanno protestato nella piazza principale chiedendo la caduta di Assad. Intanto, sia Beirut che Amman hanno chiuso i valichi di frontiera, resta operativo solo Masnaa, il principale snodo che collega la capitale libanese con Damasco, nella valle della Beqaa. Il Paese dei Cedri ha interrotto i collegamenti poche ore dopo che un attacco aereo israeliano ha danneggiato il valico di frontiera di al-Arida con la Siria, nell'estremo nord del Libano. L'esercito israeliano ha confermato il raid, sostenendo che il posti di confine e' stato utilizzato per il trasferimento di munizioni a Hezbollah. Le stesse forze armate dello Stato ebraico hanno annunciato il rafforzamento delle truppe sulle Alture del Golan al confine con la Siria, dicendosi "preparate per qualsiasi scenario di attacco e difesa". "Non consentiremo una minaccia vicino al confine di Israele", hanno assicurato.

Il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il ministro degli Esteri siriano Bassam Sabbagh sono ritratti durante una conferenza stampa congiunta dopo l'incontro trilaterale a Baghdad, 6 dicembre 2024 (Afp)

Il ministro iraniano Araghchi: " I ribelli in Siria minacciano tutto il Medio Oriente. Il terrorismo non conosce confini"

L'offensiva dei ribelli in Siria lanciata contro Bashar al-Assad e definita "terroristica" dall'Iran rappresenta una "minaccia" per il Medio Oriente: lo ha detto a Baghdad il capo della diplomazia iraniana. "La minaccia terroristica non sarà limitata alla Siria ma costituisce una minaccia per tutti i Paesi vicini e per l'intera regione", ha affermato Abbas Araghchi, il cui Paese è un sostenitore incondizionato del governo siriano, aggiungendo che "il terrorismo non conosce confini".

Aeroporto militare di Hama, Siria, 6 dicembre 2024 (AP Photo/Ghaith Alsayed)

Reuters: gli insorti hanno conquistato la principale base militare nella provincia meridionale di Daraa

Combattenti locali siriani ed ex ribelli hanno conquistato una delle principali basi dell'esercito nella provincia di Daraa, nota come Liwa 52, vicino alla città di Herak, mentre i combattimenti si sono estesi al confine meridionale del Paese con la Giordania, hanno dichiarato venerdì a Reuters due fonti ribelli. Hanno anche sequestrato parti del valico di frontiera di Nassib con la Giordania, vicino alla sezione doganale, dove decine di rimorchi e autovetture erano bloccate, hanno aggiunto le fonti.

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Migliaia di persone in fuga da Homs

Migliaia di persone sono fuggite dalla città siriana di Homs, la terza più grande del paese, mentre gli insorti si sono impadroniti di due località alla periferia, una mossa che fa pensare a un assalto imminente. 

La situazione sul terreno alle 17 di oggi

La situazione sul terreno alle 17 di oggi (CC BY-SA 4.0 Ecrusized & Rr016 via Wikimedia Commons)

Le Forze democratiche siriane confermano il controllo di Deir Ezzor

Le Forze democratiche siriane, che già controllano gran parte del nord-est della Siria, hanno dichiarato di essersi dispiegate nelle aree della Siria orientale precedentemente detenute dalle forze governative, che si sono ritirate. “Per proteggere il nostro popolo, i nostri combattenti del consiglio militare di Deir Ezzor sono stati dispiegati nella città di Deir Ezzor e a ovest dell'Eufrate”.

Media: due città a sud di Damasco in mano a forze locali

Daraa e Suwayda, città rispettivamente di circa 70.000 e 135.000 abitanti a sud di Damasco, sono ora sotto il controllo delle rispettive forze locali anti-governative. Lo riferiscono media siriani e panarabi, secondo cui gli insorti sunniti a Daraa hanno preso il controllo delle postazioni governative dopo il ritiro dei soldati di Damasco. A Suwayda, a maggioranza drusa, le élite locali hanno dal canto loro assicurato il passaggio di consegne tra le forze governative in ritirata e le autorità locali druse.

Ong: attacchi aerei russi sugli insorti vicino a Homs

L'aviazione russa è entrata in azione poco fa con attacchi aerei a nord di Homs sulle colonne degli insorti anti-governativi che tentano di arrivare in città provenienti da Hama. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui, i jet di Mosca sono decollati dalla base aerea russa di Hmeimim, sulla costa mediterranea, dopo che nelle ultime ore le forze russe hanno perso il controllo dell'aeroporto di Hama, nella Siria centrale.

Reuters: le Forze democratiche siriane hanno pieno controllo di Deir Ezzor

Le Forze democratiche siriane a trazione curda hanno conquistato la città di Deir Ezzor, hanno detto tre fonti siriane all'agenzia britannica Reuters venerdì, la terza città a cadere fuori dal controllo del presidente Bashar al-Assad in una settimana. Due fonti della sicurezza con sede nella Siria orientale hanno detto che l'alleanza, nota come Forze Democratiche Siriane, ha preso il pieno controllo di Deir el-Zor nel pomeriggio di venerdì. Omar Abu Layla, un attivista della testata Deir Ezzor 24 con contatti in città, ha dichiarato a Reuters che le forze governative siriane e i combattenti iracheni sostenuti dall'Iran si sono ritirati da Deir Ezzor prima che le Sdf entrassero in azione. Una fonte della sicurezza irachena ha detto che le Sdf stanno avanzando anche in direzione della città siriana di Albukamal, che si trova al confine con l'Iraq, e potrebbero conquistarla nelle prossime 24 ore. 

Siria, gli insorti prendono controllo del varco di confine con la Giordania

Insorti siriani di Daraa, al confine con la Giordania, hanno conquistato il varco frontaliero con di Nassib tra i due paesi. Lo riferiscono media panarabi e siriani mostrando immagini dei combattenti anti-governativi sul posto e senza la presenza delle guardie di frontiera di Damasco

Ong: le forze governative “completamente ritirate” dalla provincia di Deir Ezzor

Le forze governative si sono ritirate dalle aree che controllavano nella provincia orientale di Deir Ezzor mentre le forze a guida curda avanzavano verso di loro, ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH). “Le forze siriane e i loro alleati sostenuti dall'Iran si sono completamente ritirati dalle aree che controllano nella provincia di Deir Ezzor e le forze curde stanno avanzando verso queste aree”, ha dichiarato Rami Abdel Rahmane, direttore dell'ONG. La provincia di Deir Ezzor è divisa tra le forze curde a est dell'Eufrate e le forze governative siriane e i loro alleati a ovest.

La Giordania ha chiuso il varco di frontiera con la Siria

La Giordania ha chiuso il suo unico varco di frontiera commerciale e passeggeri con la Siria, ha detto venerdì il ministero degli Interni. Gruppi armati hanno sparato al valico di frontiera siriano di Nassib con la Giordania, ha dichiarato a Reuters una fonte dell'esercito siriano.

L'esercito siriano smentisce di essersi ritirato da Homs

 Il ministero della Difesa siriano smentisce che l'esercito si sia ritirato dalla città di Homs, come precedentemente annunciato dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria.

Le Forze democratiche siriane controllano l'aeroporto di Deir Ezzor

Le Forze democratiche siriane, formazione multietnica a guida curda che controlla circa un quarto del paese, hanno preso il controllo dell'aeroporto della città orientale di Deir Ezzor. Lo riferisce l'agenzia di stampa curda Rudaw 

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Foto Rai News

Forze democratiche siriane: "Finora non abbiamo combattuto con Tahrir al-Sham"

Mazlum Kobani, comandante generale delle Forze Democratiche Siriane, ha dichiarato: "Non abbiamo preso la decisione di combattere Hayat Tahrir al-Sham. Nemmeno loro sono in condizione di combattere contro di noi. Esamineremo le loro azioni", ha detto. Lo hanno detto in una conferenza stampa il comandante in capo delle Forze Democratiche Siriane Mazlum Kobani e Rohilat Efrin, uno dei comandanti dell'YPJ, le unità curde di protezione delle donne. “Abbiamo rapporti con Hayat Tahrir al-Sham.Noi e l'HTS non abbiamo mai combattuto. Se saremo attaccati, ci difenderemo”, hanno affermato, citati dall'agenzia curda Rudaw.

Il Libano ha chiuso i confini con la Siria

Le autorità libanesi hanno annunciato la chiusura fino a nuovo ordine di tutti i valichi frontalieri con la Siria.

Il governo iraniano: l'Ucraina smetta di sostenere i terroristi in Siria

L'Iran ha chiesto all'Ucraina di "interrompere immediatamente" il suo sostegno a "gruppi terroristi in Siria", nel contesto dell'avanzata delle forze filo-turche che si oppongono al governo di Damasco, sostenuto da Teheran. Lo ha affermato Mojtaba Damirchiloo, direttore generale del dipartimento per l'Eurasia presso il ministero degli Esteri iraniano. Facendo riferimento a rapporti riguardo a "un commercio illegale di armi ricevute dagli Usa da parte di alcuni funzionari ucraini e il sostegno dell'Ucraina di gruppi classificati come terroristi in Siria", il funzionario ha affermato che il comportamento di Kiev è "una palese violazione degli impegni internazionali in materia di prevenzione e lotta al terrorismo e ne ha chiesto l'immediata cessazione", riferisce Mehr.

La Russia invita i suoi cittadini a lasciare la Siria

 L'ambasciata russa in Siria ha invitato i cittadini russi a lasciare il Paese con voli commerciali dopo che gli insorti hanno lanciato un'offensiva contro l'esercito siriano, ha riferito l'agenzia di stampa statale Tass. Mosca ha avuto una forte e decisiva presenza militare nel paese a partire dal 2015

L'avanzamento di Hayat Tahrir al Sham verso Homs

L'offensiva di Hayat Tahrir al-Sham, mappa aggiornata a mezzogiorno di oggi (Wikimedia Commons)

Tayyip Erdogan: l'opposizione avanza, "l'obiettivo è Damasco"

"La marcia dell'opposizione continua" in Siria, a “Idlib, Hama e Homs, e l'obiettivo è, ovviamente, Damasco”, ha affermato il presidente turco Tayyip Erdogan parlando con i giornalisti dopo la preghiera del venerdì. Ha poi aggiunto di non aver ancora ricevuto una risposta positiva da Assad alla richiesta di incontro e di normalizzazione dei rapporti che aveva fatto all'inizio dell'anno. “I progressi dell'opposizione stanno continuando... La nostra speranza è che questo cammino in Siria continui senza problemi”, ha concluso.

La conferenza stampa di Erdogan (Canli 24 Istanbul via x.com)

Miliziani iracheni filo-Iran: non siamo coinvolti ma siamo pronti

Faleh al-Fayyad, capo delle Forze di Mobilitazione Popolare irachene, la coalizione di milizie sciite irachene filo-iraniane, ha dichiarato oggi che quanto sta accadendo in Siria "è una questione interna", affermando che le sue forze sono comunque pronte per "qualsiasi emergenza". Finora rispetto all'offensiva militare degli insorti siriani appoggiati dalla Turchia, le milizie irachene filo-iraniane hanno inviato un manipolo di soli 200 uomini sbaragliato nei giorni scorsi e in poche ore dai loro rivali sunniti lungo la strada tra Aleppo e Hama. Parlando a Baghdad e ripreso dai media iracheni, Fayyad ha affermato che "le gravi ripercussioni nella regione sono iniziate circa un anno fa dalla Palestina, portando la regione a una nuova fase". "La crisi siriana è un evento interno e non abbiamo alcun coinvolgimento, ma siamo preparati per qualsiasi emergenza", ha detto Fayyad.

A ovest, l'Esercito di Assad ritira unità e avanzano le Forze democratiche a guida curda

L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, citando fonti proprie, riferisce che le forze governative "hanno iniziato a ritiraree verso la capitale Damasco un certo numero di unità militari stanziate nelle aree di Deir Ezzor, e i ritiri si sono concentrati su siti all'interno della città di Deir Ezzor, Al-Mayadeen, Al-Quriyah e alcuni punti sparsi sul letto del fiume nell'area di Al-Bukamal e nella città stessa. Secondo le fonti, con questi movimenti, sono arrivati nella città di Al-Bukamal, punto strategico al confine tra Siria e Iraq, rinforzi militari delle milizie sostenute dall'Iran, guidate dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane e dalle milizie ad esse collegate, stimati in decine di cittadini siriani che lavorano con queste milizie. Ieri, le forze del Consiglio militare di Tabqa sotto il comando delle Forze democratiche siriane a trazione curda hanno preso il controllo di alcune posizioni nella campagna di Raqqa, in previsione dell'arrivo dell'Isis nella zona dopo il ritiro delle forze del regime. Le forze del Consiglio militare di Tabqa si sono dispiegate nel campo petrolifero di Al-Thawra, nel villaggio di Al-Rasafa, nell'area di Safyan e di Anbaj.

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Reuters: Iran pronto a mandare missili, droni e personale in Siria

L'Iran intende inviare missili e droni in Siria e aumentare il numero dei suoi consiglieri militari per sostenere il presidente Bashar al-Assad nella sua battaglia contro i ribelli, ha detto venerdì a Reuters un alto funzionario iraniano. “È probabile che Teheran abbia bisogno di inviare attrezzature militari, missili e droni in Siria... Teheran ha preso tutte le misure necessarie per aumentare il numero dei suoi consiglieri militari in Siria e dispiegare le forze”, ha detto il funzionario a condizione di anonimato. “Ora Teheran sta fornendo alla Siria intelligence e supporto satellitare”.

Hezbollah invia forze in Siria a sostegno di Assad

Hezbollah ha inviato un piccolo numero di "forze di supervisione" dal Libano alla Siria durante la notte per aiutare a impedire ai combattenti antigovernativi di conquistare la città strategica di Homs, hanno riferito a Reuters due fonti di sicurezza libanesi di alto livello. Un ufficiale militare siriano e due funzionari regionali vicini a Teheran hanno anche detto a Reuters che le forze d'élite di Hezbollah sostenute dall'Iran erano passate dal Libano durante la notte e avevano preso posizione a Homs.

Forze democratiche siriane: Isis attivo nel deserto della Siria orientale

“A causa dei recenti sviluppi, c'è un aumento dei movimenti dei mercenari dello Stato Islamico nel deserto siriano, nel sud e nell'ovest di Deir Al-Zor e nella campagna di Raqqa". Lo ha detto in una conferenza stampa Mazloum Abdi, comandante in capo delle Forze democratiche siriane, formazione multietnica a guida curda che controlla circa un quarto del territorio della Siria

Ong: la battaglia per Homs deciderà chi governerà il paese

"La battaglia di Homs è la madre di tutte le battaglie e deciderà chi governerà la Siria". Lo ha dichiarato Rami Abdurrahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito. La città di Homs, alcune parti della quale sono state sotto il controllo dei ribelli fino al 2014, è un importante punto di intersezione fra la capitale Damasco e le province costiere siriane di Latakia e Tartus, dove il presidente siriano Bashar Assad gode di ampio sostegno. La provincia di Homs è la più grande della Siria e confina con Libano, Iraq e Giordania. Dopo la caduta di Hama, gli attivisti dell'opposizione hanno dichiarato che migliaia di residenti di Homs fedeli ad Assad sono stati visti fuggire verso Damasco e la regione costiera.

Domani a Doha trilaterale Russia-Turchia-Iran sulla situazione in Siria

Il ministero degli Esteri turco ha confermato venerdì che sabato si terrà un incontro con i ministri russo e iraniano per discutere della situazione in Siria, a margine del Forum di Doha. “Il ministro Hakan Fidan incontrerà il ministro russo Sergei Lavrov e il ministro iraniano Abbas Aragchi per un incontro nel formato Astana sabato a Doha”, ha dichiarato una fonte del ministero.

Ribelli entrano in altre 2 città, sono a 5 km da Homs

 I ribelli siriani nelle prime ore di oggi sono entrati in 2 cittadine nel centro della Siria, Rastan e Talbiseh, che si trovano a nord di Homs, e ora sono a 5 chilometri di distanza da Homs, che è la terza città più grande del Paese. Lo riferiscono l'Osservatorio siriano per i diritti umani e la testata filo-governativa Sham FM. Secondo quest'ultima gli insorti sono entrati a Rastan e Talbiseh senza incontrare alcuna resistenza. L'avvicinamento dei ribelli armati a Homs giunge dopo che ieri hanno preso il controllo della città centrale di Hama, la quarta più grande della Siria, da cui l'esercito ha dichiarato di essersi ritirato per evitare i combattimenti all'interno della città e risparmiare le vite dei civili. La scorsa settimana, inoltre, i ribelli guidati dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) avevano preso il controllo di Aleppo, che è la città più grande della Siria. Gli insorti hanno dichiarato di voler marciare verso Homs e Damasco, sede del potere del presidente Bashar Assad.

Raid esercito e caccia russi su gruppi ribelli ad Hama

"Le  nostre forze armate stanno prendendo di mira veicoli e raduni terroristici nel nord e nel sud della provincia di Hama usando artiglieria, missili e aerei da guerra congiunti siriano-russi", ha il ministero della Difesa siriano mentre è in corso una vasta offensiva dei ribelli. Lo scrive Afp.

La capitale siriana Damasco è stata posta in stato di allerta per la continua avanzata dei ribelli dell'opposizione siriana verso sud. Le milizie di Tahrir al Sham sono a pochi chilometri dal centro di Homs.  Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani il controllo di Homs influenzerà il futuro di Hezbollah in quanto i ribelli puntano a chiudere le linee di rifornimento tra la Siria e il Libano. Le fazioni armate controllano ormai completamente anche Rastan e Talbiseh.

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Leader jihadisti Hts: “L'obiettivo è rovesciare Assad”

Abu Mohamed al Jolani, leader del principale gruppo che guida l'opposizione armata in Siria, Hayat Tahrir al-Sham (Hts), ha assicurato che l'obiettivo della coalizione dei ribelli è "in definitiva rovesciare l'autoritario presidente Bashar al-Assad".   In un'intervista esclusiva alla Cnn, Al Jolani non ha lasciato dubbi sul fatto che l'obiettivo dell'attuale offensiva sia mettere fine al regime di Assad. Nella sua prima intervista da anni - l'ultima con un media occidentale è stata su France 24 un anno fa - in una località segreta della Siria, ha parlato all'emittente americana dei piani per creare un governo basato sulle istituzioni e su un "consiglio eletto". "Quando parliamo di obiettivi, l'obiettivo della rivoluzione rimane il rovesciamento di questo regime. E' nostro diritto utilizzare tutti i mezzi disponibili per raggiungere questo obiettivo", ha affermato. "Gli iraniani hanno cercato di rilanciare il regime, guadagnandogli tempo, e in seguito anche i russi hanno cercato di sostenerlo. Ma la verità resta la stessa: questo regime è morto", ha sottolineato.

Ribelli a 5 chilometri da Homs

Le fazioni armate siriane ribelli affermano di trovarsi a 5 chilometri dalla città di Homs. Fazioni armate siriane entrano in queste ore nelle città di Tbilisa e Rastan nella campagna di Homs. Intanto il valico di frontiera di Arida con il Libano e' fuori servizio dopo i bombardamenti israeliani. "Abbiamo preso di mira gli hub di trasporto di armi da combattimento per l'Unità 4400 di Hezbollah", rende noto L'IDF israeliano.

Idf: "Raid aerei israeliani ai valichi di frontiera tra Libano e Siria"

I caccia israeliani hanno condotto nelle prime ore di oggi raid aerei ai valichi di frontiera tra Libano e Siria. Lo ha affermato l'esercito israeliano spiegando che l'aeronautica militare ha colpito i valichi che venivano utilizzati per trasferire armi a Hezbollah. I jet da combattimento, prosegue il comunicato dell'esercito rilanciato dal sito di Haaretz, hanno preso di mira armi e infrastrutture terroristiche. "Questo attacco rientra negli sforzi dell'Idf per interrompere il trasferimento di armi dal territorio siriano a quello libanese. L'Idf  continuerà ad agire per rimuovere qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e non permetterà che Hezbollah venga ripristinato", si legge nella nota. Entrambi i valichi sono importanti punti di accesso alla provincia siriana di Homs, dove i jihadisti e le fazioni alleate antigovernative stanno avanzando contro le forze di Bashar al-Assad dopo aver invaso la Siria settentrionale.

I jihadisti avanzano verso Damasco

I jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e le  fazioni alleate anti-regime in Siria stanno continuando ad avanzare verso Damasco. Dopo aver preso il controllo di Hama, gli insorti hanno conquistato il distretto di Rasten nella provincia di Homs. Si tratta  di una porta di accesso strategicamente importante per la capitale Damasco. Lo riporta l'agenzia di stampa turca Anadolu.

L'imam Moqtada al-Sadr: "Iraq non interferisca"

Né il governo, né la popolazione, né le fazioni, né i partiti dell'Iraq devono interferire in alcun modo nelle vicende interne della Siria: lo ha riferito l'imam e politico sciita Moqtada al-Sadr, con un messaggio diffuso sulle reti sociali. Nella comunicazione, il dirigente ha anche criticato "chi lo ha già fatto", un riferimento a gruppi che godrebbero del supporto dell'Iran, una delle potenze di riferimento nell'area. 

Osservatorio siriano per i diritti umani: "Attacchi aerei tra Hama e Homs. Obiettivo il ponte Al-Rastan per evitare avanzata dei ribelli'

L'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) ha riferito venerdì di attacchi aerei su un ponte autostradale strategico che collega la città di Hama, in mano ai ribelli, a Homs. "Gli aerei da combattimento hanno effettuato diversi attacchi aerei che hanno preso di mira il ponte Al-Rastan sull'autostrada Homs-Hama, nel tentativo di tagliare la strada tra Hama e Homs e garantire la sicurezza di Homs", ha dichiarato l'Ong, con sede nel Regno Unito, che ha una vasta rete di fonti in Siria.

I caccia hanno eseguito quasi dieci attacchi aerei alla periferia della città di Al-Rastan nella campagna settentrionale di Homs.

Tajani, lavoriamo per la pace

"Lavoriamo per la pace" in Siria e "siamo preoccupati soprattutto per i 300 italiani che vivono tra Damasco e Aleppo e che non dovrebbero correre pericoli". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Alla Russia, ha poi precisato Tajani, "attraverso le Nazioni Unite e la nostra ambasciatrice a Mosca, Piccioni, abbiamo chiesto di non colpire le chiese cristiane, i conventi, le popolazioni civili e di non toccare gli stranieri che si stanno organizzando per lasciare Aleppo". 

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E' fuga di massa da Homs per timore dell'avanzata dei ribelli

Decine di migliaia di siriani sono fuggiti da Homs, la terza città della Siria, temendo l'avanzata delle forze ribelli che hanno preso le città di Hama e Aleppo più a nord. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh).  Homs si trova a soli 40 chilometri (25 miglia) a sud di Hama, che i ribelli hanno catturato oggi. Secondo gli analisti, i combattenti guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) potrebbero spingersi verso la città, un collegamento chiave tra Damasco e Hama. Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osdh, ha denunciato un "esodo di massa di siriani alawiti dai quartieri di Homs, decine di migliaia diretti verso la costa siriana".  Secondo l'Ong, dal loro inizio il 27 novembre con l'offensiva partita da Idlib (nord-ovest) e la conquista di decine di località, le ostilità hanno provocato più di 800 morti. "Quello che è successo oggi" ad Hama "è una misura tattica temporanea, le nostre forze sono ancora vicino alla città", ha detto il ministro della Difesa siriano Ali Abbas, riferendosi ad una "ridistribuzione" delle truppe governative. Ma gli abitanti di Homs, la terza città della Siria, dicono di temere l'avanzata dei ribelli.

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani: "Lavoriamo per la pace"

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani in un'intervista tv  ha dichiarato in merito alla situazione in Siria :"Noi stiamo lavorando per la pace, preoccupati soprattutto dei 300 italiani che vivono tra Damasco e Aleppo. Non dovrebbero correre pericolo. Ho parlato con il ministro degli Esteri turco, abbiamo parlato con i russi indirettamente attraverso le Nazioni unite e la nostra ambasciatrice è andata al ministero deli Esteri a Mosca per chiedere di non colpire Chiese e conventi e di non colpire gli stranieri che si stanno organizzando per lasciare la città di Aleppo"

Ministro difesa siriano Abbas in tv: "Azione militare a volte richiede riposizionamento"

"L'azione militare, nel contesto delle tattiche di battaglia, talvolta richiede il riposizionamento e il dispiegamento": lo ha detto il ministro della Difesa siriano, Ali Mahmoud Abbas, in una breve dichiarazione televisiva rilasciata nel giorno in cui i miliziani islamisti di Hayat Tahrir Al-Sham (Hts) hanno preso il controllo della città di Hama, nel centro del paese."La Siria, con il suo esercito, il suo popolo, la sua leadership, e il sostegno di alleati e amici, è in grado di superare le sfide sul campo, non importa quanto gravi o difficili siano", ha aggiunto il ministro, citato da Al Watan. Oggi l'esercito siriano ha annunciato di aver "riposizionato" le proprie forze fuori dalla città di Hama per "salvare le vite" dei civili e non esporli ai combattimenti "con i gruppi terroristici, capaci di entrare in città, nonostante abbiano subito pesanti perdite nei loro ranghi". Nella dichiarazione televisiva, il ministro ha confermato che le forze siriane sono state "riposizione fuori la città di Hama", aggiungendo: "Quanto accaduto oggi nella città di Hama è una misura tattica temporanea e che le nostre forze sono ancora nelle sue vicinanze". Hama si trova 110 km a sud di Aleppo, che i miliziani hanno conquistato la scorsa settimana dopo aver lanciato un'offensiva dalla loro roccaforte di Idlib, nel nord-ovest.

Ministro esteri siriano al-Sabbagh domani a Baghdad

Il ministro degli esteri siriano Bassam al-Sabbagh sarà oggi a Baghdad per discutere con gli omologhi di Iraq e Iran, Fuad Hussein e Abbas Araghchi, degli ultimi sviluppi in Siria. Lo riporta il quotidiano siriano Al Watan. Secondo quanto appreso dal sito iracheno Shafaq, "nel corso dell'incontro verranno anche discussi gli sforzi di mediazione dell'Iraq per organizzare una conferenza internazionale a Baghdad nel prossimo futuro, volta a risolvere la crisi siriana attraverso ambiti politici e diplomatici".

ONU, Guterres: escalation siriana deriva da anni di fallimento cronico collettivo

Il segretario generale  dell'Onu, Antonio Guterres, denuncia l'evoluzione ''grave e  drammatica'' della situazione in Siria, dove il conflitto si è  intensificato a causa di un'offensiva dei ribelli e dei jihadisti che, a suo dire, sarebbe la conseguenza di anni di ''fallimento cronico  collettivo''. ''Dopo 14 anni di conflitto, è tempo che tutte le parti  si impegnino con Geir Pedersen, il mio inviato speciale per la Siria,  per parlare finalmente di un nuovo approccio inclusivo e globale per  risolvere la crisi'', ha detto Guterres, rivolgendo un appello diretto a un dialogo "serio" e a un vero processo politico.  Secondo il numero uno del Palazzo di Vetro, "migliaia di civili sono  in pericolo in una regione già in fiamme". In questo contesto,  ''ancora una volta esorto tutti gli attori che hanno un'influenza a  fare la loro parte per porre fine alle lunghe sofferenze del popolo  siriano''.

Capo di Hezbollah a fianco di Damasco: "aggressione orchestrata da USA e Israele"

Il capo di Hezbollah Naim Qassem ha affermato che il gruppo libanese, alleato del presidente siriano Bashar al-Assad, sarà al fianco di Damasco mentre i ribelli guidati proseguono la loro offensiva. In un discorso televisivo, Qassem ha denunciato "gruppi terroristici" che "vogliono far cadere il regime in Siria", aggiungendo: "Non saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi nonostante ciò che hanno fatto nei giorni scorsi, e noi come Hezbollah saremo al fianco della Siria per sventare gli obiettivi di questa aggressione il più possibile". Secondo Qassem,  "l'aggressione in Siria è orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele".

Action Aid preoccupata per le sue squadre di soccorso nel nord ovest della Siria

ActionAid esprime profonda preoccupazione per la sicurezza dei propri team umanitari nel nord-ovest della Siria, poiché le ostilità in corso continuano a causare gravi danni a civili e operatori umanitari, interrompendo gravemente la risposta umanitaria. L’organizzazione partner di ActionAid, Violet, che gestisce servizi di ambulanza d'emergenza, ha subito danni a due dei suoi mezzi a causa di attacchi aerei, e uno dei suoi uffici a Idlib è stato colpito dai bombardamenti. Diversi paramedici di Violet sono rimasti feriti. Diversi membri dello staff hanno perso familiari, e molte delle loro abitazioni sono state distrutte dagli attacchi aerei. Hisham Dirani, direttore di Violet, ha dichiarato: “La violenza in corso continua a mettere seriamente a rischio la sicurezza dei nostri team, che stanno operando in condizioni estremamente pericolose, talvolta rispondendo a emergenze mediche nel mezzo di bombardamenti attivi. Questa escalation, che avviene mentre la popolazione affronta un inverno gelido, ha portato a un aumento significativo degli sfollamenti dalla città di Idlib e dalle aree circostanti. Esortiamo le Nazioni Unite a fare di più per consentire l'ingresso degli aiuti da Gaziantep, poiché la risposta umanitaria dipende interamente dalle operazioni transfrontaliere”.

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