Siria, ribelli verso Damasco. Le truppe di Assad si riposizionano nel ...

20 giorni ago

Prosegue l'avanzata jihadista verso la capitale. Le forze governative sono state redistribuite nelle province di Daraa e Soueida, i cui capoluoghi sono finiti nelle mani degli oppositori di Assad. Intanto è fuga dal Paese: gli Usa chiedono ai concittadini di rientrare, via pure i comandanti iraniani. Ipotesi di un governo in esilio. Riunione alla Farnesina con gli ambasciatori dei Paesi del Medioriente

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Foto Sky Tg24

Mentre i ribelli jihadisti puntano verso Damasco, l'esercito siriano ha annunciato un riposizionamento delle sue forze a Daraa e Soueida, due province nel Sud del Paese, i cui capoluoghi sono sotto il controllo delle forze anti-governative. Gli oppositori del presidente Assad sono inoltre entrati ad Hama, nel centro del Paese, e secondo fonti locali starebbero avanzando verso la città di Homs. A sostenere l'avanza jihadista c'è la Turchia (MEDIO ORIENTE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Il riposizionamento a Sud

Nelle scorse ore una Ong aveva riferito che Damasco aveva perso il controllo della maggior parte di Daraa e di diverse posizioni a Soueida. Ora il riposizionamento delle truppe governative. "Le nostre forze che operano in zona si stanno redistribuendo, riposizionando e stabilendo un perimetro di sicurezza dopo che elementi terroristici hanno attaccato posti di blocco isolati", ha affermato l'esercito in una dichiarazione pubblicata dai media statali. L'ingresso degli jihadisti a Daraa è un atto fortemente simbolico: la città è considerata il luogo di nascita dell'insurrezione anti-regime in Siria, poiché fu proprio qui che si accese la prima scintilla della rivolta del 2011 contro il regime di Assad. Le proteste, inizialmente indirizzate a chiedere libertà e riforme, furono brutalmente represse, segnando l'inizio della guerra civile.

L'ipotesi di un governo in esilio

Il Wall Street Journal ha riferito che funzionari governativi in Egitto e Giordania hanno consigliato al presidente Assad di lasciare il Paese per instaurare un governo in esilio. Secondo il report, i parenti stretti di Assad hanno già lasciato la Siria, con la moglie e i figli in fuga in Russia e i cognati che si sono rifugiati negli Emirati Arabi Uniti. Secondo Channel 12, l'ambasciata giordana a Washington si è affrettata a negare che Amman sia coinvolta.

Assad - Figure 2
Foto Sky Tg24

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Riunione alla Farnesina

Riunione alla Farnesina sull'emergenza Siria con il ministro degli Esteri Antonio Tajani. In collegamento, secondo l'Ansa, ci sono gli ambasciatori a Damasco, Doha, Tel Aviv, Amman, Beirut, Teheran, Baghdad, Abu Dhabi, Cairo, Riad, Ankara, Mosca e Santa Sede. Si discuterà, secondo quanto si apprende, anche dell'evacuazione dei religiosi e degli italiani dal Paese e delle iniziative politiche e diplomatiche in corso per giungere il più velocemente possibile a una cessazione delle operazioni militari. 

"Gli americani lascino il Paese"

I cittadini statunitensi in Siria, fa sapere il Dipartimento di Stato americano, devono lasciare immediatamente il Paese "fin quando sono ancora disponibili opzioni di voli commerciali. La situazione della sicurezza continua a essere instabile e imprevedibile con scontri attivi tra gruppi armati in tutto il Paese". In una telefonata con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto che i civili siriani, compresi i membri delle minoranze, vengano protetti. Poi ha parlato della "necessità di una soluzione politica al conflitto". Anche la Giordania, come gli Stati Uniti, ha esortato i suoi cittadini a lasciare la Siria "il prima possibile".

Via i comandanti iraniani

L'Iran ha iniziato a evacuare i comandanti militari di alto rango e altri funzionari dalla Siria, tra cui capi della forza Quds del corpo delle guardie rivoluzionarie, diplomatici con le loro famiglie e civili. Le evacuazioni sono iniziate ieri mattina. A riferirlo il New York Times, che cita funzionari regionali e iraniani. Il quotidiano statunitense riporta poi che alcuni funzionari hanno lasciato la Siria in aereo, mentre altri sono partiti via terra diretti in Libano, in Iraq e nella città portuale siriana di Latakia.

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