Perché AstraZeneca ritira dal commercio il suo vaccino anti-Covid ...

11 giorni ago

Calo delle vendite e presenza di versioni più aggiornate o responsabilità nei casi di trombosi? AstraZeneca ha ufficialmente ritirato il suo vaccino anti-Covid dal commercio, ma sulle ragioni non sono tutti d'accordo. Ipotesi a confronto

AstraZeneca - Figure 1
Foto Startmag Web magazine

Ieri AstraZeneca ha dichiarato di aver avviato il ritiro a livello mondiale del suo vaccino anti-Covid a causa di un “eccesso di vaccini aggiornati disponibili”. Per il Telegraph, però, la decisione sarebbe dovuta all’ammissione da parte della casa farmaceutica anglo-svedese di un collegamento con i casi di trombosi che si sono verificati dopo la somministrazione.

LA VERSIONE DI ASTRAZENECA

AstraZeneca, a inizio marzo, ha volontariamente chiesto il ritiro dell’autorizzazione all’immissione in commercio dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per il suo vaccino anti-Covid, Vaxzevria. Nel documento veniva inoltre indicata la data del 7 maggio 2024 per l’effettivo ritiro del prodotto dal mercato. La spiegazione fornita dall’azienda è la presenza di vaccini più aggiornati.

“Poiché da allora ne sono stati sviluppati molti, vi è un’eccedenza di vaccini aggiornati disponibili”, ha dichiarato AstraZeneca, aggiungendo che ciò ha portato a un calo della domanda e per questo il suo vaccino non viene più prodotto né fornito.

Anche l’Ema ieri ha emesso un avviso per informare che il vaccino non è più autorizzato per l’uso. La richiesta presentata dall’azienda all’Agenzia europea verrà inoltrata anche al Regno Unito e ad altri Paesi che lo hanno approvato. Non negli Stati Uniti, dove non è mai stato autorizzato.

Inoltre, per Marco Cavaleri, responsabile dei vaccini presso l’Ema, tutti i vaccini monovalenti che trattano solo il ceppo originale di Wuhan col tempo verranno ritirati.

Fonte: Ema L’IPOTESI DEL TELEGRAPH SUI CASI DI TROMBOSI

Tuttavia, secondo il Telegraph, che ha riportato per primo gli sviluppi del caso, AstraZeneca ha deciso di ritirare il vaccino dopo aver ammesso “per la prima volta in documenti giudiziari che può causare un effetto collaterale raro e pericoloso”. In particolare, il quotidiano britannico scrive che la casa farmaceutica ha dichiarato a febbraio che il vaccino “può, in casi molto rari, causare trombosi con trombocitopenia (Tts)”, anche se non è chiaro il meccanismo per cui avviene.

Nel Regno Unito, questo tipo di trombosi – sempre stando al Telegraph – è stato collegato ad almeno 81 decessi e a centinaia di gravi lesioni e l’azienda è stata citata in giudizio da circa 50 presunte vittime e familiari di persone scomparse. Intanto, il governo ha previsto un piano per risarcire le vittime ma, non essendo da loro ritenuto adeguato, hanno intentato una causa civile separata contro AstraZeneca, la quale però la contesta.

LA RISPOSTA DI ASTRAZENECA

Dal canto suo, la casa farmaceutica, ha infatti ribadito che la decisione di ritirare il vaccino non è legata alla causa giudiziaria o all’ammissione che il vaccino può causare Tts e che la tempistica è una pura coincidenza. “Secondo stime indipendenti – ha dichiarato in un comunicato -, solo nel primo anno di utilizzo sono state salvate oltre 6,5 milioni di vite e sono state fornite oltre 3 miliardi di dosi a livello globale”.

E ha aggiunto: “Dall’insieme delle evidenze degli studi clinici e dei dati reali, il vaccino AstraZeneca-Oxford ha costantemente dimostrato di avere un profilo di sicurezza accettabile e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo affermano costantemente che i benefici della vaccinazione superano i rischi di potenziali effetti collaterali estremamente rari”.

TANTO RUMORE PER NULLA?

Il clamore creato dal Telegraph però, va detto, non porta alla luce niente di nuovo perché già nell’aprile 2021 AstraZeneca aveva aggiornato le informazioni sul vaccino, dichiarando che esisteva la possibilità che questo potesse “in casi molto rari, essere un fattore scatenante di Tts”.

E anche sul foglietto illustrativo reso disponibile dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si leggeva: “Coaguli di sangue molto rari, in associazione a bassi livelli di piastrine nel sangue, in alcuni casi, accompagnati da sanguinamento, sono stati osservati dopo la vaccinazione con Vaxzevria”. E prosegue: “in casi molto rari – fino a 1 persona su 10.000 – possono verificarsi coaguli di sangue, spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi livelli di piastrine nel sangue”.

Le vittime e i familiari di persone colpite da trombosi, tuttavia, battono sul fatto che il vaccino non fosse così sicuro come ci si sarebbe aspettato e che la sua efficacia sia stata “ampiamente sopravvalutata”. Secondo il più ampio studio sui vaccini anti Covid e sulle loro reazioni avverse, realizzato a distanza di tre anni dalle prime somministrazioni, un caso in cui il numero di eventi avversi del vaccino di AstraZeneca è risultato maggiore a quanto previsto è quello della trombosi cerebrale dei seni venosi: identificata in 69 eventi, rispetto ai 21 attesi. Ai tempi il rischio portò al ritiro o alla restrizione del vaccino in Danimarca e in molti altri Paesi.

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