Jaan Roose e l'attraversamento dello Stretto di Messina su una ...
Il 32enne estone ha tentato di stabilire un nuovo Guinness dei primati attraversando lo Stretto di Messina su una fettuccia larga meno di 2 centimetri, tesa a 200 metri sul livello del mare
Jaan Roose rinuncia a un secondo tentativo, impresa chiusa oggi: «Sono soddisfatto così»
Roose starebbe valutando di ritentare l'attraversamento dello Stretto su slackline in tempi brevi
(di Marco Bonarrigo) «Il vento non è stato tremendo, non spirava con la forza che temevo, il problema piuttosto era come cambiava in continuazione. In tanti anni non avevo mai affrontato una sfida del genere, il livello di difficoltà era pazzesco». Facile parlare con i piedi appoggiati sulla spiaggia di Torre Faro: Jaan Roose s’è giocato il record di più lunga traversata della storia su una slackline per un banalissimo scivolone quando mancavano 80 dei 3.660 metri che univano i piloni di Santa Trada in Calabria e Torre Faro a Messina, in Sicilia dopo due ore e 52’ di traversata.
Il regolamento del Guinness è chiaro (il percorso deve essere netto, senza cadute) ma non rende onore a un’impresa pazzesca. Peraltro quando è caduto Roose aveva già superato abbondantemente il vecchio limite, stabilito in Francia in condizioni enormemente più facili, ma (come in una gara di atletica) qui vinci solo se tagli la linea del traguardo.
Vista in tv l’impresa appariva quasi surreale: il drone mostrava un omino sospeso a strapiombo sull'azzurro del Tirreno con una trentina di barche di scorta. Ma era solo stando sotto il Pilone di Torre Faro che si poteva avere l’idea di quanto fosse stata messa alta l’asticella da questo ragazzo estone e dal Team Red Bull che ha progettato l’impresa. Roose è partito calzando un paio di scarpette in tela (niente piedi scalzi come al solito, le piaghe sarebbero state inevitabili), un cappello, pantaloni e maglia lunghi per evitare ustioni, guanti per appendersi al cavo in caso di necessità 8e la necessità purtroppo c'è stata) e uno zainetto con 1,5 litri di liquidi per idratarsi.
Dopo una settimana di test, avvio veloce e sicurissimo nella parte (non facile) di discesa dalla Calabria e poi sempre veloce a piombo sulla Costa Viola dove cominciava a sentirsi l’effetto delle folate di vento. La parte più difficile è stata quella finale, un po' per la fatica («Sentivo dolori in ogni parte del corpo»), un po’ perché la fettuccia saliva verso la torretta. Il passo falso, quello che è costato il record, a poco più di 80 metri e due minuti dal traguardo con una smorfia di delusione sul volto di Jaan e il boato di paura prima e di incoraggiamento poi della piccola folla che lo attendeva in spiaggia. Un minuto per riprendere il filo, altri tre per arrivare al traguardo. «È stato meravigliosamente difficile» ha spiegato Roose. E alla fine, chi se ne frega nel Libro dei Primati.
La traversata dello Stretto di Messina è tecnicamente riuscita, purtroppo non sarà possibile inserire l'impresa di Roose nel Guinnes dei Primati. L'estone prima di cadere aveva superato di 800 metri il vecchio limite (realizzato in condizioni meteo enormemente più facili, in Francia) ma il regolamento prevede un percorso netto fino al termine.
Jaan Roose approda sul pilone dopo 2 ore 57'09". Ma un passo falso, uno solo, gli costa l'omologazione del record della camminata più lunga della storia. La caduta, un momento di stanchezza nel punto più ripido dopo un percorso perfettamente netto, impedisce l'omologazione.
Roose arriva al traguardo: completata la traversata, ma senza record
L'impresa non potrà essere registrata nel Guinnes dei Primati, come da regolamento
Jaan è caduto! A 80 metri dal traguardo. Fatica a riprendere posizione, ma riparte. Sono passate 2h52. Tifo assordante dalla spiaggia
Il Gps segnala 150 metri al traguardo. Jaan molto stanco, ogni singolo passo gli costa enorme fatica. Il sole picchia fortissimo su Torre Faro. Ancora dieci minuti per scendere sotto il limite delle tre ore.
Meno di 300 metri al traguardo, sulla vetta del Pilone di Torre Faro. Attivo dal 1955 al 1985, alto 235 metri è considerato un capolavoro di ingegneria e tutela.
Due ore e 30 minuti di camminata, Jaan come un buon scalatore ha appena sfiorato il marker dei 3 km e vede la piccola folla sulla spiaggia sottostante. Mancano meno di 700 metri al traguardo
La vera impresa di Jaan comincia ora, dopo 2 ore e 25' di camminata. Dai 3 km la fettuccia si impenna verso il pilone. Il passo di Roose si è fatto più lento, lo slackliner estone ora deve bilanciarsi sulla fune in condizioni molto più impegnative. «È il punto in cui immagino di provare dolore in ogni parte del corpo - ci ha detto alla vigilia - ma di certo non posso fermarmi a fare stretching».
Il record del mondo di camminata verrà validato solo se Jaan Roose termina l'impresa
Jaan Roose ha appena superato il marker del record del mondo: la sua è già la più lunga camminata sul filo della storia.
Jaan appare come un puntino nero all'orizzonte tra i bagnanti della spiaggia di Torre Faro. Una quarantina di imbarcazioni seguono l'estone sulla verticale del cavo.
Allo scoccare delle due ore, Jaan Roose ha percorso 2500 metri. Il vento spira a circa 15 km/h da Nord Ovest, inizia la risalita verso Torre Faro. Percorso fino a questo momento netto.
Due chilometri percorsi in 1 h 39'. Ritmo molto elevato
Barche a parte, prima del tentativo di Roose l'unico modo di attraversare lo Stretto era a nuoto, una tradizione (anche agonistica) molto antica. Come raccontato sul sito www.traversatadellostretto.it, la gara che quest'anno è in programma in 4 agosto nasce nel 1954 sull'asse Messina (Capo Peloro)/Villa San Giovanni. Il record di percorrenza è inferiore ai 30 minuti
Nella parte discendente del percorso Jaan Roose ha decisamente aumentato il ritmo: siamo vicini a metà tracciato e all'ora e 30' che potrebbe a una proiezione finale di 3 ore ma la seconda parte è decisamente più severa e la fatica si farà sentire. Il percorso di Roose fino ad ora è al netto di cadute.
Roose è favorito da condizioni del vento molto buone, ma chi conosce lo Stretto di Messina sa che queste sono mutevolissime. A un paio di chilometri da qui, dove inizia la zona portuale di Messina, ci sono folate decisamente più forti. Jaan veste una bodycam il cui segnale viene raccolto da una rete dati potenziata per l'occasione: il segnale sullo Stretto è molto debole.
Jaan ha completato il primo terzo della traversata in un'ora e 5' circa. Il suo record di lunghezza percorsa (1.700 metri) è vicino, il record del mondo di camminata su una slackline è stato realizzato tra le cime del Mont Dorè in Francia è misura 2710 metri. Roose troverà un marker sul cavo nel punto in cui raggiungerà il limite
Ecco uno dei tenditori del cavo alla base del pilone di Messina. L'ultima parte della slackline è in salita e richiede un cavo con particolare superfice zigrinata per evitare che il piede perda grip.
Ecco la slackline su cui cammina Jaan Roose: è larga 19 millimetri e realizzata in Dyneema (Gel Spun Polyethylene) fibra sintetica di resistenza superiore a quella dell'acciaio e perfetta per l'impresa perché virtualmente esente da elasticità. Si usa per realizzare cavi di trazione di resistenza senza pari.
Jaan indossa un paio di scarpe di tela con la suola sottilissima (di solito cammina a piedi nudi, qui il percorso è così lungo che i piedi si piagherebbero), maglia e pantaloni lunghi per difendersi dal sole (32° in questo momento), un berrettino e un backpack idrico che contiene 1,5 litri di acqua. Ha una radio con cui può comunicare in caso di emergenza.
Nella postazione d'arrivo allestita da Red Bull lavorano una quarantina di persone tra tecnici, addetti alla comunicazione e gestione dei droni.
Jaan ha percorso poco più di 500 metri in mezz'ora, in quello che è considerato il tratto più impegnativo perché il ritmo si deve assestare. Le previsioni sul tempo di percorrenza finale appaiono realistiche, più vicino alle quattro ore che alle tre, praticamente il tempo che serve a un atleta d'elite per completare due maratone.
Sospeso nel vuoto a occhi bendati
Jaan Roose sta salendo sul pilone di Santa Trada dalle scale di servizio. Per arrivare al punto di partenza servono dieci minuti a cui ne seguiranno dieci di recupero e concentrazione prima del via. La zona è protetta dalle correnti del vento. I primi 200 metro saranno decisivi per capire l'assetto del cavo. La parte iniziale è in leggera discesa.
Dopo 10 giorni di preparativi e attesa del meteo propizio, Jaan Roose ha iniziato la traversata dello Stretto di Messina su una slackline larga 19 millimetri e tesa per 3.600 metri tra il pilone di Santa Trada a Villa San Giovanni e quello di Torre Faro a Messina. La fettuccia in tessuto resistente è in doppia copia parallela (in caso di danneggiamenti si può passare da una all'altra) ed è stata tesa servendosi di un cavo guida in acciaio poi rimosso tramite un verricello che permette di variare la tensione a seconda delle condizioni del vento, che possono cambiare completamente in pieno Stretto. Alla vigilia in un test su circa 200 metri di percorso Jaan è caduto una volta recuperando la posizione tramite la corda di sicurezza.
L'impresa, raccontata da Roose stesso
Il coefficiente di difficoltà dell’esercizio è molto alto. Né Jaan né i suoi collaboratori sono in grado di prevedere il tempo esatto di percorrenza, stimato tra le tre e le quattro ore: un’ultramaratona durissima per il fisico e la mente considerato che Roose non si può fermare a riposare ma decontrae muscoli e articolazioni solo con piccoli esercizi in movimento.
Jaan è abituato ai venti forti (il limite di agibilità è di 6 metri al secondo), quelli sullo Stretto hanno però anche la caratteristica di cambiare spesso di direzione mettendolo in difficoltà.
Il passo dovrà essere estremamente regolare, l’idratazione anche (tramite uno zainetto) in condizioni di probabile grande calore. In caso di difficoltà o emergenza, sono previste varie procedure la più estrema delle quali è l'evacuazione in elicottero. Jaan che di solito cammina a piedi nudi vestirà delle scarpette con una suola flessibile per evitare il formarsi di piaghe.
Anche dal punto di vista tecnologico l’impresa presenta non poche difficoltà. Roose camminerà su un cavo di Dyneema, una fibra sintetica di polietilene ad altissima resistenza (impossibile che si spezzi) che verrà trasportata in elicottero da una parte all’altra dello Stretto e poi tesa alla sommità dei due piloni dove l’estone salirà tramite le scale di servizio. Oltre alla slackline su cui si muove l'atleta ce ne sarà una seconda parallela di backup: Jan sarà assicurato al cavo da una corda elastica che in caso di caduta gli permetterà di tornare rapidamente in sella.
Dopo giorni di attesa, per aspettare le condizioni meteo ideali, oggi alle 8.30 un giovane atleta estone proverà ad attraversare lo Stretto di Messina senza utilizzare un’imbarcazione, senza volare a bordo di un elicottero o nuotare come tradizione nei mesi estivi.
Jaan Roose, 32 anni, camminerà: camminerà su un cavo piatto sottilissimo (19 millimetri di sezione) teso a oltre 200 metri sul livello del mare tra i piloni oggi abbandonati che portavano l’energia elettrica in Sicilia dalla Calabria, quelli di Santa Trada e Torre Faro.
Jaan è uno specialista di slacklining (così si chiama la disciplina del camminare sul filo, in voga dagli anni Ottanta del secolo scorso) che ha già passeggiato in bilico tra grattacieli negli Emirati Arabi, creste rocciose in Africa, cascate gelate nella sua Estonia.
Ma se dovesse riuscire nell’impresa, progettata e sponsorizzata dal Team Red Bull, i 3.646 metri percorsi saranno il più lungo esercizio di equilibrio mai coperto da un essere umano: l'attuale record, stabilito sulle Alpi francesi, è di 2.710 metri.
10 luglio, 08:15 - Aggiornata il 10 luglio, 16:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA