La benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro - Siciliani
Anche nei cuori più duri il Natale suscita commozione, tenerezza, stupore. Sentimenti che nel credente si trasformano in preghiera. Le vite dei santi sono ricche di riferimenti al presepe e più in generale alla nascita di Gesù Bambino. Madre Teresa di Calcutta, l’angelo degli ultimi proclamata santa nel 2016, in una delle sue più famose riflessioni, scrisse:
Madre Teresa di Calcutta - Foto d'archivio
«È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze».
Monsignor Antonio Bello - Foto d'archivio
Di don Tonino Bello, vescovo e apostolo della “Chiesa con il grembiule”, del quale è in corso la causa di beatificazione, conosciamo soprattutto gli auguri “scomodi” in cui il presule pugliese sottolineava la necessità di andare al vero significato del 25 dicembre a partire dall’attenzione agli ultimi. In un’altra occasione però immaginò di scrivere a un amico invitandolo a non avere paura.
«La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese.
E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte. Non avere paura, amico mio.
Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi.
Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te».
Un ritratto dello scrittore Robert Louis Stevenson - Foto d'archivio
Anche gli scrittori si sono spesso cimentati con il Natale. Per tutti basterebbe ricordare Charles Dickens, ma anche nell’anglicano Robert Louis Stevenson la fede si è trasformata in letteratura, per esempio nel “Sermone di Natale”. Così pregava l’autore de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”:
«Padre amorevole, aiutaci a ricordare la nascita di Gesù, per poter partecipare al canto degli angeli, alla gioia dei pastori e all’adorazione dei magi. Chiudi la porta dell’odio e apri la porta dell’amore in tutto il mondo. Lascia che la gentilezza venga con ogni dono e i buoni desideri con ogni saluto. Liberaci dal male con la benedizione che porta Cristo e insegnaci ad essere allegri con il cuore limpido. Possa la mattina di Natale renderci felici di essere tuoi figli, e la sera di Natale portarci ai nostri letti con pensieri grati, perdonanti e perdonati, per amore di Gesù. Amen».
Don Primo Mazzolari - Foto d'archvio
Tra i sacerdoti indicati come modelli da papa Francesco c’è sicuramente don Primo Mazzolari (1890- 1959). Figura complessa e affascinante, non sempre capito in vita, il parroco di Bozzolo fu autore, tra l’altro de “La strada del presepio”:
«Se il mondo vorrà avere ancora uomini liberi, se vorrà avere uomini giusti, se vorrà avere uomini che sentono la fraternità, bisogna che noi non dimentichiamo la strada del presepio! Esso infatti è la scuola dove l'alunno anche più superficiale può imparare i grandi insegnamenti del Natale: il gusto delle cose semplici e pulite, il silenzio, la pace, l'amore. Il presepio: un punto luminoso dove tutto converge, dove c'è il Bambino, capace solo lui di lavare la faccia della terra e farla girare dalla parte giusta!».
Padre David Maria Turoldo - Foto d'archivio
Tra le preghiere più belle, da recitare in questo tempo c’è poi sicuramente “Vieni Signore” del teologo servita e poeta padre David Maria Turoldo (1916-1992) che si rivolge così al Signore:
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e, dunque, vieni sempre, Signore.
«Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti: e, dunque, vieni sempre, Signore,
Vieni, Tu che ci ami: nessuno è in comunione col fratello se prima non è con Te, o Signore.
Noi siamo lontani, smarriti, né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo: vieni, Signore, vieni sempre, Signore».
Fin qui preghiere e riflessioni di testimoni della fede e letterati molto noti. Ma non serve essere famosi per farsi ascoltare dal Signore. È sufficiente lasciar parlare il cuore. Con l’auspicio di riuscirci sempre, a tutte e tutti il più caldo augurio di Buon Natale.