Manovra: scende la tassa sulle cripto, web tax solo per le grandi
In commissione alla Camera
Una modifica proposta fa salire lo stipendio dei ministri non parlamentari, equiparandolo a quello dei colleghi che hanno anche un seggio in Parlamentodi Redazione Roma
14 dicembre 2024
4' di lettura
Web tax solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, tassa sulle plusvalenze delle criptovalute che scende al 26% nel 2025 (la manovra la portava al 42%), e poi sale al 33% dal 2026, Ires ridotta per le imprese che reinvestono in azienda l’80% degli utili, mini decontribuzione Sud, Fondo morosità incolpevole, bonus elettrodomestici: sono questi i principali contenuti degli emendamenti che il governo dovrebbe depositare in tarda mattinata in commissione Bilancio alla Camera, secondo una bozza dei provvedimenti che circola tra i deputati. Ancora si attendono gli annunciati emendamenti del Governo, tra cui quello sull’ires premiale per le imprese che investono e assumono e l’eliminazione del blocco del turn over per gli enti locali, emendamenti che quindi dovrebbero essere depositati stamattina alla ripresa dei lavori. Le opposizioni hanno chiesto che le proposte di modifica del Governo non siano contenute in un unico maxiemendamento ma spacchettate per materia, per consentire un esame più specifico degli interventi. Ieri è stato presentato un secondo pacchetto di emendamenti da parte dei relatori.
Mini-decontribuzione per il Sud, sgravi al 25%
Per «mantenere i livelli di crescita occupazionale nel Mezzogiorno e contribuire alla riduzione dei divari territoriali», arriva la mini decontribuzione Sud, ovvero uno sgravio del 25% sui contributi dovuti per i lavoratori. Lo prevede un emendamento del Governo alla manovra, secondo una bozza. Viene riconosciuto a favore dei datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, limitatamente alle micro, piccole e medie imprese (250 lavoratori massimo) che occupano lavoratori a tempo indeterminato in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. L’esonero, per l’anno 2025, è pari al 25% dei contributi previdenziali per un importo massimo di euro 145 su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2024. Per l’anno 2026 e 2027 cala al 20%.
Aumenti allo stipendio dei ministri non parlamentari
Nelle ultime, concitate giornate prima dell’ok dell’Aula atteso la prossima settimana, spunta una modifica che farebbe salire lo stipendio dei ministri non parlamentari, equiparandolo a quello dei colleghi che hanno anche un seggio in Parlamento. Un trattamento che sarebbe esteso a sottosegretari e viceministri. E sempre in tema stipendi degli onorevoli, ritorna la cosiddetta norma anti-Renzi, ma più rigida di quella inizialmente prevista da un emendamento di FdI: invece di un tetto ai maxi-compensi dei politici percepiti all’estero, arriva proprio un divieto tout court di incarichi retribuiti fuori dall’Ue.
Dopo la prima parte di emendamenti dei relatori che hanno portato, tra le altre cose, ad uno sconto sulle multe per le quote latte, proseguono le modifiche messe a punto anche dal governo. Tra le novità, la norma che porta allo stesso livello gli stipendi di ministri, viceministri e sottosegretari non parlamentari, con quelli dei colleghi eletti. Un bel boost per i primi, visto che finora percepivano “solo” lo stipendio base di circa 5mila euro, più circa 3.500 euro per le spese forfettarie che saltano se si resta fuori Roma più di 15 giorni al mese.
Un vincolo che invece i parlamentari non hanno e che ora verrà esteso ai rappresentanti del Governo. Inoltre, si vedranno attribuire anche le stesse agevolazioni sui viaggi. In un altro emendamento arriva invece il divieto di incarichi retribuiti fuori dall’Ue per i componenti di governo e i parlamentari, europarlamentari e governatori. Una previsione che comporta, in caso di inosservanza, il versamento delle somme percepite all’Erario e, in caso questo non avvenga, una multa di pari importo.