Manovra: tra le proposte di modifica, quella di stipendi più alti per i ...
Il maxi emendamento alla manovra elaborato dal governo, di cui girava una bozza quest'oggi, è stato spacchettato in sei emendamenti in base alle materie trattate e depositato in commissione Bilancio della Camera a firma dei relatori e non del governo. Il documento unico era stato presentato ieri nel tardo pomeriggio ma, in base alle regole parlamentari, in commissione non può essere depositato un maxi emendamento. Le opposizioni hanno sollevato la questione, chiamando in causa la presidenza della Camera e ottenendo lo spacchettamento. Un lavoro, questo, che ha richiesto tempo per redistribuire correttamente le coperture nei tre testi elaborati.
Inoltre, è stato depositato anche un altro pacchetto di emendamenti dei parlamentari riformulati dall'esecutivo che contengono anche alcune proposte che si trovavano nel maxi. A quanto si apprende, lunedì arriverà un altro pacchetto di non onerosi. La scadenza per i sub emendamenti è stata fissata per domani alle 20,30. Sempre lunedì riprenderà, alle 10,30, la seduta in commissione Bilancio, con l'obiettivo di arrivare a dare il mandato ai relatori martedì e far
approdare la manovra in aula il giorno successivo e approvarla venerdì.
Tra le modifiche di cui si parla, ha provocato malumori nelle opposizioni quella che prevedrebbe l'aumento per gli stipendi dei membri del governo che non sono anche parlamentari. Sono 17 i componenti 'tecnici' del'esecutivo attuale: 8 ministri più 9 tra viceministri e sottosegretari. I ministri sono i responsabili dell'Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto, dell'Istruzione Giuseppe Valditara, del Lavoro Marina Calderone, della salute Orazio Schillaci, della Cultura Alessandro Giuli, per le Disabilità Alessandra Locatelli e dello Sport Andrea Abodi. Sarebbero loro. dunque, a beneficiare dell'emendamento che prevede di equiparare il loro stipendio con quello dei colleghi dell'esecutivo che invece sono stati eletti alla camera o al Senato. Per la copertura sono previsti circa 1,3 milioni di euro lordi all'annoa partire dal 2025.
Circa 7mila euro al mese in piùI ministri ad oggi ricevono un'indennità mensile di circa 5mila euro, più 3.500 euro per le spese forfettarie che non spettano loro se restano fuori Roma per più di 15 giorni al mese. Un vincolo che i parlamentari non hanno e che l'emendamento della maggioranza estende a tutti i rappresentanti del governo. Oltre all'indennità, a ministri e sottosegretari non parlamentari spetterebbero anche altre voci come la diaria e i rimborsi spese per l'esercizio del mandato, spese telefoniche e viaggi. Secondo i calcoli fatti dal Sole 24 Ore, lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari 'tecnici' aumenterebbe di 7.193,11euro al mese: 3.503,11 euro in più rispetto alla diaria e altri 3.690 euro di rimborsi per l'esercizio del mandato. A questi si aggiungono rimborsi per viaggi e spese telefoniche per 1.200 euro.
"Forse non ci siamo spiegati bene. Avevamo chiesto col salario minimo di alzare lo stipendio a chi guadagna 4 o 5 euro l'ora, invece Meloni e soci propongono il 'salario al massimo' per i Ministri!". Lo scrive sui social il leader del M5s Giuseppe Conte, commentando l'ipotesi di un aumento di stipendio per i ministri non parlamentari, da inserire in manovra."+1 euro e 80 centesimi al mese per i pensionati minimi, +7.193 euro al mese per chi ha incarichi di Governo. Hanno messo l'Italia sottosopra"
"Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l'altra bloccano il salario minimo. Che non si dica che questo governo non sa scegliere le priorità". Lo ha detto Elly Schlein all'ssemblea nazionale del Pd a Roma.
"Verrà dato mandato al relatore della Manovra 15 minuti prima dell'aula, quindi alle 9.45 di martedì prossimo. Non ci preoccupata tanto che arriveremo davanti a Giorgia Meloni senza nemmeno una doccia, ma che vogliono imbavagliare e comprimere il dibattito, facendo passare le loro priorità: stipendi ai ministri, concessione Anas, concessioni quarantennali per la rete elettrica, taglio effettivo del reddito d'inclusione". Cosi Marco Grimaldi, capogruppo di Avs nella commissione Bilancio della Camera. "Siamo esterrefatti per la sciatteria e l'arroganza. Abbiamo fermato i maxi emendamenti, come diciamo da tempo il Governo non solo non era pronto ma la pace armata ha prodotto in fretta e furia norme sbagliate, senza schede tecniche e senza coperture. La manovra e' ferma in un tunnel e si sono appena spente le luci di sicurezza", aggiunge Grimaldi.