L'aurora boreale di oggi, in Italia, sopra Cortina e le Dolomiti
di Paolo Virtuani
Vista in Italia nella serata di domenica 5 novembre: è un fenomeno inusuale alle nostre latitudini. A causarlo è un’intensa tempesta solare che ha raggiunto la Terra
Non è un record, ma nemmeno un fenomeno che avviene molto spesso alla nostre latitudini. Domenica sera, poco dopo il tramonto, il cielo sopra Cortina e le Dolomiti si è incendiato per l’aurora boreale. Sui social sono già apparsi molti video e foto che documentano il raro fenomeno astronomico per il sud delle Alpi. L’aurora è stata vista molto bene in tutta l’Europa orientale: dalla Polonia alla Slovenia. Questa aurora è stata scatenata da una tempesta solare di categoria G3, (massimo G5), così forte che all’interno del Circolo polare artico l’aurora si è vista anche durante il giorno, quando c’è la luce del sole, cosa che avviene non più una volta ogni dieci anni.
Nelle prossime ore l’aurora sarà visibile anche sul Nord America. L’aurora spettacolare è stata vista anche in Francia e in Italia persino sul delta del Po.
Le aurore polari (boreale e australe) sono dovute all’interazione con il campo magnetico terrestre del flusso di particelle cariche emesse dal Sole in cicli di massima e di minima attività che durano circa undici anni. Dalla fine del 2019 la nostra stella è entrata nel ciclo 25 (calcolati a partire dal 1755) e sta salendo verso il massimo del ciclo che sarà raggiunto nella seconda metà del 2025. Più ci si avvicina il massimo del ciclo, più aumenta il numero di macchie solari e di brillamenti a esse associati.
Lo spettacolo delle aurore polari è dovuto non solo al loro muoversi incessante nel cielo ma anche ai loro colori. Il verde è prodotto dall’interazione delle particelle solari con l’ossigeno atomico nell’alta atmosfera a circa 100-160 chilometri di altezza, il colore blu-viola dagli atomi di azoto a circa 90-100 chilometri sopra la superficie. Il colore rosso si manifesta solo con tempeste solari molto intense in grado di eccitare anche l’ossigeno molecolare (O2) a quote intorno ai 24o chilometri che donano la tipica colorazione rosso sangue al cielo notturno.
Le aurore boreali erano note anche nell’antichità, ne parlano cronache cinesi e greche, in casi rari sono state osservate anche in Italia. Il termine boreale aurora venne coniato da Galileo Galilei, il fenomeno fisico venne però pienamente spiegato solo all’inizio del Novecento dallo scienziato norvegese Kristian Birkeland tramite la propagazione di correnti elettriche nello Spazio originate dalle tempeste solari che interagiscono con gli atomi dell’atmosfera della Terra. Ma non venne creduto e solo negli anni Sessanta, con i primi satelliti, venne provato che la teoria di Birkeland era esatta. Birkeland venne candidato al Nobel sette volte, ma non lo ottenne mai. Lo ottenne nel 1970 lo svedese Hannes Alfvén, che riprese e migliorò le teorie di Birkeland alla luce dei nuovi dati ottenuti dai satelliti.
5 novembre 2023 (modifica il 5 novembre 2023 | 22:14)
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