Baby Gang fa ricorso dopo la condanna per i fatti di San Siro

24 giorni ago

Redazione 02 dicembre 2024 12:14

Baby Gang - Figure 1
Foto MilanoToday

Non ha preso parte agli scontri, il che è un segno "pacifico". E poi la pena senza attenuanti è sproporzionata, una sentenza che lo descrive come "un soggetto che soffia sul disagio sociale per alimentare sentimenti di rivalsa contro le istituzioni, e non un giovane che denuncia con l'arte l'emarginazione sociale che ha conosciuto". Sono le parole utilizzate nel ricorso in appello dalla difesa del trapper Baby Gang che, per i fatti legati ai disordini avvenuti nel quartiere di San Siro il 10 aprile 2021, è stato condannato con rito abbreviato a tre anni e quattro mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. 

Quel giorno Baby Gang, all'anagrafe Zaccaria Mouhib, 23 anni, si trovava a Milano per girare un video musicale con il collega e amico Neima Ezza - condannato a un anno e mezzo di messa alla prova -, nome d'arte di Amine Ez Zaaraoui. Secondo le indagini della polizia e del pm titolare del caso, alle registrazioni erano presenti 300 ragazzi tra cui diversi minorenni. La "manifestazione" non autorizzata si sarebbe trasformata in lancio di oggetti contro le forze dell'ordine intervenute. 

L'avvocato di Baby Gang, però, spiega che non ci sono video "che raffigurano Mouhib nell'atto di scagliare sassi o altri oggetti contro gli agenti" o prove "che collochino Mouhib nel gruppo di facinorosi protagonista degli scontri". Nonostante ciò, per i giudici Baby Gang è "responsabile per i fatti in imputazione" e "in questa 'visione a tunnel', la motivazione della sentenza appare ridondante e densa di aporie logiche", prosegue Niccolò Vecchioni. Lo "sviluppo logico della sentenza", per il difensore, "appare interamente appiattito sulle valutazioni" di un "fan minorenne", il quale "dichiarava che i video musicali" del trapper "rappresentano una sorta di odio contro le forze dell'ordine che sono visti come i nemici".

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