Banca Progetto, alla vigilia della staffetta tra Oaktree e Centerbridge ...
Terremoto in Banca Progetto, la ex Banca Lecchese che il colosso del private capital Usa Oaktree Capital Management controlla dal 2015 (si veda altro articolo di BeBeez) e di cui a inizio settembre ha annunciato la vendita al collega Centerbridge Partners (si veda altro articolo di BeBeez).
Un’operazione il cui closing non era stato ancora siglato e che però ora rischia in qualche modo di slittare, in attesa che si chiariscano i contorni di un procedimento penale che, si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio, “è stato emesso in relazione ad asserite carenze istruttorie di 10 finanziamenti su circa 40.000 in essere, ed ha l’obiettivo di verificare, attraverso la nomina del dr. Donato Maria Pezzuto che si affiancherà alle strutture della banca, l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di controllo interni” (si veda qui il comunicato stampa).
Ieri mattina, infatti, è stata data la notizia che la banca è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria dalla Guardia di finanza su delega del Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione, per i rapporti con alcuni soggetti legati alla ‘ndrangheta. In particolare, le indagini del pm Paolo Storari eSilvia Bonardi, avrebbero svelato che diverse società indirettamente gestite da persone vicine a esponenti malavitosi di Legnano/Lonate Pozzolo hanno beneficiato di finanziamenti erogati dalla banca, assistiti da garanzie del Fondo Centrale di Garanzia Pmi gestito da MCC. Una notizia che è stata amplificata dal tam tam mediatico sino ad arrivare a far scrivere a qualcuno che la banca era stata addirittura commissariata da Banca d’Italia, cosa che invece non è.
La banca è per questo dovuta intervenire con una nota di spiegazioni a cui è seguita anche una conferenza stampa indetta in tutta fretta nel pomeriggio dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino per “rassicurare i propri clienti e stakeholders che continuerà ad operare in modo del tutto ordinario attraverso i propri organi e strutture interne” e che appunto non solo l’istituto non è commissariato ma anche “nè la banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine”.
Più nel dettaglio, ha spiegato ieri in conferenza stampa l’ad Fiorentino, le pratiche sotto la lente sono 9, ma “l’indagine della procura riguarda nominativi che non sono nostri clienti né hanno a che a fare con nostri clienti, nel senso che non sono nomi che appaiono né nel capitale né nella governance, inclusi i nomi degli amministratori delegati e dei direttori generali, di aziende nostre clienti. Da parte nostra, quando analizziamo un dossier, facciamo tutti i controlli per noi possibili, utilizzando varie banche dati, ma non arriviamo a censire l’intera struttura manageriale delle società clienti o potenziali clienti”. I soggetti indagati, quindi, ha detto ancora Fiorentino, non ricadevano tra quelli per i quali scattano i controlli automatici dei sistemi impostati dalla banca e quindi non sono scattati allarmi. D’altra parte, ha aggiunto Fiorentino: “Mi domando quale dovrebbe essere il livello di approfondimento delle analisi da parte di una banca. Se c’è un fornitore di un mio cliente che è un delinquente, io questo come banca non lo vedo. Ma la Guardia di Finanza sì”.
Gli inquirenti sottolineano infatti che l’interfaccia con i funzionari della banca per le aziende clienti di Banca Progetto coinvolte nell’indagine fosse, tra gli altri, Maurizio Ponzoni, già arrestato nel 2023 e poi ondannato in via definitiva per associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta ed altri reati economici (si veda qui Il Corriere della Sera) e in “rapporti d’affari” con Vincenzo Rispoli, boss storico della mafia calabrese in Lombardia, pur non avendo nulla a che fare formalmente con le società finanziate (si veda qui VareseNews).
Proprio per verificare che le procedure impostate dalla banca siano corrette e che quindi il comportamento della banca non sia stato anomalo o disinvolto, dato anche che il rischio finale dei finanziamenti erogati è i MCC, il Tribunale ha imposto la presenza di un professionista che entro il prossimo 25 febbraio stili una relazione e la illustri in sede di udienza. Il professionista, quindi, si preoccuperà di verificare la qualità dei sistemi di controllo, ma non esautorerà il management. È comunque la prima volta che questo istituto giuridico viene utilizzato nel confronti di una banca. Il concetto di amministrazione giudiziaria è stato introdotto dall’articolo 34 del decreto legislativo 159/2011 e viene adottato quando si ritiene che, attraverso il libero esercizio della propria attività economica (pur se non illecita e pur se esercitata con modalità non illecite), a una impresa (in questo caso Banca Progetto) possa essere rimproverato, anche solo per cattiva organizzazione interna, d’aver agevolato l’attività di persone (in questo i clienti finanziati) indagate per un determinato catalogo di reati, tra i quali in questo caso l’intestazione fraudolenta di beni aggravata dall’agevolazione mafiosa.
E’ ragionevole pensare, quindi, che Centerbridge aspetterà a firmare le carte del closing sino a quando non ci sarà una pronuncia chiara da parte del Tribunale. Intanto si capirà se anche Banca d’Italia chiederà chiarimenti da parte sua. Già nel 2021, a valle di un’ispezione, aveva rilevato gravi carenze nei controlli, a fronte delle quali aveva sanzionato l’istituto con circa 100 mila euro di multa e lo aveva invitato ad adeguare le procedure, fatto che ieri Fiorentino ha ricordato, sottolineando anche che allora la banca si era poi adeguata rispetto a tutto quanto era stato richiesto da Bankitalia.
Detto questo, tornando al deal con Centerbridge e alla possibilità che il closing dell’operazione possa essere messo in stand-by, Fiorentino ha detto: “Con Oaktree ci siamo sentiti oggi, li ho appena informati della vicenda, noi ci conosciamo dal 2019 e quindi hanno contezza del modo in cui noi gestiamo la banca. Abbiamo vinto tante battaglie insieme, ci stiamo attrezzando per superare anche questa piccola tempesta. Nei prossimi giorni capiremo se, fornendo a tutti gli stakeholder un’informativa sulla vicenda, questo avrà un impatto o no. La macchina in ogni caso era già partita, daremo tutti gli elementi affinché non si fermi e il processo vada avanti”. E ancora: “C’è in corso un profilo autorizzativo con la Banca d’Italia e la BCE per il passaggio di proprietà, che è stato già avviato da Centerbridge“.
Ricordiamo che il disinvestimento da parte di Oaktree era atteso da tempo. Ma sino alla scorsa primavera la strada prescelta sembrava essere quella della quotazione (si veda altro articolo di BeBeez). Poi però lo scorso aprile Oaktree aveva sospeso il processo ipo, dopo aver ricevuto un’offerta di acquisto non vincolante da parte di un fondo potenziale acquirente, a pochi giorni dal deposito del prospetto in Consob (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo, che era stato già identificato allora come Centerbridge, aveva infatti avviato trattative per la vendita della banca digitale italiana specializzata in servizi per le pmi italiane e la clientela privata, grazie a un’offerta che superava quello dell’ipo, che era stata stimata in 600 milioni di euro. Al momento della sigla dell’accordo con Centerbridge non sono stati forniti dettagli a proposito della valutazione della banca, ma c’è chi parla di 500 milioni di euro e chi di un premio di 300 milioni rispetto al book value. E dato che il patrimonio netto a fine 2023 era stato di 290 milioni, ecco che ritornano i circa 600 milioni di cui si diceva sopra.
La ricca valutazione riflette d’altra parte la veloce crescita dimensione della banca, il cui portafoglio complessivo di finanziamenti è cresciuto da 50 milioni nel 2015 a 7,6 miliardi a fine 2023, portando la redditività dell’istituto da valori negativi a uno dei RoE più elevati in Europa.
A metà febbraio Banca Progetto aveva comunicato i risultati relativi al 2023 (si veda altro articolo di BeBeez) chiuso con nuovi finanziamenti alle imprese per 2,8 miliardi di euro (+4% dal 2022, raggiungendo un saldo totale di 6,9 miliardi), acquisti pro-soluto di crediti IVA a 196 milioni di euro (+100%) mentre la nuova linea di servizi factoring, lanciata nel corso del primo semestre 2023, ha raggiunto i circa 194 milioni di euro, a fronte di una raccolta totale da conti di deposito in Italia, Germania, Spagna e Olanda per circa 5,4 miliardi (da 4,4 miliardi) e di 1,7 miliardi raccolti attraverso quattro operazioni di cartolarizzazione con sottostante portafogli di finanziamenti erogati dalla banca a pmi italiane e garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia e da SACE, di cui l’ultima chiusa a inizio dicembre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, il bilancio si è chiuso con un utile netto di 72 milioni di euro (+38,3%) un ROE rettificato de 30% e un cost/income ratio rettificato del 30% (34% nel 2022) e, sul fronte patrimoniale, con un totale attivo di 8,5 miliardi di euro (da 6,7 miliardi) , un CET 1 Ratio al 17,4% (dal 17,2%).