Banca Progetto: «Nessuna fuga dei depositi»
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La crescita dell’istituto sorretta da una (significativa) nonchè parallela crescita della raccolta da clientela. Il nodo del passaggio di controllo da Oaktree a Centerbridgedi Luca Davi
25 ottobre 2024
3' di lettura
«La banca non è commissariata: il board, l’amministratore delegato e tutte le strutture manageriali all’interno della banca sono pienamente operative». Il ceo di Banca Progetto, Paolo Fiorentino, convoca una conferenza stampa d’urgenza per “tamponare” il flusso di notizie «erronee», come le definisce, che rimbalzando sul web rischiano di «danneggiare la reputazione» della banca, dopo le accuse di finanziamenti a società collegate all’ndrangheta. «Nè la banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine», dice Fiorentino. Che sottolinea come «nell’ambito di un procedimento penale che non riguarda» l’istituto, il provvedimento riguarda «carenze istruttorie di 10 finanziamenti su circa 40.000 in essere».
Fiorentino si dice «stupito» di fronte alla decisione di sottoporre la banca all’amministrazione giudiziaria: un istituto mai utilizzato in Italia per una banca, che prevede la messa sotto tutela dell’ente sul fronte dei crediti tramite la nomina di una figura di fiducia della Procura (Donato Maria Pezzuto), cui toccherà monitorare i relativi processi e presidi di controllo, presenziando ai Cda, per poi relazionare i giudici sullo stato dell’arte. Quali saranno gli esiti di questa verifica lo si saprà il 25 febbraio, quando il Tribunale deciderà se prorogare (o meno) la misura. «E’ un provvedimento che non mi piace ma che dovrò rispettare», dice il manager.
Ma Fiorentino tiene anche a sottolineare di aver fatto quanto possibile in termini di controlli. «Siamo spiacevolmente coinvolti ma non siamo un ufficio di Polizia nè la Finanza - dice Fiorentino - Facciamo tutti i controlli possibili delle banche dati e i nominativi, cui si fa riferimento nel documento della procura di Milano, non sono nostri clienti. Non sono nella nostra anagrafe» e rispetto alla decina di pratiche oggetto di indagine da parte dei pm, «nessuno dei soggetti citati faceva riferimento a una di queste aziende».
Lo scenario
Servirà tempo per capire se Banca Progetto è rimasta impigliata in un «incidente di percorso», come lo chiama il banchiere napoletano. O se invece le indagini della Procura - con cui è in contatto Banca d’Italia che sta svolgendo gli opportuni approfondimenti - daranno spazio a ulteriori sviluppi. Di certo la notizia arriva come un macigno a rallentare la crescita vorticosa di un’istituto che nel giro di pochi anni ha conquistato uno spazio importante nel mercato del credito alle Pmi.
La banca controllata dal fondo americano Oaktree ha chiuso il 2023 con un utile netto di 72 milioni di euro, in crescita del 38,3% rispetto ai 52 milioni di fine 2022, e ha visto crescere costantemente i finanziamenti alle Pmi, in particolare durante il Covid, periodo durante il quale il gruppo ha fatto fortemente leva sulle garanzie di Mcc e Sace.
Lo snodo della cessione
Oggi l’istituto si trova a dover gestire una pesante crisi reputazionale i cui effetti possono avere impatti pesanti anzitutto su due fronti. Il primo riguarda lo snodo relativo alla cessione della banca. Il fondo di private equity californiano Oaktree - azionista unico della banca con il 99,8% a settembre ha ceduto l’intero pacchetto di controllo dell’ex Popolare Lecchese al fondo americano Centerbridge, che ha visto nell’istituto guidato da Fiorentino potenziali di crescita. Il passaggio di proprietà è oggi all’attenzione della Vigilanza ma è evidente che la novità giudiziaria rappresenta ora un’incognita i cui effetti sono tutti da misurare. «Non riesco a immaginare - spiega Fiorentino - Sono processi che riguardano i due azionisti: nei prossimi giorni forniremo un’informativa sulla vicenda e capiremo se (il provvedimento giudiziario, ndr) abbia o meno un impatto, certamente la macchina era già partita e daremo tutti gli elementi perché il processo non si fermi».
Retail e raccolta
L’altro profilo di massima attenzione, invece, riguarda la raccolta, in particolare retail. Perchè è un fatto che la crescita di Banca Progetto sia stata sorretta da una (significativa) nonchè parallela crescita della raccolta da clientela, trainata in larga parte dai depositi (sia in Italia sia all’estero) alimentati tramite il web e le piattaforme digitali. Conti deposito, ad alta remunerazione, che hanno attirato migliaia di risparmiatori. Che conseguenze avranno ora sui depositanti il terremoto giudiziario e gli inevitabili riflessi mediaticii? Il tema è di rilievo, in particolare dopo il caso di Silicon Valley Bank, istituto Usa finito in default nel marzo 2023 per un “bank run” alimentato dal passaparola sul web e i social network. «Al momento non abbiamo avuto ripercussioni» sulla raccolta e «stiamo rassicurando i nostri clienti, che hanno un profilo protetto: la media dei nostri conti è di 30mila euro. Attualmente non abbiamo deflussi significativi». Ma il tema, ammette Fiorentino, è «un punto di attenzione».
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