«Mio padre 84enne, abbandonato sei ore in barella alle Molinette ...

22 giorni ago
Barella

diRedazione online

I responsabili del Pronto soccorso: «Il 13 novembre 221 pazienti in 24 ore. Noi impegnati a non tralasciare a nessuno»

Arriva la risposta ufficiale del personale responsabile del pronto soccorso dell'Ospedale Molinette di Torino in riferimento all’episodio di malasanità raccontato dal Corriere Torino il 17 novembre. Nell'articolo Jan Pellissier raccontava l'odissea in pronto soccorso vissuta insieme al padre 84enne tra ritardi e scarsa o assente assistenza. 

«Riteniamo doverose alcune puntualizzazioni di pubblica rilevanza - scrivono il professor Fulvio Morello, Responsabile del Pronto Soccorso Medicina, e il professor  Enrico Lupia, Direttore S.C. Medicina d’Urgenza U alle MOlinette - . Innanzitutto, è ingiustificato indicare come dilettantesca un’anamnesi basata sul colloquio fra medico, paziente e familiari. Questo costituisce invece elemento fondamentale di buona pratica clinica. L’accesso informatico alla documentazione clinica esterna, utile e da tempo auspicato, attiene a processi generali di informatizzazione del Servizio Sanitario e non dipende dal singolo ospedale. Il nostro D.E.A. dispone di tutti i farmaci necessari al trattamento delle urgenze, mentre non è dovuta la dispensazione diretta h24 dei farmaci prescritti alla dimissione, salvo casi molto specifici. Infine, i locali del Pronto Soccorso, come noto, sono oggetto di riprogettazione e di prossima ristrutturazione, proprio con l’obiettivo di umanizzazione delle cure».

«È necessario rilevare - prosegue il documento - , che, nella sola giornata del 13 novembre, in cui il caso è occorso, sono afferiti al nostro D.E.A. 221 pazienti, di cui 61 con codice di elevata priorità, e sono stati gestiti circa 40 pazienti in attesa di ricovero ospedaliero. Inevitabilmente, questi flussi comportano condizioni di sovraffollamento. Il personale medico, infermieristico e socio sanitario è impegnato a mantenere elevati standard di cura su tutti i pazienti, senza tralasciare nessuno. Tale compito prevede attività multiple e parallele in tutti gli spazi disponibili, e una compressione dei tempi di comunicazione. Questo comporta, purtroppo, un doloroso ma frequente scollamento tra standard di cura garantiti e qualità percepita dall’utenza. Nel doveroso rispetto del personale sanitario, riteniamo infine opportuno segnalare che il medico citato nell’articolo ha terminato il proprio turno più di due ore e mezza oltre l’ora prevista, nell’esclusivo interesse dei pazienti in carico. Inoltre, rivendichiamo la giusta definizione della “ragazza mossa a pena” coinvolta nell’accudimento del paziente: una professionista impegnata diligentemente nel proprio lavoro, nonostante le difficili condizioni dettate dai crescenti bisogni sanitari e assistenziali di una popolazione sempre più anziana e fragile».

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18 novembre 2023

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