Beppe Grillo da Fazio, un'ora di comizio tra banalità e ...

13 Nov 2023
Beppe Grillo

di Aldo Grasso

Il comico torna sullo schermo dopo nove anni e inscena un show poco convincente

Imbarazzante? Inopportuno? Noioso? Difficile definire l’apparizione di Beppe Grillo a Che tempo che fa (Nove). Un’ora di comizio, di autoassoluzione, di banalità politiche spacciata come show. Ha iniziato con un vecchio espediente retorico dei giullari, autoaccusandosi prima che lo facciano gli altri: «Sono qui per sapere chi sono. Sono il peggiore? Sì, sono il peggiore, ho peggiorato questo Paese… Tutti quelli che avevo mandato a fare in c... sono al governo». Che poi è un brano tratto dal suo ultimo spettacolo, che si intitola appunto “Sono il peggiore”. Ovviamente, ha ironizzato sulle persone da lui scelte, Giggino Di Maio e Giuseppe Conte, ha difeso senza vergogna il reddito di cittadinanza, il Superbonus, persino i navigator.

Poi, però, quello che si era definito il peggiore, ha cominciato a impartire una lezioncina su come ci si deve comportare per il futuro. Ha detto che studia molto ma gli è scappato un “ti dasse”. Si è concesso persino una grave caduta di stile attaccando Giulia Bongiorno, avvocata della ragazza che accusa suo figlio Ciro di violenza sessuale. Siamo ancora qui a fare i conti con le macerie prodotto dai suoi “vaffa”, come comico ormai è un po’ in confusione e Fabio Fazio finge di non potergli fare le domande che si era preparato. Sembrava una scena già vista: la Bianchina alle prese con Mauro Corona, salvo che Corona di danni al Paese non ne ha fatti. Grillo ha preso un branco di scappati di casa, li ha spediti al Quirinale a giurare sulla Costituzione nelle mani del capo dello Stato, pronti a chiedere deficit e a spezzare le reni all’Europa e all’euro dei burocrati e poi li ha trasformati in lobbisti di sé stessi. Ha detto che era “un movimento evangelico”.

Davvero una pagina non esaltante di tv , un goffo tentativo di ridare cittadinanza mediale a un signore che con gli sberleffi, la furia giustizialista, l’imbroglio politico mascherato da millenarismo pop e con una concezione della democrazia radicale (uno vale uno) ha recato al Paese danni enormi. Forse Fabio Fazio voleva sdoganare Grillo e dimostrare la propria indipendenza (a chi? Alla Rai?), ma ha fatto un favore non da poco all’attuale governo mostrando di chi pasta è fatta l’opposizione.

13 novembre 2023 (modifica il 13 novembre 2023 | 10:36)

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