Bitocoin verso record storico, perchè sale e dove può arrivare
Un anno fa, più o meno di questi tempi, il mondo cripto non se la passava benissimo: il 2022 era stato segnato dal crack FTX (una delle maggiori piattaforme di scambio), con annessa colossale truffa del fondatore Sam Bankman-Fried, poi arrestato alle Bahamas con 600 milioni di bottino. Il 2023 iniziava così tra mille incognite, con interesse degli investitori e prezzi in picchiata. Un anno dopo, il mercato delle valute digitali sta vivendo una nuova primavera e la divisa regina, il Bitcoin, si avvicina a grandi passi verso il record storico. Dodici mesi fa (era il 9 marzo 2023), sprofondava in area 20.000 dollari, oggi vale più del triplo e punta dritto verso il massimo storico, toccato a novembre 2021 a un soffio dai 69.000 dollari. Perché?
Col primo Etf può arrivare a molti più risparmiatoriI motivi alla base del forte apprezzamento di quest’ultimo periodo sono molteplici, ma i due principali possono essere individuati nel nuovo Etf e nell’halving: due termini tecnici che spieghiamo subito in termini semplici.
A gennaio la SEC (l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari USA, insomma la Consob americana) ha dato via libera al primo Etf sui Bitcoin: gli Etf sono fondi quotati in Borsa (Exchenge traded funds), in questo caso a Wall Street, che permette di investire su un prodotto finanziario senza acquistarlo direttamente, perché replica l’andamento dello strumento sottostante. Azioni, indici azionari, obbligazioni statali e societarie, valute, materie prime come oro, petrolio e tante altre: gli Etf consentono di investire praticamente su tutto, e in questo caso hanno una funzione di pass-partout. Attraverso questo tipo di fondo, ammesso per la prima volta a Wall street, il Bitcoin ha registrato un boom di richieste, arrivando anche a risparmiatori e investitori che non lo avevano mai approcciato, e la forte domanda ha contributi a spingere verso l’alto i prezzi.
L'halving, il taglio dei Bitcoin prodottiIn più, si avvicina l’halving. Cos’è? È il periodico taglio alla produzione del Bitcoin, che avviene ogni 4 anni da quando è nato (tra poco ci torniamo): tra meno di due mesi arriverà la stretta. Serve proprio a evitare che la ‘moneta virtuale’ si svaluti troppo (più un bene è scarso, più ha valore): da regolamento, c'è infatti un limite al conio di 21 milioni di pezzi, e attualmente siamo a quota 19 milioni.
Diche regolamento parliamo? Un po’ di storia.
Appena spente 15 candelineIl Bitcoin ha appena compito 15 anni. Il suo papà, il misterioso Satoshi Nakamoto, a fine 2008 lo ha disegnato così: un sistema monetario non gestito da una banca centrale o da una autorità sovrana, ma dove gli scambi sono validati da soggetti tra loro pari, registrati in un archivio diffuso, non custodito da alcuna istituzione pubblica, chiamato “catena di blocchi”. È la Blockchain, la rivoluzionaria tecnologia egualitaria e anarchica, fabbricabile in casa: siamo nel pieno della crisi che ha portato al collasso della Lehman Brothers, la fiducia verso banche e istituzioni finanziarie è ai minimi, il sogno visionario è bypassarle creando la prima moneta digitale che mandi in soffitta i soldi tradizionali e chi li fabbrica. Il successo del Bitcoin fa da apripista ai suoi fratellini, le criptovalute si moltiplicano, e con esse chi vuole e sa approfittarne. La zecca in casa però, non è per tutti: il “Mining”, l’estrazione come in miniera, richiede enorme potenza di calcolo nel pc in salotto, e tanta energia, è per pochi. Ecco perché l’ampliamento della platea interessata, tramite (anche) l’Etf, è uno degli elementi principali che stanno spingendo la madre di tutte le criptovalute verso il massimo storico.