Britney Spears: le 9 rivelazioni del libro bomba
Il libro di Britney Spears, The Woman in Me, è arrivato finalmente in libreria (in Italia edito da Longanesi). La popstar più famosa degli anni 2000 racconta la sua verità: dagli esordi fino alla conservatorship del padre durata - incredibile - 13 anni.
The Woman in Me, Britney Spears
Qui le rivelazioni più forti contenute nel libro, che abbiamo letto in anteprima:
LA CARRIERA MANCATA DA ATTRICE
Britney Spears avrebbe potuto recitare in Chicago, le era stata offerta la parte di una delle protagoniste. «Una cattiva che uccide un uomo, e mentre lo fa canta e balla», scrive. Un ruolo che, continua, le avrebbe dato soddisfazione. Britney però ha detto di no perché non le era piaciuta l'esperienza in Crossroads, il suo primo film. «È come se una nuvola o qualcosa si fosse posata su di me e fossi diventata una ragazza di nome Lucy». Le ci sono voluti mesi per liberarsi dal personaggio. Inoltre la popstar avrebbe potuto avere il ruolo di Rachel McAdams ne Le pagine della nostra vita.
L'ABORTO
Britney svela di avere abortito a 19 anni quando stava con Justin Timberlake: «Se fosse dipeso da me, non lo avrei mai fatto. Ma per Justin diventare padre era fuori discussione», scrive. Non si rivolgono a un medico: la loro relazione per il pubblico non contempla il sesso. Il racconto della cantante è duro: «Presi delle pillole, fui colta da crampi lancinanti, andai in bagno e rimasi sul pavimento a urlare e singhiozzare per ore, chiedendomi se stessi per morire. Non mi portarono in ospedale. Justin prese la chitarra e si mise vicino a me». Timberlake ha poi rotto con Spears via SMS mentre lei era sul set del video musicale del remix di Overprotected.
IL FLIRT CON COLIN FARRELL
Dopo la rottura con Justin Timberlake, Spears racconta di essere rimasta colpita da Colin Farrell dopo averlo incontrato a una festa. Così è andata a trovarlo sul set di "S.W.A.T.". «Abbiamo trascorso insieme due settimane di fuoco, anzi di lotta. Eravamo sempre così avvinghiati che sembravamo in rissa perenne», fa sapere.
ALCOL, DROGHE E DIPENDENZE
Britney in The Woman in Me giura di non avere mai avuto dipendenze da droghe pesanti, né problemi di alcolismo. «Mi piace bere», scrive, «ma ho sempre saputo regolarmi». L’unica droga è stata l’Adderall, un’anfetamina per chi soffre di deficit di attenzione: «Mi faceva sballare, ma soprattutto mi faceva sentire meno depressa». Esiste però una doppia morale: i suoi colleghi uomini possono drogarsi e tradire, lei diventava subito una «cattiva madre» o una «fuori controllo».
IL PRIMO MATRIMONIO A LAS VEGAS
Nel 2004 la cantante sposa il suo amico d’infanzia Jason Alexander in una cappella di Las Vegas. Erano entrambi molto ubriachi. La mattina dopo Britney non si rende davvero conto di ciò che era successo, è la sua famiglia a raccontarle delle nozze: «Ci stavamo solo divertendo, i miei l’hanno presa troppo sul serio, come se avessi iniziato la terza guerra mondiale», fa sapere. I due sono stati sposati per 55 ore.
LA TESTA RASATA
Siamo nel 2007 e Britney racconta di essere andata fuori di testa a causa del dolore per la battaglia per l'affidamento dei due bambini avuti dall'ex marito Kevin Federline. «Con la testa rasata, tutti avevano paura di me, anche mia madre». Ma rasarsi è stato anche il suo modo di dire al mondo: «Volete che sia bella per voi? Vaffanculo».
LA CONSERVATORSHIP
È il 2008, il padre Jamie prende il controllo: «Adesso Britney Spears sono io», recita uno dei passaggi più intensi del libro. Nel frattempo torna a esibirsi: in un solo anno il Circus Tour incassa 130 milioni di dollari, ma la cantante può disporre solo di 2 mila dollari a settimana. Durante i 13 anni di controllo assoluto, Britney viene ricoverata in clinica più volte. Non può decidere cosa mangiare, non può viaggiare, né rimuovere la spirale. Perché non si ribella? «Avevo ceduto la mia libertà in cambio di poter dormire con i miei figli», scrive. L’ultimo ricovero, in un centro di Beverly Hills da 60 mila dollari al mese, è il più pesante. Le tolgono il Prozac che prendeva da anni e lo sostituiscono con il litio. «Un farmaco pericoloso di cui non avevo bisogno», rivela. «Il mio cervello non funzionava più come prima, sapevo bene che il litio era stato somministrato a mia nonna Jean, non molto prima che si suicidasse». Britney è convinta che la sua famiglia voglia ucciderla: «Mi sono comportata in modo selvaggio, ma non ho mai fatto nulla che giustificasse l’essere trattata come una criminale».
IL RAPPORTO CON LA SORELLA JAMIE LYNN
Quando è stata ricoverata per mesi in una centro per la salute mentale durante la conservatorship, ha mandato un messaggio alla sorella minore Jamie Lynn chiedendo di aiutarla a uscire. «Smettila di lottare. Non c'è niente che tu possa fare, quindi smetti di lottare», la sua risposta. Una volta terminata la tutela del padre, Britney si è sentita "tradita" dalla sua famiglia. «Io e mia sorella avremmo dovuto trovare conforto l'una nell'altra, ma purtroppo non è stato così. Mentre io lottavo contro la tutela e ricevevo molta attenzione da parte della stampa, lei stava scrivendo un libro che ne traeva vantaggio».
IL SESSISMO A HOLLYWOOD
A 15 anni, Britney firma un contratto con la Jive Records, e inizia l’ascesa. Di quel periodo ricorda le contraddizioni: deve essere star sexy e desiderosa di piacere sul palco e ragazzina pudica nel privato. È sua, scrive, l’idea di indossare «abiti da scolaretta» nel video di Baby One More Time: «Se volevano che mi trasformassi in qualcosa con cui la gente potesse identificarsi, a me stava bene». Ma i media le diventano ostili. Dopo una premiazione a MTV, viene fatta sedere davanti a un monitor che inquadra alcuni sconosciuti che la criticano per l’abito succinto: «Secondo loro stavo corrompendo i giovani americani». Adesso l’ossessione della cultura pop per le ragazze giovani e famose, e per i loro corpi spogliati, sfruttati e giudicati, la chiamiamo tossica e misogina ma negli anni Duemila era normalità.