Napoli. La bonifica di Caivano: 1.200 agenti e militari per ...

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Antonio Averaimo, Napoli venerdì 29 novembre 2024

Eseguita l'ordinanza di trasferimento obbligato per 36 nuclei familiari che occupavano senza titolo le case popolari. L'obiettivo è la riqualificazione del Parco Verde

Caivano - Figure 1
Foto Avvenire.it

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Un elicottero sorvola il cielo di Caivano, mentre decine e decine di camionette della polizia, dei carabinieri e dell’esercito presidiano ogni angolo del Parco Verde. Lo Stato torna con 1.200 persone nell’ormai ex roccaforte della camorra per sgomberare 36 famiglie che occupavano abusivamente le proprie case popolari. È il nuovo capitolo dell’operazione di «bonifica» del quartiere e dell’intero Comune di Caivano annunciata nell’estate 2023 dalla presidente del Consiglio durante la sua prima visita qui, nata dall’appello del parroco, don Maurizio Patriciello.

Ma questi 36 sgomberi non sono caduti sul Parco Verde come un fulmine a ciel sereno. Già lo scorso febbraio erano state notificate 254 ordinanze ad altrettante famiglie prive di alcun titolo abitativo: un terzo di quelle che risiedono nel quartiere. Quelli effettuati ieri sono, ha spiegato la procuratrice di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, sgomberi che riguardano famiglie con un reddito che non giustifica la presenza in un alloggio popolare o in cui ci sono persone con pesanti condanne superiori ai sette anni passate in giudicato. Tra di essi non mancano anche alcuni di quei camorristi che avevano trasformato il Parco Verde in un enorme reticolo di piazze di spaccio.

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Per le altre famiglie tra le 254 non ancora messe alla porta, si apre un percorso che potrebbe portare alla regolarizzazione della loro posizione. Molti di questi nuclei familiari hanno già presentato un’istanza di regolarizzazione al Comune, attualmente amministrato da una commissione straordinaria. La loro sorte dipende dalla possibilità di applicare un regolamento regionale che prevede una sanatoria anche per la loro situazione, nata da decenni di anarchia in materia di assegnazione delle case popolari a Caivano. Sarà la stessa Procura di Napoli Nord, che ha emesso le 254 ordinanze di sgombero nel febbraio scorso, ad avere l’ultima parola alla fine di percorso che si è imposto per forza di cosa graduale.

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Foto Avvenire.it

La procuratrice Troncone e il prefetto di Napoli, Michele di Bari, hanno voluto incontrare le famiglie sgomberate poco prima, riunite per tutta la giornata davanti alla chiesa parrocchiale del Parco Verde. Con loro due c’era anche don Patriciello. «Prima di tutto c’è il dialogo − ha detto il prefetto alle persone presenti in strada −, ma stiamo portando avanti un’operazione di legalità. Questo non significa però che per le persone con fragilità non ci sarà un percorso sociale che è stato già individuato».

Parole, queste, che non hanno convinto la gente. Non sono mancati i momenti di tensione: alcune donne avevano tentato precedentemente di entrare in chiesa. A impedirglielo è stato solo il blocco costituito dalle forze dell’ordine davanti all’edificio sacro. «Dormiremo davanti alla chiesa stanotte, non sappiamo dove andare», hanno replicato le mamme in strada.

In una nota, il prefetto di Napoli ha anche annunciato la messa in sicurezza di tutti i 750 immobili facenti parte del Parco Verde, che saranno riqualificati dal commissario straordinario di governo per il territorio del Comune di Caivano, Fabio Ciciliano. È la “fase 2”, annunciata anche da Giorgia Meloni. «Oggi – ha dichiarato la premier − lo Stato mantiene un altro impegno preso coi cittadini. In occasione dell’inaugurazione del nuovo centro “Pino Daniele”, avevamo annunciato che il lavoro del governo a Caivano non era affatto concluso e che sarebbe andato avanti. Così è stato. Oggi è iniziata la “fase 2” del programma di riqualificazione e rigenerazione urbana portato avanti negli ultimi 15 mesi, con lo sgombero degli alloggi occupati abusivamente al Parco Verde da soggetti condannati per reati di camorra. Il cammino prosegue – ha aggiunto Meloni −. Intendiamo fare di Caivano un modello, e poi esportare quel modello in tutte le altre Caivano d’Italia». Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, «l’operazione di sgombero portata a termine nel Parco Verde conferma la riaffermazione del diritto avviata il 31 agosto 2023 a Caivano». Mantovano ha espresso «apprezzamento e gratitudine» ai «1.200 uomini e donne appartenenti alle forze di polizia e all’Esercito italiano» impegnati nel blitz di ieri.

La tensione non esplode in tutta la sua forza, compressa dalla macchina della sicurezza predisposta dallo Stato, in un Parco Verde che ha conosciuto non pochi scossoni – quanti mai ne aveva visti in decenni di vita − dal 31 agosto dell’anno scorso, giorno della prima visita di Giorgia Meloni nel quartiere. Tutto è partito dall’ennesima ferita di Caivano – gli stupri ai danni di due ragazzine – e dall’ennesimo appello disperato di don Patriciello alle istituzioni. Che quella volta hanno risposto «presente» e ora sono chiamate a concludere la “fase 2”: quella della riqualificazione, la più difficile.

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