La vendetta di Hakan Calhanoglu è servita

11 giorni ago
Calhanoglu

Per l'Inter e gli interisti, quella di ieri, è stata una serata magica. E storica. Lo scudetto numero venti, quello della seconda stella, conquistato nel derby contro il Milan. In casa del Diavolo, per giunta. Per Hakan Calhanoglu, regista nerazzurro, il 2-1 rifilato ai cugini ha un sapore ancora più speciale. Già, perché il calciatore turco, a fine 2021, era passato a parametro zero dal Milan all'Inter. Una mossa certo non nuova, nella storia cittadina, ma sicuramente inattesa. Una mossa, soprattutto, che aveva scatenato non poche polemiche. Di più, l'ex rossonero era stato bersagliato dai tifosi (e dai giocatori) del Milan durante i festeggiamenti dello scudetto. 

Lui, però, ha sempre mantenuto la calma. Rispondendo, puntualmente, sul campo. Come in Champions League, nel doppio derby che la scorsa stagione aveva permesso all'Inter di staccare il biglietto per la finale. A questo giro, messo in cassaforte con largo anticipo lo scudetto, Calha ha deciso di prendersi una rivincita social. Lanciando una frecciatina, chiara, anzi chiarissima, ai tifosi avversari. La grafica scelta su Instagram, d'altro canto, dice tutto: lui in primo piano, con maglia dell'Inter e coppa-scudetto fra le mani, dietro i tifosi del Milan, con tanto di cartelli carichi di insulti. Ah, piccolo particolare: Hakan indossa delle cuffie, per isolarsi dagli insulti e dagli sfottò. "Clown". "Traditore". "Serpente". Tutto torna, verrebbe da dire. Ad accompagnare il post ci sono poche, ma significative parole: "Sempre calmo, sempre paziente, sempre concentrato e ora ricompensato". Della serie: me ne avete dette di ogni, e ora io vinco in casa vostra. Con la maglia dei rivali.

Simbolica, del resto, è stata anche la reazione di Calhanoglu al fischio finale, ieri sera. Sostituito dopo una buona prestazione, ha atteso con ansia e nervosismo il fischio dell'arbitro a bordocampo, osservando da lontano ma con vicinanza d'animo i suoi compagni difendere il 2-1 dagli assalti finali del Milan. Accovacciato, al triplice fischio è saltato in aria e ha cominciato a saltellare per tutto il campo. 

La vendetta, si dice, è un piatto che va servito freddo. Hakan ha aspettato due anni per rispedire al mittente tutti gli insulti ricevuti. Lo ha fatto, in ogni caso, con l'eleganza che lo contraddistingue in campo. Senza esagerare.

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