Calcio. Favola Camarda, il futuro del calcio ha 16 anni

3 ore ago

Massimiliano Castellani mercoledì 23 ottobre 2024

A 16 anni e 226 giorni l'attaccante del Milan ha esordito in Champions contro il Bruges: è il più giovane debuttante italiano nella storia, un record doppio se gli avessero convalidato il gol

Camarda - Figure 1
Foto Avvenire.it

Francesco Camarda portato in trionfo dai suoi compagni di squadra del Milan dopo il debutto record in Champions: esordio a 16 anni e 226 giorni

“I talenti li abbiamo, come Camarda, ma non gioca...”, era la stoccata di qualche giorno fa del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. A dire la verità già Stefano Pioli al baby milanista Francesco Camarda, classe 2008, lo aveva inserito nella rosa della prima squadra nella stagione 2023-2024, con tanto di delega federale e poi lo fece debuttare in Serie A all’83 di Fiorentina-Milan 0-1 alla tenera età di 15 anni, 8 mesi e 15 giorni. Camarda divenne così il più giovane debuttante nella storia della Serie A e con quella presenza al Milan aveva addirittura scavalcato la "bandiera" Paolo Maldini che debuttò in rossonero a Udine, a 16 anni, 6 mesi e 25 giorni. Per Camarda, nonostante i legittimi timori di Gravina sul talentificio di casa nostra, è scattata addirittura l'ora del bis, e in eurovisione.

Più giovane debuttante in A e ora anche in Champions​

Quando Gravina dice che da noi i talenti, specie quelli precoci, o non giocano o finiscono lontani dalle rose di Serie A è una verità, specialmente se in panchina c’è un allenatore italiano che da sempre segue l’antica tradizione del “ragazzo prima deve farsi le ossa nelle categorie inferiori”. A queste leggi non scritte non risponde il portoghese Paulo Fonseca e prima di lui se ne infischiava anche il compianto Sinisa Mihajlovic che al Milan ebbe il coraggio di far esordire in porta Gigio Donnarumma a 16 anni anni e 8 mesi: il 25 ottobre 2015, partita di Serie A Milan-Sassuolo 2-1. Va detto che Donnarumma l’anno prima era già stato inserito nella rosa della prima squadra da Pippo Inzaghi, ma il mister straniero è storicamente più smaliziato e propenso a credere e rischiare sul talento.

Una notte magica per il golden-boy rossonero, peccato per quel gol annullato dal Var​

Perciò ecco che la favola di Camarda, il golden-boy minorenne dopo l’esordio in A ha avuto il suo sequel in Champions League contro il Bruges (3-1): a 16 anni e 226 giorni il suo ingresso in campo è da record: l’attaccante milanese e di scuola Milan diventa il più giovane debuttante italiano nella massima competizione europea. Una notte da incorniciare, Camarda entra al 75’ al posto dello spagnolo campione d’Europa Alvaro Morata e il suo debutto poteva diventare ancora più epico se solo il Var non gli avesse negata la gioia del gol realizzato, la quarta rete rossonera, quella del più giovane marcatore della storia. Appuntamento solo rimandato. Le sue lacrime di gioventù fanno tenerezza e umanizzano un calcio che altrimenti racconta di arsenico e vecchi dispetti nel Palazzo del pallone, di Curve popolate e gestite dalla criminalità organizzata (100 daspo emessi dalla Polizia dopo i coltelli sequestrati nella trasferta di Firenze) di ultimi stadi da fare o disfare, vedi le ultime su San Siro da ricostruire lì in loco, forse, chissà. L’unica certezza al risveglio nella nebbia milanese è il genius loci Camarda, piccolo re almeno per una notte, portato in trionfo da tutti i suoi compagni, tutti adulti e nessuno che abbia debuttato in Europa da minorenne.

Prossimo step la Nazionale? Però il precedente di Pafundi...​

Privilegio meritato dal ragazzo che finora ha giocato nel Milan Futuro, la formazione rossonera iscritta da quest’anno al campionato di Serie C. E Camarda è il futuro in cui credere, anche in chiave azzurra. A giugno ha vinto l’Europeo Under 17 segnando 4 gol in cinque partite, venendo eletto miglior giocatore del torneo. E’ stato convocato anche in Under 19 e quindi il prossimo step potrebbe essere la chiamata di Luciano Spalletti in Nazionale, anche se c’è un precedente, il "fantasista" Simone Pafundi, dell’Udinese, ora in prestito al Losanna serie A svizzera, che nel novembre 2022, allora aveva 16 anni e 8 mesi, venne fatto debuttare da Roberto Mancini nell’amichevole Albania-Italia (1-3): al 90' entrò in sostituzione di un altro campione d’Europa, Marco Verratti. Pafundi dopo quel minuto di celebrità è tornato a giocare con i suoi pari o quasi, vicecampione del mondo Under 19 con gol decisivo realizzato su punizione nella semifinale vinta per 2-1 contro la Corea del Sud e lo scorso luglio ha preso parte con Camarda all’Europeo Under 19. Nel Losanna finora Pafundi ha disputato 18 partite e ha segnato un solo gol, ma ha appena 18 anni e in tanti giurano che il ragazzo si farà e che il prossimo anno tornerà a giocare in Italia. Un'Italia, che anche nel calcio, non è mai stato un Paese per i giovani, ma la speranza è che le cose stiano davvero cambiando.

Intanto in Argentina Apolonio ha debuttato a 14 anni

Forse non è neanche un caso che il debutto europeo di Camarda sia avvenuto a poche ore di distanza dall’esordio del 14enne argentino Mateo Apolonio Berruezo del Deportivo Riesta. Il ragazzino è entrato in campo nei sedicesimi di finale di Coppa d’Argentina nella sfida contro i rosarini del Newell's Old Boys. Con i suoi 14 anni e 29 giorni Apolonio ha battuto il record di Sergio Agüero, che nel 2003 fece il suo esordio in Primera División a 15 anni e 35 giorni. Aguero a sua volta aveva battuto il record dell’ex suocero, Diego Armando Maradona, che dieci giorni prima del suo 16° compleanno (30 ottobre 1960) con la maglia dell’Argentinos Juniors disputò la sua prima partita nella massima serie argentina. Due anni dopo, quello del Mundial del ’78, in cui non venne convocato dalla Seleccion poi campione del mondo, Maradona era già diventato il capocannoniere del campionato argentino con 22 reti. E dei 22 gol segnati quell'anno dal Pibe de Oro, ancora tutti raccontano di quella che il 18enne El Diego segnò calciando direttamente dal dischetto di centrocampo appena l’arbitro diede il fischio di inizio. Camarda, Pafundi e Apolonio non saranno dei Maradona, ma certi inizi sono significativi e soprattutto regalano tanta speranza, specie a noi vecchi amanti delle belle storie di cuoio.

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