Taglio canone Rai bocciato, Forza Italia vota con l'opposizione ...

7 giorni ago
Canone Rai
Quello che devi sapere
La battaglia della Lega sul canone Rai
La Lega nei giorni scorsi aveva continuato a insistere sulla riduzione del canone Rai, anche magari più contenuta dei 20 euro di un anno fa. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto subito sapere che "il governo è fortemente impegnato nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà. L’inciampo in maggioranza sul canone Rai non giova a nessuno". Poi la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato così l'accaduto: "Sono schermaglie. Non ci vedo niente di particolarmente serio....". "Se si è arrivati ad un accordo per un cessate il fuoco in Libano", ha aggiunto, "possiamo farlo pure sul canone Rai"

Per approfondire: 

Canone Rai, cosa prevedeva l'emendamento della Lega

"FI resta contraria al taglio del canone Rai"
Martedì mattina il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, del resto, aveva ribadito: "Noi siamo contro, da sempre l'abbiamo detto con trasparenza". Quella del canone Rai, aveva spiegato, "è una partita di giro, perché si danno 430 milioni di soldi pubblici alla Rai facendo risparmiare 1.20 euro al mese al cittadino. Riteniamo che fare questa cosa sia una partita di giro quindi siamo serenamente contrari". Anche il ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, aveva espresso una identica posizione

GUARDA IL VIDEO: Canone Rai, chi paga in Europa la tassa per il servizio pubblico 

Schlein: "Maggioranza in frantumi"
Sulla questione oggi la segretaria del Pd, Elly Schlein, però, attacca: "Emendamento della Lega bocciato per i voti di Forza Italia, che ha votato contro come le opposizioni. La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra  loro, a competere anziché governare il Paese. E intanto non si occupano della salute e dei salari, dei problemi concreti degli italiani"
M5s: "Dalla maggioranza spettacolo penoso"
"Le veline di Chigi provano a derubricare la spaccatura sul canone Rai a semplice 'inciampo', ma a chi vogliono darla a bere? Non solo si sono spaccati su una questione importante e che interessa tutti gli italiani, ma è la dimostrazione plastica che questa maggioranza litiga su tutto. Lo spettacolo che stanno offrendo sulla Rai è veramente penoso: mettono in scena questa pantomima ridicola sul canone e bloccano la commissione di vigilanza per la loro incapacità di offrire una soluzione per superare le sabbie mobili in cui hanno impantanato il Servizio Pubblico", ha detto l'esponente M5S in commissione di vigilanza Rai, Dolores Bevilacqua
Conte: "Meloni chiarisca se esiste ancora una maggioranza"
"Divisi in Europa, sulla politica estera e oggi anche in Parlamento, con la maggioranza che non ha i numeri in Commissione e va sotto: l'unità professata da Meloni è un altro film di fantascienza girato a Chigi. La premier chiarisca se esiste ancora la maggioranza. I cittadini non hanno tempo da perdere: mentre loro litigano c'è un Paese che soffre in attesa di un provvedimento contro il carovita, di una visita in ospedale, di un treno che non passa", attacca poi, su X, il leader del M5s, Giuseppe Conte
Tajani: "Nessun problema, maggioranza coesa"
"Non c'e' nessun problema. La maggioranza è coesa, lavoriamo insieme per rispettare il programma sul quale gli italiani ci hanno il consenso. Quindi non c'è alcun problema", grantisce però il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dei Med Dialogues. "Figuriamoci - ha aggiunto - se posso essere contro la stabilità, se posso avere una posizione che fa traballare il governo. Abbiamo sempre accettato tante cose che non condividevamo al 100%", ma quello sul taglio del canone Rai, "l'abbiamo detto da prima, non era un emendamento del governo, era un emendamento presentato dalla Lega, non il Consiglio dei Ministri, quindi non c'è stata nessuna decisione del Consiglio dei Ministri. Questo è un emendamento presentato dalla Lega e noi abbiamo sempre detto che non lo avremmo votato, fin dall'inizio. Non è una scoperta di oggi. Ma questo non cambia nulla per quanto ci riguarda"
Tajani, taglio canone "non utile ad abbassare la pressione fiscale"
Nello specifico, Tajani ha poo chiarito: "Non abbiamo votato un emendamento che prevedeva il taglio del canone Rai di 20 euro perché lo consideravamo sbagliato e non utile ad abbassare la pressione fiscale. Bisogna trovare 430 milioni dal bilancio per finanziare la Rai. Con quei soldi invece si possono tagliare veramente le tasse". "Non c'è nessun inciampo" all'interno del governo, ha ribadito, "siamo sempre stati coerenti con quello che abbiamo detto"
Lupi: "Governo non cade per un emendamento bocciato"
A garantire che nella maggioranza non ci sono frizioni è anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, ospite di Start di Sky Tg24.  "Non mi sembra che il canone della Rai sarà l'elemento che manderà in crisi il governo. È una battaglia della Lega, sia noi che Forza Italia abbiamo detto che il tema non sono i 20 euro ma è il servizio pubblico", ha chiarito
I due vicepremier in contrasto

"Il momento non è dei migliori - dice un parlamentare di FdI - ma se si va avanti così rischiamo di farci male". E in effetti le liti tra Lega e Forza Italia sono all'ordine del giorno e travalicano i confini nazionali. La Commissione europea di Ursula von der Leyen, che ha come vicepresidente il meloniano Raffaele Fitto, ottiene il via libera dall'Europarlamento con il voto contrario del Carroccio e quello a favore di FI. E le due forze politiche sono su fronti opposti anche per quanto riguarda la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente. Salvini attacca a testa bassa i giudici della Corte Penale Internazionale che spiccano il mandato d'arresto contro Netanyahu, dicendo che comunque il premier israeliano "sarebbe benvenuto in Italia". Mentre Tajani, titolare della Farnesina, invita a "misurare le parole" perché "la politica estera dell'Italia è cosa seria e la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri". Cioè lui. Ma l'elenco di ciò che divide i due partiti, in "estenuante gara tra loro per accreditarsi come seconda forza della coalizione", è molto lungo. Si parte con l'Autonomia, priorità da sempre per Salvini e provvedimento mal digerito dai parlamentari di Tajani. E si arriva al capitolo banche che vede i due marciare sempre su binari paralleli. Con il leader azzurro che intima al ministro dell'Economia leghista Giancarlo Giorgetti di non entrare a gamba tesa in faccende non politiche. Ma anche il capitolo Giustizia ha le sue insidie. Con FI che "è e resta garantista", mentre la Lega "diventa sempre più manettara" per "tenere il passo con FdI". Esempio del "gioco al rialzo" è la questione carceri: sulla norma a favore delle le detenute madri, tanto per citare un caso, i forzisti erano pronti a votare, mentre i salviniani hanno fatto muro, e non se n'è fatto più nulla. E anche la cittadinanza è oggetto di forte contrasto. FI presenta lo "ius Italiae", cioè la concessione della cittadinanza dopo un ciclo di studi di 10 anni e una stretta sullo Ius Sanguinis che si fermerà ai bisnonni. Ma la Lega dice no.

La Manovra
Sembra invece meno accidentato il percorso del disegno di legge di Bilancio, nonostante il decreto fiscale sia collegato alla Manovra. Il provvedimento è ora all’esame della Commissione Bilancio della Camera, ma le votazioni sui circa 600 emendamenti "segnalati" dai gruppi parlamentari dovrebbero cominciare lunedì 9 dicembre. L’idea è quella di chiudere in Aula la settimana successiva e passare poi all’esame lampo in Senato.

Per approfondire: 

Manovra 2025, dubbi su taglio Irpef. Le novità

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