Ecco il Caravaggio mai visto: svelato il ritratto di Maffeo Barberini
di EDOARDO SASSI
Il quadro, attribuito al pittore e appartenente a una collezione privata, sarà esposto per la prima volta al pubblico dal 21 novembre al 23 febbraio 2025 a Roma, a Palazzo Barberini
Un quadro di Caravaggio in collezione privata, noto solo agli studiosi ma mai esposto al pubblico: il Ritratto di Maffeo Barberini, prima che diventasse Papa Urbano VIII, si vedrà per la prima volta da giovedì 21 novembre a Roma, a Palazzo Barberini, una delle due sedi delle Gallerie nazionali d’arte antica. Titolo della mostra-evento: Caravaggio. Il ritratto svelato, a cura di Thomas Clement Salomon, direttore del museo, e Paola Nicita.
Vero che si tratta di una attribuzione. Ma il dipinto è da decenni pressoché unanimemente affidato alla mano del Merisi. «Un prestito storico», lo definiscono i promotori dell’iniziativa, costato anni di trattative con il proprietario che fino a oggi, nonostante le molte richieste, non aveva mai fatto uscire (dal caveau?) la tela. Il quadro ha una storia tutto sommato recente e tutta novecentesca. Reso noto per primo da Roberto Longhi nell’articolo Il vero «Maffeo Barberini» del Caravaggio, pubblicato sulla rivista «Paragone» nel 1963, il Ritratto veniva presentato come un caposaldo per la comprensione di Caravaggio ritrattista. Secondo Longhi l’opera, riemersa a Roma senza documentazione, era rimasta per secoli nella collezione della famiglia Barberini, prima di finire in una raccolta privata, probabilmente durante la dispersione del patrimonio della nobile famiglia negli anni Trenta dello scorso secolo.
Dalla recente pubblicazione della corrispondenza tra Longhi e un altro gigante della critica d’arte, Giuliano Briganti (pubblicata nel 2021) è emerso che la scoperta e l’attribuzione del Ritratto a Caravaggio furono inizialmente fatte proprio da Briganti, che cedette poi a Longhi il diritto di pubblicazione. In una lettera del 2 luglio 1963, quest’ultimo confermava quanto accaduto offrendo a Briganti la possibilità di pubblicare l’opera, pur riservandosi la precedenza nell’attribuzione. Tuttavia, nel settembre 1963 fu Longhi a pubblicare il quadro, e senza mai menzionare Briganti, ma elogiando il restauro di Alfredo De Sanctis.
Come è noto, esiste un secondo ritratto di Maffeo Barberini, anche questo conservato nella collezione privata di una nobile famiglia fiorentina, che ora in molti attribuiscono a Caravaggio ma che a lungo fu considerato un quadro dipinto da Scipione Pulzone. Se su questo secondo ritratto la critica ancora si divide (cosa che avviene di consueto per le attribuzioni a Merisi), sull’opera che verrà esposta a Roma, nonostante l’assenza di prove documentarie, concordano tutti i maggiori studiosi del genio del Seicento, tra i più recenti Gianni Papi, Alessandro Zuccari, Keith Christiansen, Sebastian Schutze, Francesca Cappelletti, Rossella Vodret. Anche se al momento la provenienza dalla collezione Barberini è una congettura e non sono state eseguite ricerche tecnico scientifiche sull’opera (mai messa a disposizione), questa esposizione rappresenta un evento di straordinario interesse sia per gli studiosi che per il grande pubblico. Ed è una anticipazione della mostra che lo stesso museo romano dedicherà a Caravaggio dal prossimo mese di marzo 2025
13 novembre 2024 (modifica il 13 novembre 2024 | 23:43)
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