LA MOSTRA Cecco del Caravaggio. L'allievo modello - Cultura

27 Apr 2023

Cultura / Lodi Giovedì 27 Aprile 2023

La sua figura ricostruita all’Accademia Carrara di Bergamo (fino al 4 giugno)

La macchina organizzativa di Bergamo e Brescia, capitali italiane della cultura 2023, si è messa in moto creando, già da qualche mese, un palinsesto condiviso e aperto a una serie di iniziative che coinvolgeranno con concerti, performance, incontri e mostre, i luoghi più iconici dei due capoluoghi lombardi. Tra questi, senza alcun dubbio, vi è la “riallestita” Accademia Carrara di Bergamo che presenta come novità assoluta, a cura di Gianni Papi, la mostra Cecco del Caravaggio. L’allievo modello (fino al 4 giugno prossimo, catalogo Skira). Sulla scorta di lontane suggestioni longhiane, la mostra, sostanziata dalle ricerche decennali di Papi, affronta in modo pressoché organico l’intera vicenda artistica e intellettuale di Francesco Boneri, altrimenti conosciuto come Cecco del Caravaggio, per essere stato allievo del grande pittore lombardo e pure suo modello – e sono celebri alcuni dei quadri in cui è ritratto come Amor vincitore o David con la testa di Golia e in altri personaggi laterali in opere più complesse dal punto di vista scenico. Ovviamente, molti indizi documentali hanno portato il curatore a ricostruire non solo la vita e il contesto culturale in cui Cecco è stato attivo, ma anche le estensioni temporali in avanti e indietro che costituiscono per il gusto contemporaneo il suo modo di intendere la pittura che, se non si affranca dal naturalismo caravaggesco, si situa come ponte tra l’arte tardo-cinquecentesca e il pieno seicento nazionale. Nell’evitare discorsi sulle attribuzioni e i reticoli intellettuali che connotano la produzione di Cecco, ben illustrati e approfonditi nei saggi e schede in catalogo, risulta all’occhio del visitatore di estremo riguardo la necessità di vedere nell’arte di Cecco sia il riflesso delle invenzioni pittoriche del suo grande maestro sia una certa originalità residente nei soggetti dipinti. Di grande presa sono le ampie scene musicali comuni a moltissimi artisti seguaci del Caravaggio. Nonché di soggetti prelevati da episodi del vecchio e nuovo testamento come dai miti greco-romani. Infine, nell’ultima parte viene sondato il rapporto ideale tra Boneri e il bergamasco Baschenis. Un collegamento, ardito e intrigante per come si definisce, che però sembra aprire una prossima ricognizione su un genius loci del territorio.

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