Carlo Verdone: «Dopo 5 anni un nuovo film. Oggi far ridere è più ...
Oggi la 19ma edizione della Festa di Roma verrà chiusa in bellezza dall'anteprima della terza stagione di Vita di Carlo, la serie di e con Verdone pronta a sbarcare su Paramount+ il 16 novembre. E ancora una volta l'attore e regista romano, 73 anni ed energia da vendere, è l'irresistibile protagonista di un gioco indiavolato che, snodato in dieci episodi, mescola la realtà della sua vera vita e la finzione della sceneggiatura da lui scritta con pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni (la regia è di Carlo con Valerio Vestoso, la produzione di Luigi e Aurelio De Laurentiis).
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L'IDEA«Sto preparando la quarta stagione, il 14 novembre è previsto il primo ciak. Poi tornerò finalmente al cinema dopo cinque anni», annuncia Verdone. Intanto, largo alla serie che si basa su un'idea folle: Carlo viene nominato nientemeno che direttore artistico e conduttore del festival di Sanremo. E, dopo aver ricevuto carta bianca dai capi Rai, deve vedersela con una serie infinita di personaggi più o meno strampalati, imprevisti e situazioni critiche.
IL CASTIl vicino di casa aspirante suicida Maccio Capatonda, Ema Stokholma co-conduttrice di Sanremo e cleptomane, l'effervescente fidanzata Stefania Rocca che lo trascina a un'orgia in stile Eyes Wide Shut, l'ex moglie Monica Guerritore che, annoiata dell'amante, se lo riporta a letto, la babysitter del nipotino che si scopre essere una star di Onlyfans, la governante ludopatica Maria Paiato. Compaiono poi, nel ruolo di sé stessi, Gianna Nannini (manda al diavolo Carlo che ha rifiutato la sua canzone), Zucchero, Gianni Morandi, Nino D'Angelo, Serena Dandini, Roberto D'Agostino, Motta, Lucio Corsi. E si ride dall'inizio alla fine. «Sanremo è l'unica cosa che non farei mai, nemmeno se morissi di fame», dice Verdone, «non è il mio lavoro e lo lascio a professionisti come Amadeus, Carlo Conti, Paolo Bonolis. Una volta mi venne offerta la co-conduzione ma rifiutai. Mi è bastato far parte tre volte della giuria di qualità del Festival: una fatica bestiale e poi non immaginavo che tra di noi ci fossero tante battaglie mentre a vincere erano sempre le canzoni che non ci erano piaciute... ». Meglio tornare al cinema, aggiunge l'attore e regista, «anche se oggi far ridere è diventato molto più faticoso di un tempo. Non soltanto la dittatura del pensiero politicamente corretto imbavaglia l'ispirazione fino al punto di sfiorare il ridicolo, ma dobbiamo fare i conti anche con una società oppressa da mille problemi». Cosa intende? «La gente è più infelice e devi stare attento a tutto quello che dici o fai. Durante la scrittura del copione di Vita da Carlo 3 abbiamo dovuto fermarci più volte, perdendo un sacco di tempo, perché ci siamo resi conto che l'idea che avevamo avuto avrebbe potuto urtare la sensibilità di qualcuno». E poi, aggiunge, «la commedia oggi non ha più il potere di portare la gente al cinema. Ci vorrebbe più coraggio da parte dei produttori. Oggi invece si cerca prima il cast e poi la storia. Il successo clamoroso di C'è ancora domani, il film di Paola Cortellesi, dimostra che oltre alla risata c'è bisogno di riflessione».
I RAGAZZIMa lascia ben sperare nel futuro del cinema la presenza di tanti attori giovani e pieni di talento: «Ci sono dei ventenni straordinari, me ne sono accorto facendo i provini per Vita da Carlo. Uno meglio dell'altro. Il ricambio generazionale è assicurato e questi ragazzi avranno un magnifico avvenire. Ho visto Fino alla fine, il nuovo film di Muccino, e mi complimento con il regista per aver scritturato dei volti inediti. Il cinema verrà salvato dai ventenni».