Carlo Verdone: «Se ho visto Barbie? Sono entrato e uscito dalla sala»
Capita raramente che una conferenza stampa tiri fuori contenuti davvero interessanti e notiziabili ma, quando c'è di mezzo Carlo Verdone, è quasi automatico aspettarsi un titolo che farà gola. La presentazione della seconda stagione di Vita da Carlo, la brillante serie prodotta da Filmauro e disponibile in esclusiva su Paramount+ a partire dal 15 settembre, offre, infatti, a Carlo Verdone la possibilità di mettersi a nudo dimostrando tutta la tenerezza, la malinconia e il supporto ai giovani che ha sempre mostrato di avere nel corso della sua lunga carriera. «Carlo ha una capacità unica di giocare tra il faceto e la tristezza, senza contare la sua voglia di rimettersi in gioco. Avevamo voglia di ridonargli una verginità su cui inizialmente era perplesso ma che, col tempo, ha trovato la sua vena, il classico equilibro tra vis comica e vis drammatica che ha fatto la fortuna della vere commedie all'italiana, come Il sorpasso e La grande guerra», dice Aurelio De Laurentis, che collabora con Verdone da 22 anni.
Filippo Contri, Caterina De Angelis, Antonio Bannò, Ludovica Martino, Max Tortora, Valerio Vestoso, Carlo Verdone, Sangiovanni, Monica Guerritore, Stefania Rocca, Mita MediciAntonio Masiello/Getty Images
«In genere i numeri 2 vengono quasi sempre peggio dei numeri 1, ma stavolta non è stato così. Ci sono tanti colpi di scena, una sceneggiatura solida e un tono biografico più forte rispetto alla prima stagione», racconta Carlo Verdone che, in questa stagione di Vita da Carlo, si mette in testa di girare un film d'autore - il suo Otto e mezzo - traendo spunto da un capitolo del suo libro La carezza della memoria (Bompiani), ossia quello che parla del suo rapporto giovanile con una prostituta di nome Maria F. «È una serie che descrive una vita affannosa, e non potrebbe che essere così, visto che la mia vita è un affanno. Se, però, non avessi avuto queste fatiche, probabilmente sarei stato un attore come tanti altri», afferma Carlo Verdone, contento di essersi circondato anche questa volta di un cast solido e sorprendente che ha visto il debutto assoluto come attore di Sangiovanni, chiamato in Vita da Carlo a interpretare la versione giovane (e vicentina) del regista. «Si è messo in gioco con le sue malinconie e le sue stranezze, ed è stata una sorpresa», spiega Verdone ringraziando tutti gli attori che lo hanno accompagnato in questa nuova avventura, da Ludovica Martino a Max Tortora passando per Stefania Rocca, Filippo Contri, Monica Guerritore e il grande Fabio Traversa, il Fabris di Compagni di scuola che in Vita da Carlo coverà finalmente un piano di vendetta, e aggiungendo che una terza stagione della serie ci sarà.
Carlo VerdoneAntonio Masiello/Getty Images
«Cominciamo a girare a novembre», racconta Carlo Verdone prima di affrontare una delle questioni più delicata che si possa chiedere a un regista: lo stato di salute del cinema italiano. «Stiamo sempre là, guardo il Cinetel tutte le mattine e in cima ci sono sempre sempre Barbie e Oppenheimer. C'è qualche film italiano che tenta qualcosa in più, ma è difficile. Hanno chiuso troppe sale: dobbiamo riflettere su cosa manca al nostro cinema, se il pubblico vuole altri attori, più novità, che si azzardi di più. I risultati mi impensieriscono, mi auguro che si riprenda, ma probabilmente si deve cambiare qualcosa nella scrittura. Sono certamente dispiaciuto perché io sono nato col cinema e mi manca tantissimo. Dovremmo interrogarci su questo, senza farci troppe masturbazioni sul perché non si prendano attori italiani nei film americani. Su questo ha risposto bene Sofia Coppola a Venezia: è il regista che sceglie», racconta Carlo Verdone dicendo di aver adorato Oppenheimer - «Forse un filo troppo lungo, ma io amo tanto Nolan» - e di non essere riuscito a sopportare Barbie: «Come sono entrato, così sono uscito. Poi mi hanno subito redarguito dicendo: “Ma no, guarda che è un film molto moderno". E io mica li critico, si vede che è sfuggito qualcosa a me». Sempre su Barbie, Verdone rincara la dose facendo notare che i risultati di Barbie sono un successo per cinema in generale e gli esercenti, «ma non per il cinema italiano. Comunque è un film con un'idea dentro». E sul politicamente corretto che prende bonariamente in giro anche nei nuovi episodi di Vita da Carlo, chiosa: «È una roba molto americana. Su alcune cose sono assolutamente d’accordo, tipo sul colore della pelle, ma su altre no. Stanno facendo ridere i polli».