Caterina Balivo: «Una sbirciata al telefono di mio marito la do ...
Caterina Balivo da piccola non immaginava che sarebbe diventata uno dei volti più noti e amati del piccolo schermo. La conduttrice de La volta buona, il programma pomeridiano di Rai1, sognava di fare «Il magistrato, per il mio senso di giustizia», dice al Corriere della Sera. Solo in un secondo momento ha cambiato idea puntando sulla tv e partendo da Miss Italia nel 1999, dove si è qualificata terza. Da lì, è iniziata la sua carriera televisiva conducendo diversi programmi. In mezzo una grande storia d’amore, quella con Guido Maria Brera, da cui ha avuto due figli. E di cui è molto gelosa. Al punto che non rinuncia a un’occhiata al suo telefono. «Una sbirciata la do sempre, ma quello non è controllare: è tenersi aggiornati...», dice ironica al quotidiano. Perché Caterina Balivo non è solo la professionista che tutti conosciamo, ma anche una donna, moglie, mamma, sorella, figlia. E di tutto questo parla nell’intervista rilasciata al Corriere. Partendo proprio dal lavoro.
Lo scrittore e finanziere, ospite del podcast One More Time, ha sottolineato come la finanza gli abbia insegnato a gestire il dolore e ha raccontato l’inizio della sua relazione con la conduttrice: «Mi accorsi che sapeva modulare la superficialità del mondo dello spettacolo con una parte molto profonda»
Ha scelto di partecipare al concorso il bellezza contro il parere dei genitori insegnanti ai quali è molto legata. Dopo il terzo posto, per lei si aprono subito le porte dello spettacolo. Iniziata a lavorare con Fabrizio Frizzi di cui conserva ancora l’insegnamento più importante: il potere della gentilezza, che può «migliorare gli umori in una redazione: se sei gentile e sorridente, e conosci i nomi di tutti i tuoi collaboratori, li fai sentire parte di un gruppo». Ci sono poi altri colleghi da cui ha imparato molto: «Milly Carlucci è la professionalità fatta persona. Biagio Izzo mi ha insegnato a sapersi prendere in giro. Franco Di Mare quanto fosse importante studiare: anche se non sai una cosa, hai la possibilità di prepararti e quello fa la differenza».
Oggi Caterina Balivo è una donna che ama il suo lavoro. Ma, dopo 25 anni, rivela di avere ancora «l’ansia da prestazione. Nella conduzione ballo, scherzo, rido, ma di leggerezza non c’è niente. La scialla non la conosco, le cose devo farle bene». E non ha mai pensato alla possibilità di non andare in onda, neanche quando aveva problemi di salute: «Il primo periodo di Vieni da me avevo un problema, pensavo appendicite, e mi calmavo con la flebo di Voltaren. Feci una puntata già con la farfallina pronta per l’endovena. Un’altra volta avevo febbre a 40, sono svenuta e sono andata in onda lo stesso».
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La conduttrice si dice «grata di fare il lavoro che mi piace» pur consapevole che «a 25 anni conducevo la stessa fascia oraria di oggi e allora potrei dire: sei rimasta lì. Ma poi guardo gli altri conduttori e mi rendo conto che la tivù è stantia, pure la Clerici fa quel programma da 20 anni e la stessa De Filippi è al pomeriggio da 25. Loro sono andate avanti facendo anche altro, ma hanno un’età diversa dalla mia: c’è tempo». Non solo. Più volte ha sottolineato l’assenza delle donne nei game show e oggi quella «è la mia crociata», dice senza tanti giri di parole.
Ma lontano dagli schermi, Caterina Balivo è moglie e mamma. Ripensando all’inizio della storia d’amore con il marito, spiega che cambiare programma e città in quella fase della sua vita è stato fondamentale. «Se non mi avessero spedita a Milano, sarebbe stato impossibile proseguire: l’amore è più forte di tutto, ma deve essere pratico. Se io e mio marito avessimo continuato a fare i fidanzati a distanza, la storia si sarebbe spenta». Un gesto che il marito ha saputo ricambiare. «Quando mi hanno proposto di tornare su Rai 1, lui ha fatto il grande atto d’amore di seguirmi a Roma».
E oggi proprio nella capitale Caterina Balivo vive con il marito, i due figli e Costanza, una dei tre figli che Guido Maria Brera ha avuto da una precedente relazione. Una grande famiglia allargata e con le proprie abitudini. Compresa quella di sbirciare sul telefonino del marito.
