Imbattuta ma quanti punti persi. Juve, con la 'pareggite' anche il ...
La tendenza al pari comincia a essere marcata e può rivelarsi deleteria sul lungo periodo
Giovanni Albanese
24 novembre 2024 (modifica alle 17:31) - TORINO
Alla Continassa i conti non tornano. Se è vero che la Juve è tra le poche squadre d’Europa ancora imbattute nel proprio campionato, che ha la miglior difesa della Serie A (7 reti subite, di cui 4 nella sfida con l’Inter) e che in 14 partite ha ottenuto 10 clean sheet, la tendenza al pareggio comincia a essere marcata e può rivelarsi deleteria sul lungo periodo. Di punti in palio ce ne sono ancora molti, i bianconeri però ne hanno persi abbastanza per strada: con le piccole (Empoli, Cagliari e Parma) come negli scontri diretti (Inter, Napoli e Milan, oltre alla Roma), tracciando una situazione di classifica piatta, sulla quale i mezzi passi falsi cominciano a pesare un po’ tanto. Troppo.
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La squadra di Motta guarda alla testa della classifica con un distacco di tre punti, ma rischia di chiudere il tredicesimo turno del campionato con maggiore ritardo sulla quarta posizione: cioè quella che, al termine della stagione, garantisce l’accesso alla Champions League del prossimo anno. Con questa tendenza la Juve va in carenza di certezze perché il gruppone delle squadre di testa è ampio e chi pareggia tante partite - alla conta finale - rischia di avere meno probabilità delle altre che, pur rimediando qualche sconfitta in più, riescono a riequilibrare ottenendo il bottino pieno in altre circostanze. La pareggite insomma potrebbe diventare un problema più avanti.
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Il percorso della Juve va contestualizzato. Il club l’estate scorsa ha stravolto i principi dell’area tecnica e, per quanto consolidato nel primo periodo tra cambio di filosofia e diverse assenze obbligate, il bicchiere si può considerare ancora mezzo pieno. Aver mostrato solidità difensiva, anche nel momento in cui sono venute meno due pedine importanti come Bremer e Cabal (stagione finita per entrambi), è un punto di forza che va riconosciuto. Come va messo in risalto la resilienza palesata nei momenti di estrema difficoltà: l’ultimo, a San Siro, gestito con la totale assenza di attaccanti a disposizione. I pareggi fin qui hanno dato fiducia, anche se ora bisogna cambiare passo.