Il Messico sceglie Claudia Sheinbaum, prima donna eletta presidente

25 giorni ago
Claudia Sheinbaum

Sono scesi per le strade di Mexico city a migliaia e hanno riempito l’immensa piazza Zocalo, il cuore politico del Paese, per festeggiare la storica vittoria, di Claudia Sheinbaum la prima donna eletta presidente del Messico. Un trionfo, quello della doctora, candidata della piattaforma Sigamos Haciendo Historia, la coalizione di sinistra che riunisce i socialdemocratici di Morena, gli ecologisti e il partito del lavoro: 58% dei voti oltre le più rosee previsioni dei sondaggi, quasi il doppio della sfidante di centrodestra Xóchitl Gálvez, candidata dalle storiche formazioni del centrodestra messicano come il Partito Azione Nazionale (PAN), il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e il Partito della Rivoluzione Democratica(PRD)ferma al 29%. Jorge Máynez terzo incomodo e candidato dal partito di sinistra inbdipendente Movimiento ciudadano ottiene il 10%.

Sheinbaum, raccoglie l’eredita politica del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, meglio noto come AMLO, uno dei capi di Stato più popolari nella storia recente del Messico che ha provato a contrastare l’impoverimento delle classi medio-basse con la sua politica di “guerra alla povertà”, amatissimo dall’elettorato di sinistra nonostante il bilancio in chiaroscuro della sua presidenza (ha finito i sei anni di mandato con un indice di approvazione del 66% ma le disuguaglianze sociali rimangono elevate e le violenze dei narcos continuano a macchiare di sangue le cronache).

AMLO ha sostenuto con forza la campagna elettorale di Sheinbaum, tra i due c’è un’amicizia personale e un sodalizio politico che risalgono ai primi anni 2000. Nel 2018 Sheinbaum, candidata di Morena, viene eletta sindaca di Città del Messico, diventando una personalità di rilievo nazionale; il suo mandata si caratterizza per le politiche ambientaliste (con i suoi 21 milioni di abitanti è una delle metropoli più inquinate del pianeta) realizzando infrastrutture moderne, e campagne di aiuto sociale ai ceti più poveri.

Uno dei suoi più grandi e indiscutibili successi è stato il contrasto alla violenza autentica piaga nella capitale messicana: durante i cinque anni di mandato (si è dimessa nel 2023 per presentarsi alle presidenziali) il tasso di omicidi nell’area metropolitana si è praticamente dimezzato. Claudia Sheinbaum è una scienziata, una fisica e un’ingegnera dell’energia: è nata nel 1962, seconda di tre figli, in una famiglia progressista e devota alla scienza, la madre era la biologa Annie Pardo, il padre il chimico Carlos Sheinbaum. Entrambi i genitori partecipano alle rivolte studentesche del 1968. I suoi nonni, ebrei e comunisti, erano emigrati in Messico dalla Lituania e dalla Bulgaria tra il 1920 e il 1940, in fuga dalle persecuzioni antisemite.

Durante la campagna elettorale Sheinbaum è riuscita ad arricchire la sua immagine di politica studiosa e competente mostrando una passione e un carisma inediti anche se nel suo entourage giurano che condurrà il paese con il rigore e la moralità di sempre: «Sarà una presidente migliore di me», ha detto AMLO. Dall’opposizione tutti hanno riconosciuto la vittoria di Sheinbaum e si sono complimentati anche se in molti malignano che Sheinbaum rimarrà sempre sotto l’ala protettiva del suo mentore e che AMLO continuerà a muovere le pedine della politica messicana. Alle tante sfide che la attendono, tra guerra alla povertà e lotta ai cartelli della droga, la presidente Sheinbaum dovrà anche sfatare questo pregiudizio maschilista.

Nel suo primo discorso da eletta (si insedierà ufficialmente al Palazzo nazionale tra quattro mesi), non ha nascosto la grande emozione, seppur con il suo tradizionale stile contenuto: «Per la prima volta nei duecento anni si storia della Repubblica, il Messico avrà una donna presidente e sarà una trasformazione, ringrazio i milioni di elettori ed elettrici che mi hanno votata. Vogliano un paese plurale, diversificato e democratico. Il nostro dovere è e sarà sempre quello di prenderci cura di ogni cittadino, senza distinzioni. Anche se molti messicani non sono pienamente d’accordo con il nostro progetto, dovremo camminare in pace e armonia per continuare a costruire un Messico giusto e più prospero».

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