Cobra Kai 6 - parte 2 mette tutte le carte in tavola in vista del gran ...
Fin dal 2018, anno di uscita della prima stagione di Cobra Kai su YouTube Premium, la serie ideata da Hayden Schlossberg e Jon Hurwitz come “legacyquel” della saga cinematografica di Karate Kid, ci ha sempre abituato a blocchi composti da dieci puntate.
Ma con la stagione 6, quella finale a quanto pare, Netflix ci ha fatto un regalo che, però, ci fa pagare a caro prezzo. Le puntate sono ben 15. Suddivise però in blocchi da cinque: il primo è stato reso disponibile lo scorso 18 luglio, il secondo a partire dal 15 novembre. Per il terzo non c'è ancora una data nel momento in cui stiamo scrivendo: arriverà, prima o poi, nel 2025.
Il perché di questa modalità è presto detto. Da un lato Netflix, come tutte le varie realtà hollywoodiane, si è trovata di fronte alla necessità di diluire la sua proposta, diminuita nel 2024 per quel che riguarda le produzioni “made in America” per via dello sciopero degli attori e degli sceneggiatori. Dall'altra, si tratta di una maniera molto furba di capitalizzare il recente aumento di prezzo dell'abbonamento perché, inevitabilmente, molte sono le persone curiose di scoprire dove andrà a parare la storia di Daniel LaRusso, Johnny Lawrence e dell'eterna sfida fra il Miyagi-Do e il dojo Cobra Kai.
Cobra Kai 6 – parte 2: la tramaSe la prima parte di Cobra Kai 6 era tutta incentrata su come gli allievi e le allieve del Miyagi-Do e del Cobra Kai si stavano preparando alla sfida finale del torneo Sekai Taikai riportando alla luce tutta una serie di fratture mai del tutto sanate fra tutti i vari personaggi della serie, qualsiasi fosse la loro età anagrafica, la parte 6, sposta la risoluzione di questi sul tatami della competizione e su La Rambla barcellonese.
Problemi che vengono amplificati dalla tensione agonistica, dall'ingresso in scena di nuovi volti che metteranno ulteriormente a repentaglio alcune delicate dinamiche.
In ballo c'è il prestigio portato dal titolo di campioni del mondo di karate, la possibilità di vedersi spalancate le porte del successo e la pioggia di soldi degli sponsor.
Ma non è tutto oro quello che luccica quando i componenti dei due dojo si ritrovano ad avere a che fare con le rivalità interne e le scorrettezze fatte per riuscire a ottenere un posto nella squadra. L'intestino del povero Kenny, sabotato dai lassativi che Devon gli ha fatto bere facendo ricadere la colpa su Anthony LaRusso, ne sa qualcosa.
È con tutta questa serie di premesse che prende il via questo secondo blocco di episodi di Cobra Kai 6, premesse che renderanno anche più arduo di quanto non sia già il Sekai Taikai, popolato com'è dalla crème de la crème del karate mondiale.
Un continuo crescendoLa prima parte di Cobra Kai 6, in più di un momento, pareva mostrare segni di cedimento. Anche se abbiamo a che fare con quella che, a conti fatti, è una soap opera né più né meno di Beatiful con le arti marziali al posto della moda, fin dalla stagione uno, il team realizzativo di Cobra Kai ci ha viziato con una storia che, ponendosi allo stesso tempo come sequel e spin-off di Karate Kid, ha sempre ripescato con estrema intelligenza i vari collegamenti con i vecchi film. Non ci vergogniamo certo di dire che da quando Star Wars, con Il Risveglio della Forza, ha aperto la strada al filone dei legacyquel, ovvero quelle storie che riprendono le fila di un qualche franchise leggendario andando a ripescare anche il cast originale di quel dato film, Cobra Kai, con tutte le sue esagerazioni, ha sempre dimostrato di essere in tal senso l'operazione più intelligente in circolazione.
Ogni strizzatina d'occhio, ogni riferimento o ogni personaggio proveniente dalle tre pellicole uscite fra il 1984 e il 1989 è sempre arrivato con una motivazione drammatica che esulava dall'effetto sorpresa fine a sé stesso.
Le puntate 1-5 di Cobra Kai 6 parevano aver perso lo smalto, con la sottorama di Kreese e del suo coltello così pericolosamente vicini al salto dello squalo, quell'espressione nata grazie a Happy Days che, in ambito cinematografico e televisivo, sta a indicare quando una qualche produzione seriale comincia a essere in debito d'ossigeno escogitando trovate qualitativamente discutibili.
Anche le faide interne fra allievi e allieve del Miyagi-Do e degli ex Eagle Fang e Cobra Kai sapevano di già visto e, a tenere desta l'attenzione, c'era solo la misteriosa scatola trovata da Daniel LaRusso and co a casa del maestro Miyagi il cui contenuto aveva improvvisamente gettato una luce sinistra sulla figura leggendaria e priva di macchie del personaggio interpretato da Pat Morita.
Fortunatamente, questa rotta viene completamente invertita nella parte 2 con una serie di trovate narrative che, in prima istanza, garantiscono quello che una produzione come Cobra Kai deve avere come primo elemento chiave: la capacità d'intrattenere senza sosta.
Il Sekai Taikai diventa quanto di più simile a una versione live action del Torneo Tenkaichi di Dragon Ball, un'arena in cui accadono una lista infinita di cose che non possiamo citare per non rovinarvi la sorpresa. Un crocevia di eventi dentro e fuori dal tatami dove si scioglieranno alcuni nodi che si erano formati nella parte 1 e dove se ne formeranno inestricabilmente di nuovi, anche grazie ai nuovi personaggi che vengono introdotti, in primis il sensei Wolf di Lewis Tan, la Zara Malick di Rayna Vallandingham e l'Axel Kovacevic di Patrick Luwis. Ma anche il cast storico di Karate Kid avrà delle perle da regalare, come è lecito attendersi.
Specie nella dimostrazione ulteriore di come tutto questo franchise, dal 1984 ad oggi, sia una magnifica riflessione sulla paternità, naturale o surrogata per così dire. Una storia di figli che hanno dovuto trovare delle figure paterne nei loro sensei, con tutto ciò che ne conseguiva, e che sono poi a loro volta diventati padri biologici o meno di altri allievi o allieve.
Ma di questo avremo modo di tornare a parlare quando il gran finale sarà finalmente disponibile su Netflix.
E dopo il cliffhanger di questa parte 6 e tutta la carne messa sul fuoco durante le puntate disponibili dal 15 novembre in streaming non vediamo davvero l'ora.
Voto: 8