“Sinner, Wada e il doping Clostebol? Lo squalificheranno, ma ha ...
Sandra Cecchini dopo la vittoria delle azzurre della Billie Jean King Cup, (con il trofeo conquistato dall'Italia di Jasmine Paolini, Sara Errani, Lucia Bronzetti, Martina Trevisan, Elisabetta Cocciaretto e della capitana Tatiana Garbin), parla anche di Sinner, del caso doping Clostebol e di quanto Jannik e il tennis maschile possano oscurare i successi delle donne. Ma è sempre stato così? Ecco che cosa ci ha raccontato l’ex tennista alla vigilia di Italia Argentina di Coppa Davis...
Sandra, da ex tennista che cosa si prova nel vedere il successo delle azzurre nella Billie Jean King Cup?
Era un sogno che avevamo anche noi ai nostri tempi; quindi, è una gioia immensa soprattutto per il movimento del tennis femminile che negli ultimi quindici anni ha avuto uno strapotere. Al di là di Sinner che adesso è il numero uno del mondo, in questi ultimi quindici anni penso che il tennis femminile sia stato quello che ha tenuto su il nostro sport in Italia e nel mondo.
Lei, insieme a Raffaella Raggi, è considerata la miglior tennista italiana dopo il ritiro di Lea Pericoli. Cosa è cambiato rispetto a prima?
Abbiamo vissuto un'era con giocatrici stratosferiche ed era tutto un po’ diverso. Adesso le ragazze sono avvantaggiate, c'è più facilitazioni, perché la federazione le aiuta molto di più, e sono cambiate molte cose, ma è giusto che ci siano anche queste facilitazioni, e in più noi abbiamo delle ragazze fantastiche. Jasmine è una ragazza di una semplicità unica, non si è mai montata la testa, ed è una persona squisita con un allenatore fantastico, Renzo Furlan, che è stato la sua fortuna. Lui è una persona oltre ogni limite. Anche Sara Errani sta facendo la storia, perché con l'età che ha, dopo aver avuto un calo importante, ha avuto la forza di risalire e di riprendersi. Non c'è niente da insegnare a loro, c'è solo da apprendere da queste giocatrici, soprattutto al giorno d'oggi in cui i ragazzi hanno poca voglia di sacrificarsi, di soffrire, di lottare.
Lei prima ha detto “adesso c'è Sinner”: questo può aver influito sulla centralità del tennis femminile? Se ne parla meno anche per questo?
Può essere. Adesso abbiamo Sinner che è il numero uno del mondo, però le donne sono sempre in secondo piano, anche se hanno fatto la storia. Io e Raffaella siamo state forse le prime a far partire il movimento e lo abbiamo fatto in anni dove eravamo poco considerate. Secondo me rimaniamo sempre un pochino all'ombra, dietro, nonostante i risultati stratosferici del tennis femminile negli ultimi vent'anni. Ok, Sinner è il numero uno del mondo, la vittoria è stata bella, però già si riparte subito a parlare dei maschi.