Daghestan, attacco contro chiese e sinagoga. Mosca: “Conclusa ...

4 giorni ago

Le autorità russe hanno detto che l'operazione è terminata: uccisi 6 attentatori. Ieri un commando ha colpito tre luoghi di culto: almeno 15 agenti e quattro civili (tra cui un prete ortodosso) hanno perso la vita. Isw: “Probabile mano Isis dietro gli attacchi”. Si pensa a Wilayat Kavkaz, ramo Stato Islamico nel Caucaso settentrionale

Daghestan - Figure 1
Foto Sky Tg24

Ieri un attacco terroristico in Daghestan ha preso di mira due chiese ortodosse e una sinagoga. Almeno 15 agenti e quattro civili sono stati uccisi. Questa mattina, il centro informazioni del Comitato nazionale antiterrorismo (NAC) russo ha detto che l'operazione antiterrorismo in Daghestan è conclusa. "In connessione con l'eliminazione delle minacce alla vita e alla salute dei cittadini, è stata presa la decisione di porre fine all'operazione antiterrorismo" questa mattina, hanno affermato le autorità. "Il regime legale dell'operazione antiterrorismo all'interno dei confini amministrativi di Makhachkala e Derbent della Repubblica del Daghestan sono stati cancellati", si legge nel messaggio.

Isw: “Probabile mano Isis dietro gli attacchi in Daghestan”

Secondo il think tank statunitense Isw, il gruppo Wilayat Kavkaz, ramo del Caucaso settentrionale dello Stato Islamico, "ha probabilmente condotto l'attacco coordinato contro chiese, sinagoghe e strutture di polizia nella Repubblica del Daghestan il 23 giugno". Si spiega che "la filiale russa dell'IS-K 'Al-Azaim Media' ha pubblicato una dichiarazione il 23 giugno in seguito all'attacco elogiando "i loro fratelli del Caucaso" per aver dimostrato le loro capacità". "Al-Azaim non ha rivendicato l'attacco in sé" ma "il riferimento al Caucaso suggerisce fortemente che Wilayat Kavkaz sia responsabile dell'attacco", sostiene il think tank. "La struttura antiterrorismo regionale dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) ha avvertito che Wilayat Kavkaz è diventata più attiva in seguito all'attacco al Crocus City Hall di Mosca del 22 marzo e ha intensificato gli appelli di reclutamento nel Caucaso settentrionale dall'aprile 2024".

Daghestan - Figure 2
Foto Sky Tg24
Il bilancio

Sono almeno 15 gli agenti di polizia rimasti vittime dell'attacco terroristico di ieri in Daghestan. "Più di quindici agenti sono rimasti vittime proteggendo la pace e la tranquillità" della repubblica russa meridionale, ha detto in un video pubblicato su Telegram il governatore Sergey Melikov. La autorità specificano che tra i civili rimasti uccisi nell'attacco c'è anche l'arciprete Nikolai Kotelnikov, "che ha prestato servizio per più di quarant'anni nella chiesa ortodossa di Derbent". Il prelato è stato sgozzato. Tra gli uccisi, secondo fonti locali, figurano anche guardie di sicurezza private nella sinagoga. Oltre ai 19 morti accertati ci sono 16 feriti. Da quanto emerso, sono 6 i presunti attentatori uccisi dall'antiterrorismo in seguito all'attacco.

vedi anche Daghestan, attacchi a chiese e sinagoga: 15 morti. Mosca: “Terrorismo"

Cosa è successo

L’attacco è avvenuto a Derbent, nella Repubblica autonoma del Daghestan, nella Russia meridionale, dove un commando di uomini armati ha aperto il fuoco contro una sinagoga, due chiese e, subito dopo, un posto di polizia stradale tra Derbent e Makhachkala. Dopo l'attentato i terroristi hanno incendiato i luoghi di culto e in tutta la zona le squadre antiterrorismo si sono lanciate in una caccia all'uomo per bloccare gli attentatori. Secondo la ricostruzione fornita dal Ministero dell'Interno del Daghestan, verso le 18 ignoti hanno sparato contro una sinagoga e le chiese con armi automatiche. I sospettati - fanno sapere gli inquirenti - sono scappati a bordo di un’auto. È quindi scattata l’operazione antiterrorismo che ha neutralizzato il commando. Già lo scorso 28 ottobre questa Repubblica a maggioranza musulmana era stata teatro di un atto apertamente antisemita: all'aeroporto della capitale, Makhatchakala, decine di persone presero d'assalto la pista e il terminal dopo che era stato annunciato l'atterraggio di un aereo proveniente da Israele, urlando 'Allah u Akbar’. All'epoca, Mosca accusò il governo di Kiev di avere "un ruolo chiave" in quell'azione.

vedi anche Russia, manifestanti pro-Palestina contro aereo in arrivo da Israele

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